«Il posto fisso è tramontato» di Roberto Ippolito

«Il posto fisso è tramontato» Il presidente della Fiat a Chieti: assurda una legge per le 35 ore «Il posto fisso è tramontato» Romiti: rapporti di lavoro meno rìgidi CHIETI DAL NOSTRO INVIATO L'annuncio dell'addio è ormai dietro le spalle. Da quarantott'ore è ufficiale: a giugno Cesare Romiti lascerà la presidenza della Fiat. E ora Romiti, alla prima uscita in pubblico dopo la comunicazione, non rinuncia alla voglia di scherzare, replicando così a una battuta di un giornalista: «Anch'io non ho più il posto fisso». La frase viene pronunciata nell'aula magna dell'università di Chieti dove l'uomo che ha guidato il gruppo torinese per ventiquattro anni riceve l'onorificenza dell'Ordine della Minerva e interviene all'inaugurazione dell'anno accademico. La battuta è legata a un'osservazione contenuta nel discorso di Romiti: «Sta crollando - dice il presidente della Fiat - il cardine fondamentale che ha retto la concezione del rap- porto di lavoro per tutto questo secolo: il miraggio del "posto fisso". Sarà necessario abituarsi alla prospettiva di cambiare più volte mansione nel corso della vita di lavoro, anche restando nella stessa organizzazione». Certo, questo comporta «maggiori problemi di adattamento», ma anche «maggiori occasioni di affermare la propria personalità», di sviluppare la «capacità d'iniziativa», di moltiplicare le esperienze. L'incontro con i professori e gli studenti di Chieti offre quindi l'opportunità per una riflessione sulla flessibilità: «Non c'è dubbio che sia indispensabile rendere meno rigidi i rapporti di lavoro». Fi la flessibilità deve «esservi anche nel modo di considerare il lavoro e le sue prospettive». Romiti definisce «incomprensibili le resistenze a liberare da vincoli anacronistici il mercato del lavoro». Ed è per questo motivo che lui giudica «assurda la proposta di ridurre l'orario di lavoro per legge» come concordato dal governo di Romano Prodi e da Rifondazione comunista di Fausto Bertinotti. L'eventuale introduzione delle 35 ore avrebbe, secondo Romiti, l'«effetto di aumentare il costo del lavoro, di ridurre la competitività, ma soprattutto di incoraggiare gli investimenti» limitati alla difesa del lavoro esistente: insomma «l'esatto opposto di una politica per l'occupazione». Romiti richiama quindi i problemi più delicati che si pongono, oggi alle imprese. Ma all'inizio e al termine della cerimonia all'università di Chieti è bersagliato di domande sul suo futuro.. E ora cosa farà? «Fino a giugno - risponde - sono in Fiat e quando uno è in Fiat gli impegni sono così grandi che non può che pensare e parlare di Fiat». Ma nonostante la precisazione, i tentativi per saperne di più sui prossimi impegni continuano. E allora Romiti si diverte ad assicurare che non farà «il cantante» e non andrà alla Rai come qualcuno immagina. E il futuro della Fiat affidata alle cure dell'amministratore delegato Paolo Cantarella e del prossimo presidente Paolo Fresco? «Sarà glorioso, sempre più glorioso». Romiti spiega che «la Fiat di fine millennio» è visibile già adesso: «Noi presentiamo venerdì prossimo i risultati dello scorso anno e posso anticipare sono risultati di tutto rilievo con una Fiat che è patria monialmente ed economicamente molto forte e molto sohda e quindi in grado di diffondersi nel mondo e consolidare;!? successi che ha già avuto». Le vicende personali e quelle della Fiat suggeriscono una particolare attenzione al do¬ mani. Ma è anche la presenza di tanti giovani a imporre di guardare avanti: «Spetta a voi sottolinea Romiti - il compito difficile, ma straordinariamente entusiasmante di disegnare il nuovo futuro di questo nostro Paese, di questa nostra società». E «al di là delle incertezze e delle preoccupazioni del momento vi sono opportunità che erano impensabili solo alcuni decenni or sono». Però «è andato perduto o almeno si è addormentato il senso della responsabilità personale», «il senso del dovere», «la concezione del lavoro» come «realizzazione della persona, impegno etico oltre che economico». E<. così Romiti stimola gli studenti a «recuperare in fretta questi valori» per «risvegliare la tensione morale che 'ci fé"ée Wéscére, quasi miracolosamente, fra gli Anni Cinquanta e Sessanta». Roberto Ippolito Cesare Romiti premiato ieri all'università di Chieti

Persone citate: Cesare Romiti, Fausto Bertinotti, Paolo Cantarella, Paolo Fresco, Romano Prodi, Romiti

Luoghi citati: Chieti