Evgenij Onegin

Evgenij OneginEvgenij Onegin E VGENIJ Onegin»: felice creazione tra letteratura e musica. L'opera di Piotr Ilic Ciajkovskij, che va in scena al Teatro Regio il 22 gennaio alle 20,30 in lingua russa con sopratitoli in italiano, nasce dal romanzo in versi di Aleksandr Sergeevic Pushkin, in cui amore, incomprensione, immaturità, l'incapacità di comunicare, portano alla sconfitta una coppia, Tatiana-Onegin (Mirella Freni - Roberto Servile), alla morte Lenskij (Sergej Larin) e all'incredulità Olga (Claudia Nicole Banderai. L'opera vede in scena anche Nicolai Ghiaurov (Principe Gremin), Tamara Tarskikh, Silvana Silbano, Claudio Ottino, Gianluca Sorrentino. Sul podio il direttore Emil Tabakov. Le scene sono di Georghe Alexi-Meskhishvili, i costumi di Steve Almerighi, la coreografia di Tiziana Tosco. Maestro del Coro, Bruno Casoni. L'opera sarà replicata fino al 4 febbraio. A illustrare l'allestimento è proprio il regista Borrelli. Vittorio Borrelli è nato in casa (al Regio), via via è cresciuto; da figlio d'arte è diventato direttore di scena e quindi regista. Un uomo di teatro completo, dotato di passione per la musica lirica e d'una cultura che lo porta ad approfondire il rapporto letteratura-musica. «Se vogliamo esemplificare, rendere esplicito un pensiero complesso qual è quello dell'incomunicabilità, possiamo dire che 1"'Onegin" è un dialogo fra sordi. Nel senso che ciascuno dei quattro protagonisti dice ciò che gli altri non vogliono ascoltare: per immaturità, per diversa condizione sociale e culturale, per mancanza di sensibilità- Ognuno è prigioniero di se stesso. Il gioco delle parti cambierà quando muteranno le condizioni di vita e psicologiche d'ogni personaggio. Il destino di Onegin e Lenskij, due amici diversi, s'incrociano tragicamente e coinvolge il destino di due sorelle, Tatiana e Olga. Nel libretto che lo stesso Caikovskij ha voluto scrivere, ci sono tutti gli ingredienti del dramma: l'amore, il rifiuto, l'incapacità di vivere il presente, un duello, la morte». E prosegue: «Tatiana è una donna irruente, giovane, innamorata, che via via acquista maturità, la consapevolezza d'una nuova condizione sociale, una donna con una propria dignità, capace di rinunciare ad un amore. Onegin è un uomo inquieto alla ricerca di qualcosa che non trova. Sostanzialmente un immaturo. Olga è impreparata a cogliere ciò che le accade intorno; Lenskij un inguaribile romantico, ucciso in duello». Il baritono Roberto Servile affronta un ruolo difficile... «Certamente, ma è bravissimo. Insieme abbiamo creato un personaggio sottilmente ironico, non un uomo annoiato». Armando Caruso Evgenij Onegin Una scena dell'opera al Regio dal 22 Nella foto sotto Mirella Freni