Ispetti: ma io non mi dimetto di Au. Min.

Ispetti: ma io non mi dimetto Ispetti: ma io non mi dimetto «Sul lavoro non bo nulla da rimproverarmi» IL DIRETTORE GENERALE IROMA ERI mattina Franco Iseppi ha avuto un pessimo inizio di giornata. Il direttore generale della Rai ha letto una lettera di Romano Prodi su La Stampa, e quella ventina di righe che non erano certo tenere con lui - anzi, per essere più chiari, di fatto lo scaricavano - per usare un eufemismo si può dire che lo hanno amareggiato. Se, invece, si vuole essere più crudi si può dire che lo hanno fatto imbestialire. «Ormai in questo Paese - si è sfogato con un amico appena arrivato in ufficio - sono pochi gli uomini che hanno il senso delle istituzioni. Dovremmo quasi rivolgerci al Wwf: sono diventati una razza rara come i panda». Quella sortita del Professore al direttore generale della Rai, al grande nemico di Enzo Siciliano, non è andata giù. Alla fine, dopo una serie di telefonate furiose tra viale Mazzini e Palazzo Chigi, è arrivata per ristabilire almeno la creanza una precisazione dei presidente del Consiglio in persona: la lettera - questo il senso del comunicato ufficiale di Palazzo Chigi - non doveva essere interpretata come un atto di sfiducia del governo nei confronti dei vertici Rai. Quella nota ha calmato Iseppi, almeno formalmente, ma non ha certo contribuito a chiarire la situazione in Rai che rimane un vero guazzabuglio. Ci sono due consiglieri di amministrazione, Mursia e Olivares, che non se ne vogliono andare e sono pronti ad ingaggiare un duello a base di interpretazioni legulee di leggi e regolamenti. C'è il pds che punta ad azzerare il cda e vuole disfarsi anche del direttore generale: «Cda e direttore generale - scandisce il sotto- segretario Vincenzo Vita - sono un tutt'uno per cui bisogna cambiare tutto». Addirittura Romano Prodi accarezza l'idea di convocare un nuovo vertice ad alto livello che si occupi anche di Rai. E lui, Iseppi? Ovviamente, non gli passa nemmeno per la testa di mollare. Allora si dimette, direttore generale? «No, non mi dimetto». Cosa significa: per ora no, ma se fosse azzerato l'attuale cda sì? «Diciamo così: rispetto al lavoro che ho svolto non ho nulla da rimproverarmi». Bene, lei vuole rimanere al suo posto. La stessa cosa, a quanto pare, voglio¬ no fare due consiglieri malgrado gli altri : tre membri del cda abbiano rassegnato le loro dimissioni. Lei si iscrive alla scuola di pensiero che gli dà ragione o a quella che gli dà torto? «Ci sono tesi contrastanti. Penso, però, che la cosa più importante sia quella di riportare in un modo o nell'altro l'azienda alla normalità. La serenità e la certezza sono elementi indispensabili se si vuole che conduttori, programmisti, tecnici e tutti i lavoratori dell'azienda possano operare al meglio. E questo al di là di chi gestirà la Rai». Cosa ne pensa della lettera inviata ieri dal presidente del Consiglio alla Stampa? «Posso confermare che non c'è stata nessuna ingerenza del governo sulla conduzione dell'azienda». C'è anche qualche lamento da parte di Prodi. Ad esempio, racconta che la Rai se ne è quasi infischiata di una sua richiesta, quella di promuovere la lingua italiana nei Paesi del Mediterraneo. Vi rinfaccia addirittura di non aver promosso neppure una riunione... «Su questo punto il presidente del Consiglio è poco informato. Dice che non c'è stata una sola riunione, ma non è cosi. Anzi, posso assicurare che ce ne sono state diverse. Sono stati messi nero su bianco dei piani di intervento. Addirittura già sono state messe a disposizione delle risorse - per il momento 30 miliardi - per favorire la diffusione della nostra lingua nel Mediterraneo. Per essere ancora più precisi, in Tunisia siamo già alla realizzazione dei programmi. No, il presidente del Consiglio è poco informato su questo argomento». Ritorniamo al punto di partenza. Qualcuno vuole che in Rai cambino il consiglio di amministrazione e il direttore generale. Le ripeto: lei sta per dimettersi? «Le ripeto: non mi dimetto, perché non ho nulla da rimproverarmi», [au. min.]

Persone citate: Enzo Siciliano, Franco Iseppi, Iseppi, Olivares, Prodi, Romano Prodi, Vincenzo Vita

Luoghi citati: Tunisia