«Noi, donatori pentiti»

«Noi, donatori pentiti» «Noi, donatori pentiti» Coppia di Potenza: uno strazio inutile POTENZA. «Lasciate morire in pace Gabriele. Non è vero.che non soffre, ha già sofferto troppo finora. Lasciate che la natura faccia il suo corso!» L'appello non viene da uno dei tanti esperti chiamati al capezzale del piccolo anancefalico di Torino, ma da una mamma che ha sperimentato direttamente un dramma simile a quello dei genitori di Gabriele. Michelina Delli Gatti, 28 anni, da Tito, provincia di Potenza, e madre di una bambina di 6 anni, ha portato in grembo per 9 mesi anche lei un piccolo anancefalico. Anche lei, col marito Gerardo Del Prete, operaio, aveva pensato di dare senso a una gravidanza il cui frutto non aveva speranza. Avevano pensato di donare gh organi, poi non se ne fece nulla per tanti motivi, e anche perché il piccolo - battezzato da un medico con il nome di Massimiliano - visse solo 2 ore e mezza. Ma oggi, un anno e mezzo dopo quel calvario, il papà di Massimiliano ha fatto giungere all'Ansa di Potenza un fax scrit¬ to a mano, dal contenuto amaro: «Non è giusto né umano asportare gh organi da un bambino sfortunato e ammalato; il gesto della donazione è bellissimo, ma quando è programmato non è più così. E per questo mi permetto di chiedere ai genitori di Gabriele di non passare per carnefici del proprio bambino». Al telefono la mamma di Massimiliano, la signora Michelina, ricostruisce la sua storia. Seppe di portare in grembo un bambino anencefalo all'ottavo mese di gravidanza, nel settembre del '96. «Ho pensato di donare gh organi perché amavo mio figlio e poi non avevo alternative; magari a mente fredda sono pentita». Michelina e Gerardo allora cercarono in ogni modo aiuto; finirono anche nei programmi popolari delle tv. Si appellarono al ministro della Sanità. E oggi la signora ricorda la telefonata di Rosy Bindi a casa, che la invitava a recarsi al Policlinico Gemelli. Entrò nel nosocomio romano l'8 novembre '96. H 21 nacque il piccolo Massimiliano che non fu intubato; i medici rifiutarono l'accanimento terapeutico, e convinsero la puerpera a lasciare che la natura facesse il suo corso. Massimiliano visse due ore e mezza, presentava altre malformazioni oltre a quelle evidenziate dalle tante ecografie. E mamma Michelina non lo ha mai visto il suo piccolo, nemmeno da morto. Non se l'è sentita di prenderlo in braccio e di osservarlo. Oggi, tra i singhiozzi, dice che quella sua assenza dal capezzale di Massimiliano costituisce il suo vero peccato: «Ho sbagliato a non tenerlo in braccio, a non accarezzarlo, a non fargli sentire che la mamma era lì; i bambini sentono, soffrono anche nel grembo materno». E lancia l'appello ad altri genitori sfortunati: «Non donate gh organi, lasciate Gabriele in pace, lui vivrà nei vostri ricordi così com'è venuto al mondo, comunque bello, senza strazi inutili». Edmondo Soave

Persone citate: Delli Gatti, Gerardo Del Prete, Rosy Bindi

Luoghi citati: Potenza, Torino