Sexygote, spunta un testimone di Andrea Di Robilant
Sexygote, spunta un testimone Già in crisi la strategia abbozzata dal Presidente: ammettere con la Lewinsky Sexygote, spunta un testimone Casa Bianca al contrattacco: Monica mitomane WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Spunta un testimone oculare, e la situazione del Presidente Clinton si fa improvvisamente più difficile. Il procuratore Kenneth Starr avrebbe emesso un mandato di comparizione nei confronti di un testimone - alcuni parlano di un agente di sicurezza - che sostiene di aver sorpreso il Presidente e la stagista Monica Lewinsky durante un loro rapporto sessuale. La notizia, lanciata ieri mattina dalla rete Abc, ha finito per dominare i talkshow della domenica. Ma non ha ricevuto alcuna conferma da parte dell'entourage di Starr. E la Casa Bianca ha reagito con rabbia all'uso che i media ne hanno fatto. «Il Presidente non ha avuto una relazione sessuale con la Lewinsky e non le ha chiesto di mentire», ha ripetuto furente Rahm Emanuel, uno dei più stretti collaboratori di Clinton. La sparata dell'Abc ha bloccato sul nascere l'offensiva mediatica che la Casa Bianca aveva messo a punto nel corso della notte. L'idea era questa: far sapere che il Presidente era pronto ad ammettere la relazione con la Lewinsky, insistendo però che la relazione era stata platonica, che era fatta di dolcezze e di carinerie e di conversazioni al telefono. Il Presidente aveva avuto simpatia per questa ragazza che veniva, come lui, da Una famiglia a pezzi, hanno spiegato fonti della Casa Bianca al Washington Post. E le affermazioni registrate della Lewinsky? Le sue descrizioni dettagliate di una loro relazione sessuale? Esagerazioni, fantasticherie da parte di una giovane infatuata che non sempre dice la verità, hanno suggerito alla Casa Bianca. La tesi della «relazione platonica» ha infatti un inevitabile corollario: la mitomania della Lewinsky. E gli uomini chiamati a raccolta dal Presidente e dalla First Lady alla Casa Bianca per salvare la presidenza hanno cominciato a mettere in dubbio altre affermazioni della Lewinsky per minarne la credibilità, per dipingerla come una persona abituata a raccontare balle. In particolare hanno fatto sapere che alcuni regali che lei dice di aver ricevuto dal Presidente - un libro con dedica, una tazza da caffè, delle magliette - sono oggetti che Clinton aveva acquistato in gran numero durante una sua vacanza a Martha's Vineyard e aveva poi regalato agli impiegati della Casa Bianca. La stessa Lewinsky, del resto, nel corso delle sue conversazioni registrate con la Tripp dice in più occasioni di essere «una che ha raccontato balle tutta la vita». Ma quest'offensiva messa in cantiere dai Clinton - òhe ieri hanno messo il naso fuori dalla Casa Bianca solo per andare a messa - non è mai veramente decollata. Appena ha cominciato a diffondersi la voce che Starr aveva per le mani un testimone oculare l'entourage dei Clinton si è chiuso nuovamente a riccio, in un assetto di difesa. L'esistenza di un testimone disposto a deporre sotto giuramento ha ovviamente alterato i termini della trattativa che dura da giorni tra il procuratore Starr e William Ginsburg, l'avvocato della Lewinsky che cerca di ottenere l'immunità per la sua cliente chiamata a deporre domani davanti ad un gran giurì. «E' pronta a raccontare tutto», ha detto ieri Ginsburg, «purché non venga incriminata». Ma alcuni cominciano a sospettare che la Lewinsky non sia più così indispensabile per incastrare il Presidente. E che per questo Starr abbia perso interesse nella trattativa con Ginsburg. Pare tra l'altro che la Lewinsky non sia l'unica disposta «a raccontare tutto». Ieri circolava la voce che un'altra giovane donna che lavorava alla Casa Bianca è disposta a rivelare un suo rapporto sessuale con il Presidente sotto giuramento. E alcuni temono che possa essere l'inizio di un effetto a cascata. Intravedono lo spettro di decine e decine di donne - «centinaia», stando al titolo urlato ieri dal New York Post - pronte a confermare un incontrollabile impulso sessuale del Presidente. Andrea di Robilant Il procuratore Starr avrebbe un asso nella manica: un agente dei servizi segreti che vide i 2 amanti Qui sotto due dei protagonisti della crisi alla Casa Bianca Monica Lewinsky e il procuratore speciale Kenneth Starr
Luoghi citati: Washington
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