Vicini e lontani

Vicini e lontani Vicini e lontani di Dada Rosso Anita Molino e Fabio Tizian Anita e Fabio lo dichiarano apertamente: a loro i confini piacciono poco. Anzi, per niente. Per Anita è un'abitudine contratta fin da bambina, da quando ha incominciato a vivere qua e là con la sua famiglia, trascinata per motivi di lavoro in continuo spostamento tra un punto cardinale e l'altro, dal Centroamerica al Marocco, dallo Zaire allo Francia. Per Fabio è uno stile di vita più teorico (la sua professione è quella di traduttore), ma non per questo meno radicato. Abituati (e innamorati) insomma a culture, stili di vita e punti di vista sempre differenti. Ecco perché la loro tanto minuscola quanto curata e raffinata casa editrice ha scelto di pubblicare testi dedicati alla spiritualità e alla mistica con un'apertura di 360 gradi; testi classici mai tradotti, recuperati con appassionata e intelligente ricerca, assolutamente priva di confini. Titolo più recente «Detti arabi di Gesù», prima traduzione italiana dei testi Sufi. Un trionfo di spiritualità interculturale. Quando non si dedicano alla loro casa editrice (non a caso chiamata «Il leone verde», secondo un simbolo alchemico che significa «vaso di trasformazione»), Anita e Fabio si rivelano appassionati ballerini di tango: non solo una moda, ma una ricerca degli archetipi femminili e maschili. Come dice Anita, «una storia d'amore che dura tre minuti», per spezzare ogni tanto una giornata spesa tra computer, letture e ricerche a dir poco impegnative e ore di meditazione. Lidia Barillà Il manifesto della mostra di Lidia Barillà «Pezzi di stoffa» riproduce il ritratto di una giovinetta circondata da ritagli di tessuto, intenta a creare abiti per la sua bambola. Evidentemente Lidia deve averlo molto amato fin da bambina (è opera del suo bisnonno, Lionello Balestrieri, pittore romantico di grande successo tra Italia e Francia di inizio secolo) e deve averne tratto tenere suggestioni. Per fortuna. Se così non fosse stato, probabilmente Lidia non si sarebbe mai misurata con stoffe e stoffette usate come inusuale tavolozza e non avrebbe dimostrato come semplici ritagli di tessuto possano diventare opere d'arte. Non arte minore, sia ben chiaro. Arte a tutto tondo. I suoi paesaggi toscani (Lidia è di Cetona, ma vive a Torino da moltissimi anni dove ha frequentato l'Accademia di Belle Arti e lavorato come costumista in Rai) sono veri affreschi di grande qualità e straordinario impatto: un tripudio di colori e un'esplosione di forme che agganciano lo sguardo e comunicano sensazioni di gioia, di serenità, di allegria. Emozioni. Quando parla dei suoi lavori Lidia usa sempre il plurale. Non presunzione (Lidia è solare e luminosa come le sue composizioni) ma piuttosto affettuosa riconoscenza per le amiche e collaboratrici, Irma Soria e Mada Gigliucci, che «traducono» con ago e filo i suoi «schizzi» di stoffa e danno al risultato artistico finale quel «tocco in più» che spesso scaturisce dal lavoro collettivo realizzato con amore.

Persone citate: Anita Molino, Dada Rosso, Fabio Tizian Anita, Irma Soria, Lidia Barillà, Lionello Balestrieri, Pezzi

Luoghi citati: Centroamerica, Cetona, Francia, Italia, Marocco, Torino, Zaire