PIATTO RICCO PER L'UNIONE

PIATTO RICCO PER L'UNIONE PIATTO RICCO PER L'UNIONE Appuntamenti con i King's Singers i Cameristi e il Trio Johannes INFINE, eccoli. Con un paio di giorni di ritardo arrivano all'Auditorium Rai (venerdì 16, ore 21, Unione Musicale, serie disparì) i King's Singers, il sestetto vocale inglese che con nonchalance frequenta un repertorio di strabiliante vastità. Tutti maschi, anche quelli che cantano nei registri acuti (per la cronaca: i tenori leggeri David Hurley e Nigel Short, il tenore Paul Phoenix, i baritoni Gabriel Crouch e Philip Lawson e il basso Stephen Connolly), i Singers fanno della musica esattamente ciò che dovrebbe fare ogni musicista di razza: né un prodotto intellettualistico per una élite e neppure un kleenex consumistico facile facile; ma un momento di vero divertimento, dove le atmosfere delle epoche remote raggiungono l'ascoltatore con immediatezza e le composizioni contemporanee trovano un loro spazio con garbo e ironia. Non a caso il gruppo ha ricevuto applausi sinceri dal pubblico e dai critici che hanno lodato - tra l'altro - l'impeccabile tempismo, la tecnica, lo squisito sense of humour, le scelte di repertorio. Quanto al repertorio, anche il concerto torinese risponde alla logica consueta dei King's Singers, che iniziano esplorando il mondo madrigalistico del Rinascimento con 5 mottetto «Musica Dei donum» e i quattro «Madrigali italiani» di Orlando di Lasso e s'immergono subito dopo nelle archetipiche difficoltà dei «Nonsense madrigals» di Ligeti; per concludere l'esibizione con una pagina di Jean Sibelius, «Rakastava» op. 14, e «Lalela Zulù» di Glasser-Nkosi. Sempre su invito dell'Unione Musicale - stagione «Domenica e oltre», il 18 alle 10,30 - approda al Conservatorio un altro gruppo, quello dei Cameristi diretti da Rony Rogoff : uno stranissimo ensemble di circa venticinque giovani professionisti, ognuno con la propria carriera, che per dieci giorni al mese ogni mese si ritrovano e suonano come pazzi dall'alba al tramonto. Poi - come si dice in questi casi, stanchi ma felici - tornano alle rispettive occupazioni; per incontrarsi di nuovo il mese successivo. Un ensemble molto strano, dicevamo: perché è raro trovare un'orchestra che vive e prospera pur lavorando a singhiozzo; perché il creatore del complesso, Rogoff appunto, è un violinista di ottima levatura, molto amato da Celibidache,~ma non gode per la verità di una fama iperuranica; perché infine è del tutto incredibUe che venticinque giovani lavorino non pensando. - o pensando poco - alla busta paga ma mirino essenzialmente alla bontà dei risultati. Nonostante queste stranezze, i «Cameristi» sono in piedi da tre anni, suonano benissimo e hanno un repertorio che si ampba continuamente. A Torino sfoderano gli artigli per proporre un programma classico, che allinea due Serenate celebri come Top. 22 di Dvorak e Top. 48 di Ciaikovsky. L'intenso calendario dell'Unione Musicale (serie dispari) offre in settimana ancora un concerto, mercoledì 21 (ore 21 all'Auditorium Rai): il Trio Johannes, forma. to dal violinista Francesco Manara, dal violoncellista Massimo Polidori e dal pianista Claudio Voghera, interpreta due composizioni di grande respiro, ideali per mettere in evidenza l'affiatamento e il talento dei giovani interpreti: il Trio in la minore di Ravel e il Trio op. 63 di Schumann. Alfredo Ferrerò

Luoghi citati: Torino