CESARE BATTISTI

CESARE BATTISTI CESARE BATTISTI Prima «balilla» alle elementari poi al lavoro e a scuola di sera SONO Astaldi Luciano, nato a Torino nel 1927, ora residente a Moncalieri, Borgata Tagliaferro, tel. e fax 011/64.63.41. Allego una foto di gruppo scattata nel cortile scuola Cesare Battisti di Torino, via Luserna, Borgo San Paolo (una vecchia scuola ancora funzionante), dell'anno scolastico 1935/36 (io sono in terza fila, quarto a destra), quando frequentavo la terza elementare, metre le classi seguenti quarta e quinta, per trasferimento di domicilio, le frequentai alla Gabrio Casati di corso RaccoI nigi29. Guardando la fotografia rammento, anche se sono trascorsi oltre 60 anni, alcuni nomi di compagni o meglio di «camerati», come all'epoca si usava dire in pieno regime mussoliniano: Ghiazza, Viotti, (che si fece prete), Pozzi Aldo, D'Aloia Mario, Goria, ed altri che non ricordo. Finite le elementari frequentai i tre anni dell'istituto commerciale G. Plana in piazza Robilant, scuola professionale (il vecchio avviamento), che ci impartì i primi elementi contabili per il nostro invio, al compimento dei 14 anni, al lavoro quali apprendisti impiegati. Di quegli anni ho presente ancora alcuni nominativi quali: Battista Carlo, che talvolta contatto per telefono, Fassone Carlo (purtroppo deceduto), e altri come Roggero, Montanari, i due fratelli Tarricano, e varie ragazzine in quanto le classi erano miste. Al termine di quegli anni quasi tutti ci impiegammo. Passò infine il lungo periodo della guerra che subimmo totalmente con privazioni e spa- Correva l'anno 1967: «Evviva ce l'abbiamo fatta!». Il tanto agognato diploma di perito elettrotecnico era stato conquistato. La scuola - scrive Aldo Selvitella, del '44, torinese, che però abita a Pavarolo dal '79 - era l'istituto «Galvani», di via Plana 10, la classe quinta A serale. Come non ricordare con gioia e struggente nostalgia quei mitici Anni Sessanta! Non foss'altro che per la naturale associazione alla primavera della vita, costellata di speranze, ambizioni, piccoli e grandi progetti. Purtroppo non tutti ce l'hanno fatta a portare a termine con successo gli studi. Era arduo l'impegno necessario per frequentare i corsi serali, dopo otto o nove ore di lavoro. Ci furono perciò alcune defezioni (poche in verità). L'orgoglio, unito a forti motivazioni mirate a ottenere gratificazioni professionali, aiutavano tuttavia a superare gli inevitabili momenti di scoramento. D'"ltra parte, per chi interpretai/a con serietà l'impegno assunto con se stesso (nessuno ce l'aveva imposto), significava tagliare i ponti con molte amicizie all'età di vent'anni, poiché i pochi margini di tempo disponibili limitavano le frequentazioni. In seguito vennero le gioie e gli affanni per il lavoro, la famiglia; in una parola la vita. E giunto, ahimè, alla fine della vita lavorativa con relativo status di neopensionato - ancorché molto attivo dopo 35 anni al Gft - mi sorprendo sempre più spesso a ripercorrere virtual- venti per bombardamenti, rastrellamenti della Repubblica di Salò, occupazione dei tedeschi, repressioni e mancanza di vitto per dei ragazzi in sviluppo. Al termine delle ostilità io e altri compagni frequentammo le scuole serali per studenti lavoratori. All'epoca eravamo tutti impiegati e operai presso aziende della città, e allo scopo di migliorare la nostra posizione, decidemmo di intraprendere la scuola notturna per prendere il diploma di ragionieri o geometri. Quindi, faccio appello agli ex studenti dell'istituto privato Minerva che aveva sede in via Maria Vittoria 54/56, alle ragazze e ai ragazzi che nel '45 iniziarono i corsi serali, e a quanti, negli Anni 46 e 47, frequentarono i corsi notturni nell'allora semibombardato Istituto Domenico Berti, all'epoca in locali di fortuna di via Duchessa Jolanda quasi angolo piazza Bernini. Frequentando i corsi serali per studenti lavoratori in scuole private (allora non esistevano istituti statali serali), eravamo costretti a dare gli stessi esami del biennio/triennio presso istituti statali come candidati esterni. Faccio appello ai giovani che dettero gli esami di diploma, anno scolastico 1947/48, presso il Sommeiller, nella sede staccata di via Figlie dei Militari, e di avviare la possibilità di un incontro nel cinquantenario della maturità. Anche perché siamo avanti con gli anni e sarebbe bello ripassare e commentare i periodi della nostra gioventù. A tutti gli ex compagni i più cordiali saluti e un'affettuosa stretta di mano. nomi di alcuni, e facendo appello a quelli che potrebbero colmare questa mia lacuna, provo a citare i nomi che ricordo: Andreoni, Bordone, Brutti, Bulgarelli, Canfari, Ciro, Conti, Coriasso, Corrado, Geninatti Togli, La Rosa, Mancini, Marengo, Silvetti, Vallino. L'unico con cui ho avuto la fortuna di ritrovarmi è stato Eugenio Silvetti, novello quanto virtuoso musicista per Tiobby, che suona nella Filarmonica Chierese. Trovo straordinaria la casualità che ha propiziato il nostro incontro: cinque anni or sono avevamo i due rispettivi figli che militavano nella stessa squadra giovanile della parrocchia San Giacomo di Chieri, e fu grazie alla eccezionale' memoria visiva della sua cara consorte Marisa che, pur non conoscendomi di persona, ha subito associato il mio volto ad un componente di una loro foto scolastica di 25 anni prima. Con fare titubante e incerto si avvicinò chiedendomi: «Ma lei non è stato un compagno di scuola di Silvetti?». Da allora ci vediamo spesso e volentieri con le rispettive famiglie, parlando dei tempi che furono davanti a qualche delizia culinaria che tenga lontana la malinconia connessa ai ricordi. Purtroppo quella foto è andata smarrita... Fiducioso che il mio appello non cada nel vuoto, sperando di essere letto da molti di voi, non mi resta che ringraziare La Stampa per l'ospitalità. Il mio telefono è 011/941.6753. Nella foto Aldo Selvitella oggi, davanti alla scuola Galvani. a cura di Renato Scagliola

Luoghi citati: Borgo San Paolo, Chieri, Moncalieri, Pavarolo, Salò, Torino