Le storie di Paolini
Le storie di Paolini Le storie di Paolini al Garybaldi j \y Dal 20 al 22 gennaio alle 21 il Teatro Garybaldi di Settimo presenta «Appunti Foresti '97 Carta Venezia», il nuovo spettacolo di Marco Paolini, l'attore diventato un caso televisivo con lo straordinario «Vajont» diretto da Gabriele Vacis (e il regista in questa pagina s'interroga sulle ragioni di quel successo del loro lavoro, un'orazione civile che ha avvinto tre milioni e mezzo di telespettatori). «Appunti Foresti» è invece un reportage di parole che è servito da studio a «Il Milione», racconto di viaggio che si snoda su una grande carta della Laguna con salti di tempo e di spazio. Paolini, nato come attore di strada e clown, ha lavorato molto col Teatro Settimo, partecipando a numerosi lavori come attore e coautore. AVETE mai visto Picasso mentre disegna? Dal vivo dev'essere stato fantastico, ma anche in video non è male. C'è lui e c'è la tavoletta, lui è a torso nudo, è già vecchio: disegna un cerchio, niente a che vedere con quello di Giotto, ammesso che Giotto ne abbia mai fatto uno, questo qui è un cerchio come la testa di Charlie Brown, roba da bambini... Fatto il cerchio si volta verso la telecamera, verso di te che guardi, un momento, poi torna al cerchio, fa due segni e il cerchio diventa una gallina, e Picasso si volta e ti guarda: accidenti, io la gallina proprio non l'avevo vista... Torna alla gallina, fa qualche segno e la gallina diventa un coccodrillo ed ecco che torna a guardare dentro alla telecamera, guarda te che stai lì a bocca aperta: di dove l'ha tirato fuori quel coccodrillo? Ma lui si è già voltato e il coccodrillo è già un cavallo, adesso non si volta più a guardarti, va avanti: dopo il cavallo tira fuori un centauro, dopo il centauro una scena di corrida. La velocità con cui disegna cambiandoti la prospettiva è impressionante: la scena di corrida è già diventata una donna coi capelli al vento che diventa un mare con barche e pesci che ci nuotano. E ormai le forme si susseguono sovrapponendosi: un sole, un'altra donna, una processione con gli stendardi, un'esecuzione capitale... Tutto sulla stessa tavoletta, a strati sovrapposti... Un minotauro, un uomo grasso... E a questo punto Picasso fa un gesto definitivo, come se avesse capito improvvisamente tutto: copre di gesso bianco tutto il resto e rimane il cerchio, più o meno quello dell'inizio, e allora si volta verso la telecamera. Visto? Sembra che ti dica, un cerchio perfetto... E l'immagine sfuma nel buio. Visto? Era questo che ti chiedeva quando si voltava verso di te: guarda bene il disegno che ho appena fatto, vedi? Sembrava dirti: vedi? Lo vedi che dentro c'è un cavallo? No non lo vedo... e allora te lo fa vedere lui... E' vero, c'era un cavallo. Io non cerco, diceva Picasso, trovo. E se lo vedi disegnare capisci quello che voleva dire... E a me viene in/mente mio padre che va a funghi: guarda lì! Dove? Lì, ai piedi del leccio... Ma dove? Allora si china e tira fuori il fungo: lui l'aveva visto, io no... Mi manda avanti, su per la collina, lui sa i posti, e io vado avanti, lui dietro, io non trovo niente. Lui la sporta piena... Eppure abbiamo fatto la stessa strada, diobono, e lui veniva dietro di me... E' così, no? Qualcuno vede, qualcuno no. Come Giotto, che magari il cerchio non l'ha mai fatto, però si è accorto che il cielo è celeste. al Garybaldi j \y Le storie di Paolini Nella foto Marco Paolini in una scena di «Appunti Foresti '97» il monologo su Venezia che proporrà al Teatro Garybaldi dal 20 gennaio Ovvio, dopo che lui l'ha visto, solo che prima lo dipingevano sempre d'oro. Da quattro anni Marco Paolini se ne va in giro per il mondo a raccontare una storia così. La storia di gente che per anni non ha visto. Forse non hanno pottuto, forse non hanno voluto vedere, il risultato è lo stesso: duemila morti. E' la catastrofe del Vajont. Eppure c'era tanta gente che lanciava allarmi, che continuava a ripetere: guardate che se continuate a costruire la diga, prima o poi succede una tragedia: non li vedete i segni? Niente da fare, non ci vedevano... Quando abbiamo cominciato a scrivere la storia del Vajont né io né Marco pensavamo che una sera l'avremmo raccontata dalla televisione, e soprattutto non immaginavamo che potesse interessare tanta gente... Adesso capita che ti chiedono: ma com'è che nessuno aveva mai visto prima Paolini?... Com'è che nessuno conosceva il vostro lavoro? E noi siamo un po' imbarazzati... E' da tanti anni che tanta gente viene a vedere i nostri spettacoli, a sentire le nostre storie. Perché al mondo c'è qualcuno come Picasso che vede galline e cavalli dentro a un cerchio qualunque... E ogni tanto nasce qualcuno come Giotto che ti fa vedere, una volta per sempre, che il cielo è celeste e quelli son fenomeni, maestri... Ma c'è anche tanta gente che quando va a funghi, li trova. E magari quando non va a funghi va a cercarsi in giro cose curiose, e divertenti e magari anche intelligenti. Perché ne esistono tante di cose così, anche se non si vedono in televisione, ed esiste tanta gente che riesce a vederle. Gabriele Vacis
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