L'ALTRA DELLA W

L'ALTRA DELLA W L'ALTRA DELLA W Mediaset, la rivincita del Nemico Confalonieri: siamo necessari alla libertà del Paese SAINT-VINCENT DAL NOSTRO INVIATO «Il discorso del servizio pubblico? Va rivisto. Io dico: è il pubblico che sceglie da quale televisione farsi servire». Maurizio Costanzo parla, da direttore di Canale 5, alla convention Mediaset: che cade proprio nei giorni in cui il servizio pubblico, la Rai, si dibatte in una grave crisi politica e organizzativa. Mentre a Roma si consuma il grande travaglio all'ombra del Palazzo, qui in Valle d'Aosta, all'ombra del casinò, tutta Mediaset celebra il suo momento di grazia particolare, con la prima «convention» dedicata esplicitamente al «prodotto»: che ha radunato varie centinaia di persone, i volti noti dell'mformazione, i manager, i direttori di rete e di testata, i «creativi», gli ideatori di trasmissioni, insomma una bella fetta di quell'universo di 4000 persone che si chiama Mediaset. A questa platea il presidente Fedele Confalonieri lancia un messaggio di orgoglio: «Siamo più che mai il cane da guardia degli altri poteri, forti della nostra assoluta libertà di fare editoria televisiva. Quindi siamo più che mai necessari per il Paese. E cruindi il "potere della tv" si traduce in maggiore libertà per i cittadini». E' un discorso dalla forte valenza politica, che chiude un programma fitto e una giornata di (contenuta) euforia. E all'ora della pennichella tutti a spasso nel tiepido sole: un cu¬ rioso spettacolo per gli eventuali «divoratori di video» di Saint-Vincent, con tanti personaggi pubblici in poche centiniaia di metri sulla via centrale. Per i più curiosi, invece, niente da fare: la grande assemblea è a porte chiuse. Anche se Costanzo non ha difficoltà a riassumere il senso del suo intervento: «Insisto sulla centralità di Canale 5, sempre più rete di riferimento in direzione di un'idea di tv come "luogo" dove accadono le cose. Poi le posso aggiungere che come cittadino non sono affatto contento di quel che accade ala Rai, e come direttore di Canale 5 sono invece ovviamente soddisfatto per il trend positivo delle nostre reti. E' la pri¬ ma volta che Canale 5 supera Raiuno durante le feste di Natale». Costanzo attribuisce molta importanza a questi dati, come anche a quelli sui «sorpassi» dei telegiornali (l'altra sera il Tg5 è stato di nuovo vicinissimo al TG1, con mio scarto dello 0,5 per cento) perché segnalano, secondo lui, che anche lo zoccolo duro del pubblico più «stanziale» della Rai ha cominciato a scegliere di volta in volta il canale che lo interessava di più. Intanto, nella hall dell'hotel BiUia, campeggia il manifesto della convention: è l'ingrandimento della tela d'un pittore fiammingo del Seicento, David Teniers il giovane, che raffigura la quadreria di Leopoldo Guglielmo: alcuni dipinti sono stati sostituiti con immagini di trasmissioni e personaggi Mediaset, Mike Bongiorno sorride accanto a Tiziano e Raffaello dopo aver preso il posto di un Tiepolo, e sopra tutto campeggia un grande titolo: «Noi navigatori dell'immagine». Viene in mente il D'Annunzio di «navigare è necessario. Vivere/ non è necessario», ma ci spiegano che il riferimento esplicito è semmai alle «navigazioni» internettiane nel mondo dell'informazione. E aggiungono anche che tutti i quadri di Leopoldo Guglielmo erano, guarda caso, italiani. Navigare sì, ma verso l'esportazione. E' questa la nuova frontiera? Il direttore generale Mario Brugola getta acqua sul fuoco ma ammette, sì, di aver invitato a riflettere sulla necessità di «esportare» programmi, di superare la fase in cui la produzione televisiva è rivolta al solo mercato intemo. «E' finito un periodo, i gusti del pubblico sono più raffinati e soprattutto vari, diversificati. La grande partita non è più su che cosa trasmettere ma su che cosa produrre». E «come» produrre. Lo spiega Pier Silvio Berlusconi, che in questa convention all'insegna dell'ottimismo e della soddisfazione rappresenta a suo modo una novità. A 28 anni, il figlio del fondatore è per la prima volta davanti a una platea così ampia in veste di coordinatore del palinsensto. Aria di famiglia, anche commozione. Alla fine del suo mtervento ci sono, pare, abbracci. E lui, che in azienda lavora da cmque anni, non ha difficoltà a dichiararsi «emozionato»: «Perché ho vissuto di televisione, ho respirato televisione in casa fin da bambino - ci racconta - e a questa azienda voglio bene, proprio nel senso che la conosco nel profondo, che voglio bene a tanta gente». Ha spiegato alla platea che la Rai si può battere grazie al coordinamento fra le tre reti, che hanno dalla loro agilità e flessibilità. A noi ricorda che però il successo Mediaset è importante di per sé, anche indipendentemente da quel che accade all'azienda di Stato. «Siamo veloci. Dobbiamo essere capaci di trasformarci continuamente, di sfruttare la nostra velocità». E' questo il «messaggio»? Fra sobrietà, spirito di corpo e analisi felpate i «navigatori nell'immagine» sembrano particolarmente attenti a tenere i toni il più possibile bassi, a evitare i trionfalismi, Se Roma piange, Saint-Vincent non dovrebbe ridere, almeno perché non sarebbe elegante. E poi siamo all'hotel del casinò. Monumento alla fortuna che gira. Mario Baudino Costanzo: «Dobbiamo rivedere il concetto di servizio pubblico Oggi è la gente che sceglie da chi vuole farsi servire...» Sopra: il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri

Luoghi citati: Roma, Saint-vincent, Valle D'aosta