Elisabetta vuole bloccare l'ultimo libro su Diana
Elisabetta vuole bloccare l'ultimo libro su Diana Nuove rivelazioni dal suo ex segretario Elisabetta vuole bloccare l'ultimo libro su Diana Chiusa a Parigi la caccia alla Uno bianca Per la polizia «fu soltanto un incidente» LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE E' quasi ima dichiarazione di guerra, stando alla stampa popolare inglese, quella che la regina Elisabetta ha lanciato contro Patrick Jephson, l'ex segretario privato di Diana che avrebbe scritto un libro sugli otto anni trascorsi al fianco della principessa. Nel giorno in cui il fondo di beneficenza intitolato a Diana presentava il suo logo, caratterizzato dalla firma della principessa su campo viola per distinguerlo da tutte le iniziative non ufficiali, Buckingham Palace ha reagito con fermezza ai progetti di Jephson. La famiglia reale teme, evidentemente, che altre rivelazioni scomode sulla turbinosa vita di Lady Di possano addolorare i principini William e Harry. Sarà una battagha legale; e in queste ore se ne parla più delle notizie parigine secondo cui l'indagine sulla morte della principessa di Galles «è sostanzialmente finita» e, secondo l'ispettrice che se ne è occupata, non c'è nulla di sinistro («Le teorie del complotto sono sciocchezze»). La pubblicazione del libro, secondo fonti di palazzo, violerebbe l'impegno di confidenzialità sottoscritto da Jephson quando fu assunto dal principe Carlo. E il libro non è certamente autorizzato dalla famiglia reale, anche se il «Mail on Sunday» suggerisce che Elisabetta non si era esplicitamente opposta quando l'idea era stata ventilata alcuni mesi fa. Ora la sovrana avrebbe cambiato idea, in ogni caso: Je- ^^^Prlnceu oIl logo della prinm ogni caso: phson, ex ufficiale di Marina di 41 anni, è stato accanto a Diana per otto dei suoi anni più turbolenti: attraverso il fallimento matrimoniale, i suoi flirt, i periodi di depressione. «Era come guardare una macchia di sangue che si spandeva sotto una porta chiusa», ha detto dopo la morte Walo» Memoria! Fund pessa Diana della principessa. La rottura con la principessa risale alla fine del 1995, quando Diana diede una controversa intervista alla Bbc senza consultare lui o gh altri funzionari di palazzo. «Buckingham Palace non ha motivo di essere preoccupato», ha commentato ieri Jephson. Ma evidentemente Elisabetta non è d'accordo. Finirà, probabilmente, con la pubblicazione del libro non in Inghilterra ma in America: proprio come aveva già fatto l'ex domestica di Diana, Wendy Berry, per sfuggire a eventuali azioni giudiziarie. La realtà è che la principessa, da morta, provoca alla famiglia reale non meno grattacapi di quando era viva. Le recenti polemiche sulle spese per il suo fondo di beneficienza, e soprattutto su tutte le iniziative non autorizzate legate al suo nome, sono una continua girandola sulle pagine dei giornali. Ma almeno da Parigi vengono buone notizie. E' stata Martine Monteil, che dirige le indagini sulla morte della principessa, a rivelare in un'intervista al «Sunday Times» che anche quel capitolo sta per chiudersi e che le morti nel tunnel dell'Alma «non sono che un terribile incidente». Secondo la Monteil «non sono vere» le voci di una principessa tallonata da 007 francesi e britannici. Il giornale rivela anche, a proposito della misteriosa Fiat Uno bianca, che ci fu un arresto: un vietnamita, tale Le Van Thanh, residente a Clichy, un sobborgo parigino a cinque chilometri dall'Alma. Aveva una vecchia Uno bianca, la fece riverniciare di color rosso l'indomani della morte di Diana per nascondere molte** ammaccature, portava sovente sul sedile un grosso cane (fa il guardiano notturno) simile a quello di cui avevano parlato alcuni testimoni. Un solo guaio: il suo alibi era perfetto e fu rilasciato. Ora anche la caccia alla Uno bianca è finita. [f. gal.) ^^^Prlnceu of Walo» Memoria! Fund Il logo della principessa Diana
Luoghi citati: America, Galles, Inghilterra, Londra, Parigi
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