LA SECONDA GUERRA CIVILE AMERICANA di Massimo Gramellini

LA SECONDA GUERRA CIVILE AMERICANA I L F I L M DELLA SETTIMANA LA SECONDA GUERRA CIVILE AMERICANA Il film di Joe Dante è in cartellone al Kong CI dispiace parlar male di un film di cui tutti parlano bene. Un amico che nei suoi articoli ha osannato «La seconda guerra civile americana» come il capolavoro assoluto degli ultimi vent'anni è arrivato a un passo dal troncare ogni rapporto col sottoscritto. «Ma allora, dillo», ha bofonchiato deluso di fronte alle critiche, «dillo che ti piace solo Walt Disney». Dipende: non sempre. La «Seconda Guerra Civile Americana» di Joe Dante (il papà dei Gremlins) parte da una idea originale e purtroppo realistica: il governatore vanesio dell'Idaho si rifiuta di accogliere un gruppo di profughi pakistani e dichiara guerra al presidente degli Stati Uniti, un bellimbusto non meno fatuo di lui. Il tutto sui teleschermi di una tv che è la parodia della Cnn. Il (primo) problema è che i personaggi sono delle maschere immobili e alla lunga noiose. I politici pensano solo ai sondaggi e alle donne, le giornaliste fornicano con il Potere, il produttore televisivo è un mostro di cinismo, i generali sono vanitosi, persino la protettrice dei profughi è sensibile agli indici di ascolto e fa del bene solo in «prima serata». Tutti hanno un prezzo, e va bene. Ma in due ore di pellicola questo prezzo non cambia mai. E questo non va bene affatto. Alla fine - secondo problema - scoppia anche la guerra. Morti, sangue, fucilazioni. Un colpo allo stomaco che lascia lo spettatore impreparato e confuso. Non c'è speranza, in film come questi. Solo denuncia. E poi questa commistione dei generi ci ha stufato. Dove si ride non ci può essere morte e viceversa. Uno non apre il cuore al sorriso per venire tramortito da una raffica di mitragliatrice. Massimo Gramellini

Persone citate: Joe Dante, Walt Disney

Luoghi citati: Idaho, Stati Uniti