La magia impossibile di Clinton di Gabriele Romagnoli

La magia impossibile di Clinton La magia impossibile di Clinton Come salvarsi tra impeachment e dimissioni Il presidente degh Stati Uniti Bill Clinton (1992-1998) si è cacciato nella stessa situazione del mago ungherese Harry Houdini (1874-1926), quello che si faceva incatenare, chiudere in una cassaforte calata in mare e provava a uscirne vivo sotto gh occhi di una folla incredula. Di Houdini ha, al momento, le stesse probabiità di sopravvivenza. Mentre osserviamo scendere in acqua la cassaforte che lo rinchiude, ci domandiamo non tanto perché lo faccia (Gennifer Flowers ha già pubblicamente chiarito come spesso non sia la testa ma un'altra ingombrante parte del corpo a dirigerne le azioni), ma piuttosto perchè proprio il caso Monica Lewinsky sia diventato la sua prigione nel mare e cosa possa succedere dentro la cassaforte quando avrà toccato il fondo e noi resteremo con il fiato sospeso ad aspettare. Chnton-Houdini non è certo il primo Presidente priapico della recente storia americana e Monica Lewinsky non è (o sarebbe) la prima delle sue più o meno note passioni. Ma Clinton è attualmente in carica. Di John Kennedy (e dello stesso Clinton) si conoscevano le avventure pre-elettorali, qui siamo di fronte, per la prima volta, a un conclamato adulterio presidenziale e, se confermato, così ordinario da diventare straordinariamente ridicolo. Anche la categoria dell'adulterio presidenziale è infatti accettabile e accettata nella storia, purché oscilli tra i due estremi opposti. Ci sono stati presidenti, come Frangois Mitterrand, che amavano un'altra donna, incarnando l'umano e ammissibile dilemma del sentimento, verso il quale non si può non provare rispetto. Altri come John Kennedy che si facevano consegnare a donneino ballerine danzanti una sola notte, poi scomparivano liquidate dalla sicurezza con un assegno e la promessa (mantenuta) del silenzio. La storia e l'opinione pubblica consentono amanti fisse e ragazze squillo, ma non Monica Lewinsky. Primo: perché ha l'età di un'amica di Chelsea Clinton (e non è detto che tutte le sue amiche si siano salvate dalle attenzioni presidenziali). Secondo: perché lavorava per la Casa Bianca. Terzo: perché i tempi e i modi della presunta relazione (sexy-telefonate nella notte, vestiti irrorati di sperma tenuti come souvenir), se confermati, annulle 1 rebbero il carisma personale del Presidente degh Stati Uniti: né eroe tragico dilaniato da opposte passioni, né vulcano insaziabile che consuma una donna per notte, ma satiro di serie B che tresca per un anno e mezzo con una ragazzina dell'ufficio. Il fatto che poi questa fanciulla sia stata indotta a spergiurare (come avrebbero allegramente e impunemente fatto le ballerine di Kennedy) è l'eventualità che fornisce il pretesto per mettere le catene nella cassaforte al Presidente Houdini. Al compito si.sono dedicati con entusiasmo i «poteri forti» d'America. Al grido «ostacolo alla giustiziai» l'Fhi e la commissione d'inchiesta indipendente hanno fatto giustizia: interrogato Monica Leinsky in assenza del suo avvocato, rivoltato la sua casa e il suo ufficio, scovato nastri in cui un'amica deh'amica di una sua amica ha registrato la conversazione con un'amica deU'amica che rivela dettagli inediti sulla relazione. Nel giro di cinque giorni la storia è stata montata dai media da zero al cielo. Erano pronti a farlo. Avevano fame e si sono avventati. Da anni giornali e televisioni d'America non avevano l'osso di una grande storia interna da azzannare. Il cane addormentato si è risvegliato e ha addentato la preda. In cinque giorni i media, americani hanno dimostrato tutta la loro abi- htà e la loro forza. Cnn ha scovato, tra mari di filmati, la velenosa goccia in cui Clinton abbraccia Monica Lewinsky e riceve da lei un'occhiata d'intesa. Newsweek ha ottenuto e anticipato i testi delle telefonate rivelatrici. Hanno seguito gli eventi, certo, ma li hanno anche anticipati. Li hanno portati dove sognavano di vederli arrivare, precedendoli alla velocità della luce. Hanno riferito di «fonti della Casa bianca secondo cui è probabile che il Presidente abbia avuto la relazione», dedotto che in questo caso «Clinton non potrebbe sopravvivere», usato la parola «impeachment» e poi quella «chmissioni» prima che ogni altro la pensasse. Hanno già ordinato, in tutte le redazioni i «coccodrilh» per Clinton e i «ritratti» di Gore. A sospingerli è il fiuto del sentimento popolare. Sbaglia chi crede che l'America possa disinteressarsi della vita sessuale del Presidente. Lo farebbe, a patto che non fosse così tragicamente uguale alla sua. Una società fondata sull'ipocrisia può perdonare i peccati che non le appartengono, quelli che sogna di commettere, ma non quelli che fa ogni giorno. Non può accettare di guardare il fiabesco specchio della Casa Bianca e, invece di trovare volti splendenti alla Marilyn, vestiti frusciami e scenari a cinque steUe, vedere riflessa la miseria delle proprie tresche nel viso di una ragazzotta dell'ufficio, con il vestito impiastricciato da un frettoloso incontro nella sala delle fotocopiatrici. Questo spinge in fondo al mare la cassaforte dove si trova ClintonHoudini. Cosa può fare lui, dentro la sua prigione di metallo? Dicono sia sempre più depresso, il che significherebbe che non sa come venirne fuori. A questo punto può sperare che qualcun altro gh apra la porta. Ci proverà Hillary, ma potrebbe non bastare. Allora ha richiamato Mickey Kantor e Harold Ickes, i consiglieri dei casi disperati, i soldati venuti da lontano, segnale che vicino a sé ha un equipaggio pronto a lasciare la nave. E' una situazione curiosamente simile a quella di un film in programmazione in America: «Wag the dog», dove il Presidente imbaraz¬ zato per uno scandalo sessuale (avances a una ragazza all'interno della Casa Bianca) chiama due consulenti (Dustin Hoffman e Robert De Niro) per toglierlo dai guai e quelli gh inventano una fasulla guerra con l'Albania. Kantor e Ickes non possono fare altrettanto. Saddam nasconde i missili e aspetta ridendo. Castro stringe la mano al Papa e ne riceve la benedizione. Kantor si guarda intorno disperato. Quando ha provato a chiedere allo staff presidenziale: «Potrebbe sopravvivere se ammettesse la relazione?», gh hanno risposto senza esitazioni: «No». Se ammette, a questo punto, annega. Deve fare quello che farebbe un ordinario uomo del Montana: negare l'evidenza. Guardare il filmato della Cnn in cui abbraccia Monica Lewinsky e dire: non ero io. Ma se lei ammette, ha l'acqua nei polmoni. Non è la parola di un Presidente contro quella di una ragazzina, saranno le parole che ogni uomo sa di aver detto nella propria vita, senza sincerità e senza speranza di essere creduto. Parole vane. Harry Houdini morì a Detroit, Usa, in seguito alle lesioni prodotte da un temerario esperimento di magia in cui ebbe la presunzione di dimostrare Indimostrabile. Gabriele Romagnoli Un vecchio manifesto del mago Houdini e Hillary Clinton col marito In campo 2 vecchi collaboratori lo staff cominciava a perdere fiducia nella vittoria

Luoghi citati: Albania, America, Detroit, Montana, Stati Uniti, Usa