Marini: sulla giustizia verifica con il pds di Alberto Papuzzi

Marini: sulla giustizia verifica con il pds Al convegno di Liberal il leader del ppi attacca i «professori» e difende il progetto della Bicamerale Marini: sulla giustizia verifica con il pds «Nell'Ulivo serve un chiarimento» FIRENZE DAL NOSTRO INVIATO Maglione a righe, calzoni di velluto, l'unico degli invitati in tenuta casual, pipa fra i denti, Franco Marini, segretario del ppi, ha monopolizzato la seconda giornata del convegno degli Amici di Liberal sul «Bipolarismo che non va», fin da quando, mettendo piede nel Castello di Cafaggiolo, ha dichiarato ai cronisti che nell'Ulivo sarebbe del tutto legittimo uno «sforzo di chiarimento». Quindi, nel dibattito, intervenendo sulla relazione di Augusto Barbera, dedicata allo stato di salute del centrosinistra, si è contrapposto con la passione dei tempi sindacali a quelli che ha chiamato i «professori» (Pasquino, Panebianco, Rebuffa, Salvati, Scoppola, ecc.) per difendere le ragioni della politica pratica e soprattutto il progetto della Bicamerale uscito da casa Letta. Tuttavia ha riconosciuto, per la prima volta, come ha subito fatto notare lo storico cattolico Pietro Scoppola, la possibilità di correggere la riforma costituzionale: «Non va buttata all'aria ma neppure è un tabù blindato». Concludendo con una replica dai toni profetici a chi chiedeva che l'Ulivo, per realizzare un vero bipolarismo, acceleri la trasformazione da coalizione elettorale a movimento politico: «Mio nonno mi insegnava che l'ulivo si pianta per i figli e i nipoti». Frattanto le agenzie di stampa avevano diffuso la notizia che Marini chiedeva una verifica al pds, dopo che D'Alema, il giorno prima, aveva attaccato i popolari sullo scottante tema della giustizia. Per cui il segretario del ppi si è trovato circondato dai cronisti. «Siamo d'accordo, però, che non è un'intervista», ha premesso accettando di rispondere alle domande. «Su alcune questioni, dentro l'Ulivo, ci sono posizioni abbastanza diverse e io credo che sia del tutto legittimo che, prima di una stringente fase parlamentare, si vada a un chiarimento». Quali questioni? «Per esempio la giustizia. O anche l'idea di ampliare i poteri del Capo dello Stato». Che cosa risponde a D'Alema che ha parlato di arroganza dei vincitori sulla vicenda Previti? «Quali vincitori? Io non mi sento un vincitore». E sulla leadership del pds per la scelta del premier? «Non c'è automatismo, ma non troverei scandaloso se il segretario del pds si candidasse a premier. In linea di principio l'affermazione di D'Alema sulla leadership del partito di maggioranza mi trova quindi d'accordo». Arriva anche una domanda sulla Rai: lei difende il direttore generale Franco Iseppi? «Non scaricherei le responsabilità su un direttore che ha mostrato capacità di lavorare». Non deve meravigliare che due ex de, prima Martinazzoli poi Marini, siano stati i protagonisti delle due giornate del convegno, perché la posizione dei cattolici è stato il tema dominante, specie alla luce dell'iniziativa avviata da Francesco Cossiga per creare un nuovo movimento di centro. Nella sua relazione, anche Barbera ha denunciato il problema: «Ha ancora senso la gelosa difesa dell'identità di tanti partitini cattolici, compreso il ppi?». Al punto che Marini è quasi esploso: «Sono stupito ma anche infastidito dall'ansia con cui ci si chiede dove vadano i democristiani. Non ci sono più. Il discorso del grande centro non esiste. E' passata una scimitar¬ ra che ci ha spaccati in due e non c'è possibilità di recupero. Mi ci vedete a governare con Forza Italia? No, io non credo a nessuna deriva liberista». L'altro fatto importante del convegno è stata la richiesta, da parte dei «professori», di un referendum popolare per abolire del tutto la quota proporzionale nella legge elettorale. Favorevoli anche il pidiessino Claudio Petruccioli, che ha dichiarato «neodemocristiana» l'idea di D'Alema che il partito di maggioranza esprima il premier, e il redivivo Claudio Martelli, che vede nel nascente movimento di Cossiga la risposta alla crisi di Forza Italia. Contrario soltanto Sergio Romano, per il quale una nuova legge elettorale non è altro che una «panacea», perché i problemi non si risolvono con l'ingegneristica costituzionale. Fra attacchi all'Ulivo da Gianfranco Pasquino, per l'impotenza riformista, da Nerio Nesi, per troppo decisionismo, da Carlo Scognamiglio, per la pratica lottizzatrice, da Giulio Tremonti, per la legge sui negozi, si è arrivati all'ultima battuta del convegno, quando l'umbro Petruccioli, che vorrebbe l'Ulivo soggetto politico ormai autonomo, ha ammonito l'abruzzese Marini: «E' vero che l'ulivo si pianta per i figli, ma è anche vero che soffre le gelate, soprattutto se piccolo». Alberto Papuzzi Franco Marini segretario del ppi ha partecipato ieri alla seconda giornata del convegno organizzato da Liberal sul «Bipolarismo che non va» nel Castello di Cafaggiolo

Luoghi citati: Cafaggiolo, Firenze, Maglione