Fazio: «L'economia va, fisco ancoro alto» di Stefano Lepri

Fazio: «L'economia va, fisco ancoro alto» «Nel '98 pil sopra il 2%, troppe tasse frenano gli investimenti». Il premier replica: il denaro può costare meno Fazio: «L'economia va, fisco ancoro alto» «Al Sud salari più bassi» NAPOLI DAL NOSTRO INVIATO A maggior ragione se c'è l'euro, salari più bassi al Sud. Per la prima volta Antonio Fazio imposta il discorso sulla prospettiva che l'unione monetaria europea si farà. Forse in cuor suo continua ancora a dubitarne, l'euroscettico e forse semplicemente scettico governatore della Banca d'Italia. Ma ormai le scadenze sono troppo vicine per non condizionare tutto lo scenario. Davanti a una platea di operatori finanziari che già puntava su un nuovo calo del tasso di sconto in aprile, Fazio ha spiegato che la sua prudenza trova ora altre ragioni: «La politica monetaria è volta con più attenzione alla stabilità del cambio» per tenere la lira agganciata al marco. E' uno dei discorsi più importanti dell'anno, quello che il governatore usa tenere al congresso dei cambisti (Forex) e degli altri operatori finanziari (Assobat, Atic, Aiaf). Un anno fa, a Milano, faceva freddo; questa volta a Napoli il sole scaldava l'aria e le mi mose erano in fiore. Guardando all'Italia, l'immagine vale qualcosa; sull'Asia invece Fazio vede nero. La no-1 stra economia va meglio di | quanto la stessa Banca d'Italia avesse previsto: crescita '97 «in prossimità dell'1,5%» grazie alla rottamazione auto e su una tendenza oltre il 2% nel '98; conti pubblici in linea con Maastricht; aspettative di infla zione «in continuo ridimensiona mento», collocate ora «sul 2% per il 1998 e il 1999». Subito informato, il presidente del Consiglio esprime «grande soddisfazione». Ma il successo nel frenare i prezzi Fazio lo rivendica prima di tutto alla Banca d'Italia: all'«azione monetaria talora necessariamente dura» cominciata «nell'estate del '94», con l'aumento dei tassi che irritò il governo Berlusconi, e continuata sfidando le critiche dei due successivi governi, di diverso colore politico. Da quel successo invita a partire per affrontare quello che è oggi il problema più grave: «l'occupazione». Qui le cose non migliorano; tendono «anzi a peggiorare nelle regioni più depresse». Proprio a Napoli, Fazio non ha avuto timore di rilanciare una sua vecchia idea: al Sud, perché si trovi più lavoro, occorre abbassarne il costo. Quando l'euro toglierà per sempre la possibilità di aggiustare il cambio alle condizioni dell'economia nazionale, sarà ancora più importante «eliminare le rigidità nei rapporti economici tra datori di lavoro e dipendenti, che impediscono alle retribuzioni e alle altre condizioni contrattuali di adeguarsi alla produttività e alla domanda di lavoro». Nel Mezzogiorno c'è maggior domanda di lavoro e la produttività è più bassa: due ragioni di mercato, non una, perché siano differenti i salari. Con questi ragionamenti, il governatore ha fatto un passo in avanti. Da anni parlava di abbassare nel Sud il costo del lavoro, cosa che si può fare anche riducendo i contributi sociali a carico delle imprese o, se Bruxelles lo impedisce, con altri incentivi magari fiscali. E' soprattutto interpretandolo in questo senso che gli hanno detto di sì il sindaco di Napoli Antonio Bassolino, presente al congresso degli operatori finanziari, o da altri luoghi del Paese dirigenti sindacali come Sergio D'Antoni e Guglielmo Epifani. Romano Prodi promette «incentivi molto forti». Ma ieri mattina Fazio ha fatto un accenno esplicito alla flessibilità delle retribuzioni propriamente dette. Al governo Fazio riconosce «progressi rilevanti'nel riequilibrio dei conti pubblici». Ma avverte che servono altri «interventi di natura strutturale» allo scopo insieme di ridurre il carico fiscale e di migliorare l'efficienza dei servizi pubblici. Le troppe tasse frenano gli investimenti privati, mentre le difficoltà nel ridurre la spesa corrente spingono a comprimere gli investimenti pubblici. Anche l'alto costo del denaro frena gli investimenti, ritorce Prodi; a prova che, nonostante le smentite, tensioni tra governo e Banca d'Italia restano. Alla corsa verso l'euro il governatore si prepara moltiplicando le cautele: tutto quest'anno, non solo fino alla decisione di maggio ma anche dopo, avrà sui mercati valutari «caratteristiche di particolare delicatezza». La crisi asiatica complica le cose. Sono parole inquietanti, che rivelano profondi timori: «L'economia internazionale presenta rischi di instabilità sistemiche, con conseguenti generalizzati effetti deflazionistici». La chiave di volta è il Giappone: se non rilancia produzione e consumi saranno guai per tutti. Nel tentativo di rasserenare il governatore, i congressisti gli hanno donato una Madonna di scuola bergamasca del '500. Andavano sul sicuro, sia per il soggetto sia sull'interesse per la pittura: nel pomeriggio Fazio è andato a visitare la pinacoteca di Capodimonte. Stefano Lepri

Persone citate: Antonio Bassolino, Antonio Fazio, Berlusconi, Guglielmo Epifani, Prodi, Romano Prodi, Sergio D'antoni

Luoghi citati: Asia, Bruxelles, Capodimonte, Giappone, Italia, Milano, Napoli