ZANARDI E GLI ALTRI di Guido Tiberga

ZANARDI E GLI ALTRI ZANARDI E GLI ALTRI aUANDO morì, dieci anni fa, Andrea Pazienza aveva soltanto 32 anni: la sua è stata una vita veloce e contraddittoria, bruciata dalla droga quando ormai gli ideali degli Anni 70 non c'erano forse più, e di lui si erano accorti il cinema, la musica, la pubblicità. Tutto, in Pazienza, era in movimento continuo. Anche la sua biografia: nascita nelle Marche, a San Benedetto del Tronto, infanzia a San Severo di Puglia, liceo a Pescara. Infine il Dams a Bologna, dove entra in contatto con il movimento studentesco del '77. Un'esperienza forte, che segna il suo debutto di fumettista con «Le straordinarie avventure di Penthotal», pubblicate su ((Alter Alter», il fratello sperimentale di «Linus». «Penthotal - racconterà più tardi lo stesso Pazienza - era uno studente meridionale fuori sede, un po' isolato dall'università, dagli amici, dalle donne. Un po' come me...»: un antieroe autobiografico, che vive avventure metropolitane in cui sogno e realtà si mischiano senza sosta, Come nella vita freak di tanti ragazzi del '77, sempre in bilico tra la durezza del quotidiano e i paradisi artificiali. Allora, come oggi, «Linus» era diretto da Oreste del Buono. «Capitò da me con molta irruenza, ma anche con molta timidezza - racconterà Odb molti anni più tardi - Però, quando ormai era diventato famoso, raccontò che si era presentato con una falsa lettera di raccomandazio¬ ne firmata da Umberto Eco. Una balla retrospettiva con cui un personaggio arrivato movimenta un passato che gli pare meno disinvolto del presente». Poco dopo l'incontro con «Alter Alter», Pazienza fonda con altri artisti d'avanguardia la rivista «Cannibale», cui collaborano tra gli altri Filippo Scòzzari e Stefano Tamburini. Gli stessi che, più tardi, Pazienza ritroverà a «Frigidaire», una delle riviste che hanno fatto la storia del fumetto d'autore italiano. Dopo Pentothal, è la volta di Pompeo, eroe tragico di un universo urbano a metà strada tra allucinazioni e realismo. «Qui ho toccato il fondo - confesserà l'autore poco prima della morte - Il mio inconscio emozionale stravolgeva le situazioni concrete di partenza sino a trasformarle in storie senza alcun nesso, tradotte sulla carta quasi con automatismo». Quasi contemporaneamente, come a sottolineare uno stato d'animo tormentato, Pazienza crea un personaggio completamente diverso: il perfido Zanardi, quasi un alter ego negativo, un personaggio concreto, senza le fughe nel sogno che avevano caratterizzato i suoi precursori. Tanto concreto da essere usato persino nella pubblicità per uno shampo, senza alcun imbarazzo per il suo autore che non voleva porre freni alla sua ricerca: «La pazienza ha un limite - amava ripetere - Pazienza no». Guido Tiberga

Persone citate: Alter, Alter Alter, Andrea Pazienza, Filippo Scòzzari, Oreste Del Buono, Stefano Tamburini, Umberto Eco, Zanardi

Luoghi citati: Bologna, Marche, Pescara, Puglia, San Benedetto Del Tronto, San Severo