Un «chip» rivoluziona il Lego di F. Gal.

Un «chip» rivoluziona il Lego Nuovi mattoncini Un «chip» rivoluziona il Lego LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Addio ai tradizionali mattoncini Lego. Perché la Casa danese, dopo avere invaso il mondo con i moderni eredi di plastica del Meccano, e avere costruito interi modellini di città e monumenti celebri, ha deciso di portare la cibernetica nel paradiso dell'infanzia. E' nato il «mattoncino intelligente» e, anche se la sua presentazione ufficiale avverrà solo martedì con due manifestazioni dimostrative a Londra e New York, è facile prevedere che di rivoluzione si tratti davvero. Il progetto, che resta per il momento «top secret», consiste in speciali mattoncini dotati ciascuno di una microchip; quindi trasformati in piccoli computer che il bambino può programmare con discreta facilità (e se necessario con l'aiuto di papà e mamma). Per dare un'indicazione qualitativa della svolta, basti dire che il mattoncino è stato messo a punto in collaborazione con il Massachusetts Institute of Technology, che da anni collabora con la Casa danese. Già esistono, in circa 5 mila scuole americane che hanno partecipato a un programma pilota, unità intelligenti della Lego che però non sono in grado - a differenza del nuovo mattoncino - di agire e interagire autonomamente. Hanno infatti una sorta di cordone ombelicale: un filo che le collega al computer di classe; un po' sulla falsariga di un prototipo talmente avanzato quando fu presentato che è ora al Museo dell; Scienza e della Tecnica di Chicago. Il nuovo mattoncino intelligente potrà essere collegato a un tradizionale computer, ma soltanto per la programmazione iniziale. Per il resto, in atte sa che il «top secret» sia svela to, non si possono che immag; nare gli scenari dei nuovi gio chi: robot interattivi, soldatin, in grado di combattere battaglie, gru e camion che si muovono indipendentemente. Insomma, tutto quello che un microchip può far fare a un oggetto dotato di ruote, pulegge, sensori ottici o meccanici. Che si tratti davvero di una svolta decisiva, o «epocale» come è di moda dire, sembra essere garantito dai nomi che la Lego propone per la presentazione di martedì. Fra questi figura il professor Seymour Papert, del Mit: colui che dal 1985, con Steve Ocko e Mitchel Resnick, è impegnato nelle ricerche relative alle nuove costruzioni. La collaborazione fra Lego e Mit ha portato alla creazione di mattoncini programmabili con il linguaggio Logo (i Lego-Logo). Il Logo è un elementare linguaggio di programmazione destinato ai bambini: messo a punto negli anni 60 e successivamente perfezionato, consente di dare un'anima ai nuovi robot che si possono costruire. Nella dialettica elettronica è facile dire, come fanno gli esperti del Mit, che con il nuovo mattoncino intelligente i bambini apprenderanno senza difficoltà uso e linguaggio del computer. Tanto da essere poi in grado, da grandicelli, di passare ai computer senza la minima difficoltà. Ma senza arrivare a tanto, basta il piacere immediato - i giochi complessi ma facili da programmare - a segnare la svolta del nuovo gioco «top secret». [f. gal.]

Persone citate: Mitchel Resnick, Seymour Papert, Steve Ocko

Luoghi citati: Chicago, Londra, Massachusetts, New York