RADICI PROFONDE E VERTIGINI DEL PRESENTE

RADICI PROFONDE E VERTIGINI DEL PRESENTE RADICI PROFONDE E VERTIGINI DEL PRESENTE VARIE sono le ragioni che accomunano i quattro scrittori cinesi presenti al Convegno «Uno sguardo a Oriente», al di là delle posizioni personali e delle espressioni artistiche individuali. Mo Yan, Wang Shuo, Yu Hua e Su Tong appartengono alla stessa generazione: sono nati tra la metà degli Anni Cinquanta e gli inizi dei Sessanta. Tutti hanno vissuto, da giovanissimi, le esperienze dell'infausto decennio della Rivoluzione culturale (1966-'76). Dalle loro opere sono stati tratti film che hanno fatto il giro del mondo. Hanno trovato nel regista Zhang Yimou il geniale interprete che ha trasposto in immagini le loro storie, riscuotendo riconoscimenti dalle giurie delle manifestazioni cinematografiche internazionali e vasti consensi di pubblico. Memorabili restano l'ampio affresco, dal respiro epico, dal ritmo vertiginoso e immaginifico e dal cromatismo fiammeggiante, di «Sorgo rosso» e la saga della famiglia Xu nell'arco di quarant'anni di storia della Cina, tra melodramma, tragedia e commedia, di «Vivere!» (dagli omonimi avvincenti romanzi di Mo Yan e di Yu Hua), l'atmosfera claustrofobica, resa ancora più opprimente dalla straordinaria scenografia di casa Chen, quell'intreccio geometrico architettonicamente sontuoso di terrazze, ballatoi, tetti, porticati, scale, più monastero e nido di vipere che carcere, di «Lanterne rosse» (da «Mogli e concubine» di Su Tong). E a dare volto alle protagoniste femminili dei tre film è stata la stessa attrice: la bellissima e affascinante I Gong Li. | Mo Yan è considerato un I esponente della «ricerca delle I radici», la corrente letteraria | formatasi negli Anni Ottanta : nel clima di rinascita cultura| le seguito alla scomparsa di : Mao, che si prefigge la riscoI perta delle origini arcaiche, delle «radici» dell'anima cine1 se. Yu Hua e Su Tong fanno parte della cosiddetta «letteratura di avanguardia»; tema ricorrente per entrambi è l'«assurdo» della vita quotidiana (tema centrale anche nei racconti di Acheng, altro importante nome della «ricerca delle radici»). Su Tong, in particolare, ambienta le sue storie in una Cina del passato per meglio affrontare la questione femminile. Wang Shuo è un caso a parte, un lupo grigio metropolitano che si muove fuori da ideologie, correnti e tendenze. Mescola il gergo popolare delle strade di Pechino e il burocratese degli apparati di partito, con effetti esilaranti e dissacratori. Il «New York Times» lo ha definito il «Jack Kerouac cinese». Composita la delegazione giapponese. Murakami Ryu suscito enorme scalpore nel 1976 con un romanzo estremo di sesso e di droga, «Blu quasi trasparente»). Shimada Masahiko scrive storie con personaggi che stanno ai confini del reale: mummie, angeli, esseri ibridi. Di lui la Marsilio sta preparando la-traduzione del romanzo «Il messaggero dei sogni». Banana Yoshimoto non ha bisogno di presentazioni. E' bastato che l'ultimo romanzo tradotto, «Amrita» (termine sanscrito che indica l'acqua che bevono gli dei), comparisse nelle librerie, che subito è salito ai vertici delle classifiche dei libri più venduti. Rispetto ai precedenti, in cui trattava temi forti come la transessualità e l'incesto, Banana si è notevolmente addolcita. Del coreano Yi Munyol la Giunti ha in catalogo «Il nostro eroe decaduto», «L'uccello dalle ali d'oro», e «L'inverno di quell'anno». Si può mancare?. Angelo Z. Gatti

Luoghi citati: Cina, Pechino