Il leader degli esuli: io sbarco

Il leader degli esuli: io sbarco Il leader degli esuli: io sbarco Rischio di una grave crisi in piena visita MIAMI. Ramon Saul Sanchez, leader degli esuli cubani e della «Flottiglia della Democrazia», vuole tentare il colpo grosso e sbarcare a Cuba clandestinamente in occasione della presenza di Giovanni Paolo II sull'isola caraibica. L'avversario di Fidel Castro è salpato nel cuore della notte di venerdì da un punto non precisato della costa della Florida su un'imbarcazione di 10 metri e mezzo insieme con altre tre persone. Il mare era agitato e le autorità costiere gli avevano intimato di non partire, ma Sanchez già a bordo della sua «Human Right» ha telefonato con un cellulare all'agenzia giornalistica «Associated Press» per dire che salpava. Unità guardacostiere per ore hanno perlustrato lo stretto, ma non hanno trovato alcuna traccia del leader anticastrista. «Sogno il giorno in cui potrò sbarcare a Cuba, essere lì e dimostrare a ognuno che siamo esseri umani che agognano di tornare in patria», ha detto Sanchez prima di partire. La storica visita di Giovanni Paolo II è per gli avversari di Castro in esilio negli Stati Uniti una grande occasione per attirare l'attenzione mondiale sulla loro condizione di espatriati: in precedenza nelle intenzioni del gruppo di Sanchez vi era un progetto più ampio: erano infatti state predisposte tredici imbarcazioni della «Flottiglia» pronte a salpare, ma il mare mosso ha fatto saltare il piano. Il comandante della Guar¬ dia costiera Usa, Marcus Woodring, ha detto che sarà fatto tutto il possibile per bloccare gli esuli ed evitare una contrapposizione con le autorità cubane. «Abbiamo unità navali e aeree che stanno pattugliando lo stretto della Florida; se non lo troveremo, vedremo cosa fare», ha detto il comandante precisando che si tratta anche di valutare se l'azione di Sanchez e dei suoi compagni costituisca una violazione delle leggi statunitensi. Il servizio militare marittimo di Miami ieri pomeriggio aveva segnalato due imbarcazioni di esuli nel mezzo dello stretto precisando che «se Sanchez entra in acque territoriali cubane senza il permesso delle autorità dell'isola metterà in pericolo la sua incolumità e quella delle persone che lo accompagnano». Da quanto detto dal leader degli esuli prima di salpare, la presenza del Pontefice potrebbe trasformarsi in un'occasione clamorosa per sfidare il regime di Castro. «E' nostro diritto di cubani entrare pacificamente nel nostro territorio e sarebbe umiliante farlo chiedendo un permesso turistico», aveva affermato Sanchez. Altre 40 persone sono salpate invece sul Sea King, scortate da un'unità guardacostiera carica di giornalisti, dirette verso il limite delle acque territoriali cubane, che hanno garantito di non voler superare, dove hanno intenzione di celebrare una Messa per il rilascio dei prigionieri politici a Cuba invocato dal Pontefice, mentre all'Avana si diffondono voci di un imminente provvedimento di grazia deciso da Fidel Castro. Alla manifestazione di preghiera hanno partecipato ieri anche i passeggeri di dodici velivoli decollati da un aeroporto di Miami per raggiungere «Punto Libertà», il punto al limite delle dodici miglia scelto dagli esuli cubani per svolgere la parte legale della operazione. [Agi-Ap]