Morto il gay die si è dato fuoco

Morto il gay die si è dato fuoco A San Pietro Morto il gay die si è dato fuoco Ormando ROMA. Avrebbe voluto fare la fine del bonzo, davanti al Vaticano, e quando lo avevano salvato in extremis il suo commento era stato amaro, e rassegnato: «Non riesco nemmeno a uccidermi». Giovedì sera Alfredo Ormando, 39 anni, ha infine raggiunto il suo scopo: è morto in ospedale. Omosessuale, ex seminarista, si era dato fuoco il 13 gennaio in piazza San Pietro per denunciare l'incomprensione da parte della famiglia e della società. Subito l'Arcigay ha reso «onore al nuovo eroe della lotta di liberazione e dei diritti civili delle persone omosessuali», aggiungendo: «La Chiesa implori il perdono per le sofferenze inflitte alle persone omosessuali». Il presidente, Franco Grillini, definisce Ormando «lo Jan Palach degh omosessuali». Per l'amico Gaetano Mangano, 65 anni, funzionario del Banco di Sicilia in pensione, è «la tragica conclusione di una vicenda amara». Da sette anni ospitava a Palermo, nella casa che divideva anche con la sorella, Alfredo Ormando. «Quest'uomo - dice - è stato un incompreso e la vita non gh ha sorriso: aveva grandi capacità umane e intellettuali e un carattere d'oro». Ormando accudiva ai bisogni di Mangano, malato, e veniva ricompensato con vitto, alloggio e piccole somme di denaro con cui si pagava gh studi alla facoltà dì Lettere. Si sarebbe dovuto laureare quest'anno, studente - ovviamente - fuori corso. E' morto per insufficienza cardiocircolatoria nel Centro grandi ustioni dell'ospedale Sant'Eugenio, dove era ricoverato per ustioni di secondo e terzo grado sul 90 per cento del corpo. Era originario di San Cataldo, un paese vicino a Caltanissetta. Ultimo di otto figli di una famiglia di agricoltori, e orfano di padre, si era allontanato da casa per vivere a Palermo. Domenica 11 gennaio aveva telefonato alla madre di 83 anni, Giuseppina Messina, dicendole di essere partito per Roma, per motivi di studio. Il 13 gennaio, verso le 7,30, era giunto in piazza San Pietro, si era cosparso di benzina e si era dato fuoco. L'intervento di due agenti di pohzia dell'ispettorato vaticano - uno con un estintore l'altro con la giacca della divisa - aveva evitato che morisse tra le fiamme. Trasportato al Sant'Eugenio, era stato giudicato in gravissime condizioni. Una sola volta due dei fratelli, provenienti dalla Siciha, gh hanno fatto visita, pochi minuti, il 14 gennaio. In una prima lettera inviata all'agenzia Ansa, il 12 gennaio da Palermo, Ormando annunciò la decisione di uccidersi, motivandola così: «Non riesco più a ingannare la mia biologica voglia di vivere, a farmi una ragione sulla mia emarginazione, sulla mia sconfinata sohtudine; il mostro se ne va per non recarvi più offesa, per non farvi vergognare con la sua ignobile presenza. Non ho paura della morte, è un ritorno della mia vera casa, che avevo lasciato per reincarnarmi in questo bruttissimo corpo, per fare deUe brutte esperienze di emarginazione e di bassezze morali». [p. poi.] Ormando

Luoghi citati: Caltanissetta, Palermo, Roma, San Cataldo