Flick: maggioranza frantumata

Flick: maggioranza frantumata Domani si apre a Montecitorio il dibattito sulla Bicamerale Flick: maggioranza frantumata «Sulla giustizia ogni partito gioca per sé» ROMA. Domani alle 11 comincia a Montecitorio il lungo viaggio delle riforme. La prima «tappa», che sarà trasmessa in diretta tv, si aprirà con la relazione introduttiva del presidente della Bicamerale Massimo D'Alema. L'assemblea della Camera si occuperà delle materie nell'ordine indicato nel testo approvato dalla commissione per le riforme: federalismo, forma di governo, Parlamento e giustizia. Tutti temi «caldi», ma quello della giustizia minaccia di diventare addirittura incandescente. Ieri il ministro Guardasigilli Giovanni Maria Flick, intervenendo a un convegno a Napoli, non ha risparmiato critiche all'Ulivo. «Sarò ben lieto - ha detto polemicamente il ministro - di conoscere il programma della maggioranza per la giustizia (talvolta temo di vedere tanti programmi quanti sono i partiti e talvolta più d'uno nello stesso partito) e di collaborare alla sua definizione ed alla sua realizzazione. Si affollano in questi giorni preoccupazioni e interrogativi sullo stato di salute della giustizia - ha detto ancora il ministro - sulla possibilità di dare effettiva attuazione a questa riforma "epocale", sui presunti limiti angusti di riforme tecniche che lascerebbero irrisolti i veri nodi della politica giudiziaria e dei rapporti tra politica e giustizia». Flick ha manifestato la sua irritazione per la battuta d'arresto che ha riguardato anche i disegni di legge ordinari e, dopo aver accennato ad alcune delle proposte di riforma del sistema giudiziario, il ministro ha polemicamente rilevato «come alcune di queste proposte procedano a fatica, altre siano sostanzialmente in stallo per ipotesi di emendamento proposte da singoli esponenti della maggioranza che pure invocano "consigli di amministrazione" preventivi quando sia il Governo ad esprimere la sua posizione». «Ho troppo rispetto per il Parlamento - ha detto Flick per mettere anche lontanamente in dubbio che l'ultima parola in fatto di leggi, ancorché proposte dal governo, spetti alle Camere, ma ho anche troppo rispetto per tutte le istituzioni, Governo compreso, per venir meno ai doveri che incombono sul ministro Guardasigilli: dare attuazione con il massimo impegno alle leggi delega approvate all'unanimità». Sul tema della giustizia è intervenuto ieri (esprimendo il suo dissenso su alcuni punti della Bicamerale) anche Luciano Violante. Il presidente della Camera ha preso in particolare le distanze da una figura nuova, il cosiddetto «superprocuratore» introdotto dal testo approvato dalla commissione per le riforme. «Dissento - ha detto Violante dalla proposta di istituire un Procuratore generale titolare dell'azione disciplinare nei confronti della magistratura. La magistratura, indipendente, non deve divenire separata, non deve diventare una casta». A giudizio del presidente della Camera l'azione disciplinare deve essere esercitata dal ministro di Grazia e Giustizia. Rispondendo alle domande degli studenti delle scuole superiori nel corso di un incontro a Rimini, Violante non ha risparmiato bacchettate ai giudici troppo ciarlieri. «I magistrati - ha detto - devono parlare solo con le sentenze. Più un magistrato sta zitto, più acquista legittimazione. Più parla, più la perde. Tutti dobbiamo aver paura di magistrati che fanno leva sul consenso, altrimenti la magistratura è un organo politico, non è più un organo giudiziario. Un magistrato - ha concluso deve avere le spalle sufficientemente quadrate per poter resistere anche a violenti attacchi della politica senza a sua volta fare errori». Ir. i.] Il Guardasigilli «Anche i disegni di legge ordinari sono rimasti in fase di stallo» Violante: «Bisogna avere paura di magistrati che fanno leva sul consenso» il presidente della Camera, Luciano Violante, nel suo intervento a Rimini

Persone citate: D'alema, Flick, Giovanni Maria Flick, Luciano Violante

Luoghi citati: Napoli, Rimini, Roma