BURZIO SCIENZIATO E POLITICO

BURZIO SCIENZIATO E POLITICO BURZIO SCIENZIATO E POLITICO Sono passati esattamente cinquant'anni - era il 25 gennaio del 1948 - dalla morte di Filippo Burzio, lo scienziato e pensatore tanto ha lasciato nella vita culturale della Torino tra le due guerre. Ingegnere e insegnante, prima al Politecnico, poi, per il rifiuto d'iscriversi al partito fascista, alla Scuola di Applicazione, Burzio non limitò, com'è noto, i suoi interessi al mondo tecnico, ma seppe valicare i confini tra le discipline occupandosi di politica e di filosofia e collocandosi in quella tradizione di pensiero illuminista tipicamente piemontese di cui hanno fatto parte anche Cavour e Giolitti. Per ricordare la figura del grande intellettuale, che per ben due volte fu direttore de «La Stampa», la Fondazione che ne porta il nome ha organizzato un convegno dal titolo: «Filippo Burzio cinquant'anni dopo: pensiero scientifico e pensiero politico». La giornata di studi, programmata alla Scuola di Applicazione (che ha sede a Palazzo dell'Arsenale, via Arsenale 22) venerdì 23 a partire dalle 9,30, vedrà la partecipazione di numerosi studiosi. La presentazione del convegno, in apertura di mattinata, sarà fatta dal presidente della fondazione, l'avvocato Vittorio Caissotti di Chiusano: Paolo Bagnoli, Luigi Bonanate, Luciano Gallino, Gaetano Pellegrino e infine l'onorevole Zanone. La conclusione dei lavori è affidata al direttore de «La Stampa», Carlo Rossella. L'ingresso è a inviti. Per maggiori informazioni telefonare al numero 560.320.009. Alfredo Ferrerò \ellafoto FllipfK) Burzio