Ciano e il commesso viaggiatore

Ciano e il commesso viaggiatore Una novità e un classico in scena per la stagione del Teatro Stabile Ciano e il commesso viaggiatore UN'ATMOSFERA ferale, se ci si affida unicamente alla suggestione dei titoli, aleggia sui prossimi spettacoli offerti dal Teatro Stabile. Una serie di inconvenienti infatti ha ritardato le prove e l'allestimento di Morte di Galeazzo Ciano, la nuova produzione del T.S.T il cui debutto era previsto per il 13 gennaio, facendone così coincidere la prima con quella di un altro spettacolo in cartellone: «Morte di un commesso viaggiatore». Martedì 20 gennaio dunque andranno in scena contemporaneamente, una al Teatro Carignano e l'altra all'Alfieri, le fini di due esistenze che apparentemente nulla hanno in comune. Personaggio di spicco dell'Italia fascista il primo, sprofondato nell'anonimato della piccola borghesia americana di metà secolo il secondo, i due protagonisti non potrebbero essere più diversi; li separano non soltanto migliaia di chilometri e una decina d'anni tra i più complessi del Novecento, ma profonde differenze sociologiche e culturali. Eppure, azzardando un confronto suggerito dalla coincidenza e analizzando più a fondo le due tragedie narrate, scopriamo due protagonisti traditi dal desiderio di successo e potere, perduti all'inseguimento di sogni irrealizzabili, uccisi dalle macerie delle loro illusioni. Con le inevitabili differenze, naturalmente: Galeazzo Ciano, marito di Edda Mussolini e genero del duce, il successo e il potere li assaporò eccome, ma non giunse mai a sostituirsi a colui che fu l'artefice della sua fortuna e della sua fine. Rinchiuso nel penitenziario di Volterra, sbalzato dal lusso e dalle raffinatezze di cui amava far sfoggio alla cella numero 27, ripudiato dal suocero ormai pronto a tutto pur di non perdere l'appoggio di Hitler, l'ex diplomatico e ministro degli Esteri Galeazzo Ciano lotta e si illude sino all'ultimo di trovare una via d'uscita. Condannato a morte per alto tradimento, scrive a Churchill rinnegando il passato e dichiarando immutato e sincero disprezzo per i tedeschi: «Io non sono mai stato complice di Mussolini in questo delitto contro il nostro Paese e l'umanità... Questa mia testimonianza dev'essere portata alla luce affinché il mon¬ do possa sapere, possa odiare e ricordare, e coloro che dovranno giudicare non ignorino che le sciagure d'Italia non furono colpa del suo popolo, ma dovute alla vergogna di un solo uomo». Il testo, scritto da Enzo Siciliano, utilizza materiale ricavato da minuziose ricerche storiche e narra gli ultimi giorni deU'ex enfant prodige del fascismo, circondato da pochi personaggi, in attesa del processo che deciderà la sua fine. Al presente dei giorni del carcere, Siciliano mescola passato e futuro utilizzando soluzioni drammaturgiche vicine al montaggio cinematografico. Lo spettacolo sarà in scena al Carignano sino all'8 febbraio. Recitano Mattia Sbragia nel ruolo del protagonista, Chiara Caselli nei panni di Edda Ciano, Barbora Bobulova in quelli della spia tedesca Felicitas Beetz, e poi Pietro Biondi (che interpreta Mussolini), Luca Lazzareschi, Krum De Nicola e Matteo Tarasco. La regia è di Marco Tullio Giordana, le scene di Carmelo Giammello, i costumi di Elisabetta Montaldo, le luci di Giancarlo Salvatori. Diretta da Giancarlo Cobelli, eccezionalmente avvicinatosi alla drammaturgia americana contemporanea dopo tanti classici, Morte di un commesso viaggiatore ha invece per protagonisti Umberto Orsini e Giulia Lazzarini. Il cast è completato da Alberto Mancioppi, Dario Mazzoli, Antonello Scarano, Giampaolo Valentini, Roberto Valerio, Lucilla Lupaioli. Prodotto dal Teatro Eliseo, lo spettacolo nasce 45 anni dopo lo storico allestimento firmato nel 1951 da Luchino Visconti ed interpretato da Paolo Stoppa, Rina Morelli, Giorgio De Lullo e Marcello Mastroianni; non a caso il video di quella messa in scena verrà proiettato lunedì 19 al Carignano. Definita recentemente da Harold Pinter «la più importante tragedia del teatro americano del dopoguerra», narra la vicenda di Willy Loman, commesso viaggiatore sedotto dai miti del successo e del denaro per inseguire i quali perderà la propria identità culturale, la propria famiglia ed infine sacrificherà la propria vita. Le repliche proseguiranno all'Alfieri sino al 25 gennaio. Al Carignano invece giovedì 22 gennaio alle ore 17,30, per gli appuntamenti del ciclo Primo Camerino, la giornalista Barbara Palombelli ed Umberto Orsini converseranno in presenza del pubblico. Ingresso libero sino a esaurimento dei posti in sala. A sinistra attori e regista del «Ciano» a destra gli interpreti del dramma di Miller all'Alfieri Sotto Paolo Stoppa come Willy Loman

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