Un diversivo di nome Saddam

Un diversivo di nome Saddam Si prepara un bombardamento sull'Iraq NEW YORK NOSTRO SERVIZIO L'Iraq ha ancora due settimane di tempo per smetterla di bloccare gli ispettori dell'Onu. Dopo quella scadenza tutto può succedere, compreso un nuovo attacco militare americano, con o senza la partecipazione di altri Paesi. Lo ha detto ieri Madeleine Albright, riservandosi comunque una possibilità di marcia indietro. Pubblicamente, infatti, lei ha ricordato che la «opzione militare» è sempre in piedi e che «la nostra pazienza non durerà ancora molto», senza indicare scadenze precise, ma poi i solerti funzionari del dipartimento di Stato hanno fatto filtrare la «lettura» che di quelle parole bisognava fare, e cioè quella delle due settimane di tempo. Ma come volevasi dimostrare, la bufera alla Casa Bianca per via dei nuovi problemi sessuali di Clinton ha inficiato tutto. La risposta immediatamente arrivata da Baghdad dice per esempio che il Presidente americano sta cercando un «diversivo» per «tenere occupata con qualcos'altro la stampa americana, e il diversivo potrebbe essere un folle attacco contro l'Iraq». Che anche i potenziali alleati degli Stati Uniti abbiano questa idea si può solo supporre, ma certo la loro rispo-. sta al tono da «leader del mondo arrabbiato» della Albright è stata alquanto risentita. Il rappresentante russo, Sergej Lavrov, ha detto che il Consiglio di Sicurezza deve «evitare ogni azione che induca l'Iraq a rendere ancora più difficile il lavoro degli ispettori»; quello della Cina, Qin Huasun, ha detto ancora più esplicitamente che «le legittime preoccupazioni irachene riguardanti la sicurezza e la dignità del loro Paese vanno prese nella dovuta considerazione» e quello francese Alain Dejammet, che oltre tutto è il presidente di turno del Consiglio, ha detto solo che bisognerà trovare una «risposta unitaria». Insomma la già nota riluttanza degli altri Paesi a seguire gli Stati Uniti sulla strada della «punizione» dell'Iraq sembra avere trovato una specie di ulteriore appoggio dalla considerazione che in un momento come questo Clinton potrebbe avere «bisogno» di un colpo all'Iraq. E questo nonostante la cosa nasca dal fatto che Richard Butler, il capo degli ispettori appena tornato da Baghdad, abbia presentato un rapporto di «condanna» esplicita nei confronti dell'Iraq. Franco Paniarelli Un diversivo di nome Saddam

Persone citate: Albright, Clinton, Franco Paniarelli, Madeleine Albright, Richard Butler, Sergej Lavrov