I cento panorami più belli del mondo

 I cento panorami più belli del mondo SITI PROTETTI DALL'UNESCO I cento panorami più belli del mondo La maggior parte in America, Africa, Asia; pochi in Europa SONO ormai oltre 100 nel mondo, le aree di interesse naturalistico tutelate dall'Unesco e inserite nella lista del patrimonio mondiale. Ratificata la convenzione il 17 dicembre 1975 e insediato due anni più tardi il comitato incaricato di scegliere i siti, la lista ha preso via via consistenza. La prima fase di attuazione della convenzione ha visto l'America del Nord tra i protagonisti che più hanno spinto sulle problematiche dei siti naturali. Non solo perché altrove si è concentrata la consistenza del patrimonio storico e artistico, ma anche per le sollecitazioni che in quegli anni, a seguito della prima conferenza internazionale sull'ambiente (Stoccolma 1972), imponevano all'ordine del giorno la conservazione della natura e la tutela degli ecosistemi planetari. Così tra le prime aree naturali che hanno goduto dell'attenzione dell'Unesco ci sono stati i parchi delle Rocky Mountains del Canada e quelli statunitensi di Yellowstone, delle Everglades, del Gran Canyon. Ma anche le ecuadoregne isole Galapagos culla delle osservazioni evoluzionistiche di Darwin, il parco nazionale etiope di Dimen, quello di Ngorongoro in Tanzania e poco dopo ( 1981 ) quello di Serengeti, il guatemalteco parco nazionale di Tikal, il nepalese parco di Sagarmatha (Everest) creato intorno alla più alta montagna del Paese e del mondo. I primi campioni mondiali europei, inseriti nella Usta del patrimonio dell'umanità sui dal 1979, sono stati la foresta di Bialowieza tra Polonia e Bielorussia, habitat in cui sono stati reintrodotti esemplari di bisonte europeo e il parco di Plitvice in Croazia fortemente compromesso dalle recenti vicende belliche. Ma sono pochi i territori europei: il sito fossilifero di Messel in Germania; la riserva naturale di Srébarna e il parco nazionale di Pirin in Bulgaria; i parchi di Garajonay e di Coto Donana in Spagna; Capo Girolata, Capo Porto e la riserva naturale di Scandola in Corsica per la Francia; le grotte di Aggtelek e il Carso slovacco tra Ungheria e Slovacchia; l'isola di St. Kilda e la riserva naturale dell'Isola di Gough nel Regno Unito; le grotte di Skcjan in Slovenia; il parco del Durmitor in Jugoslavia. Siti misti, a valenza culturale e naturale sono le Meteore e il Monte Athos in Grecia e la regione di Ohrid nella Macedonia jugoslava. Dalla lettura di queste scarne presenze europee balza evidente l'assenza di aree considerate tradizionalmente pregiate sotto il profilo naturalistico, basti pensare alle Alpi. Su queste assenze gioca un ruolo fondamentale la rigidità dei criteri, che risultano difficilmente conciliabili con un territorio come quello europeo in cui la presenza dell'uomo è sedimentata da secoli e che da sempre ha interferito con la natura. E' dunque conseguenza inevitabile che gran parte del patrimonio naturale inserito nella lista mondiale sia ubicato nelle grandi estensioni americane e cinesi o in continenti come l'Africa o l'Australia. Le bellezze naturali presenti nella lista rappresentano soprattutto gli habitat delle mandrie dei grandi mammiferi, le terre umide e le riserve della biosfera inserite nella rete del Programma Uomo e Biosfera (Mab) dell'Unesco, che si propone sin dal 1973 di sperimentare lo sviluppo in armonia con la natura, quella che oggi si definirebbe ecosostenibilità. Tra le aree del primo tipo il parco nazionale del Serengeti che con i suoi circa 15.000 chilometri quadrati di natura protetta rappresenta il territorio di massima concentrazione di animali delle grandi pianure sopravvissuto sino ai giorni nostri. I quasi 45.000 chilometri qua¬ drati del Wood Buffalo National Park proteggono invece ciò che resta delle grandiose mandrie di bisonti del Nord America oggi ridotte a poche migliaia di capi. Per salvare dall'estinzione il rinoceronte bianco africano è stato invece istituito il parco nazionale della Garamba, nel Nord dello Zaire, al confine con il Sudan, inserito nella Usta nel 1980 quando si contavano solo più una dozzina di esemplari, per fortuna poi nuovamente cresciuti di numero. Non è purtroppo un caso isolato. Stesso grave rischio di estinzione lo corre ì'Oryx araba, protetta del «santuario» creato in Oman e dal dicembre 1994 inserito nell'elenco del patrimonio mondiale da salvare. Ma neUa Usta sono comprese decine di altre aree di assoluto pregio, uniche al mondo, dal parco nazionale del Kilimangiaro, che daUa più alta deUe vette africane (5895) estende la sua mano protettiva su oltre 75.000 ettari di ecosistema dominato dai leoni, al vertice di una catena aumentare ed ecologica complessa quanto fragile, alla Grande barriera coraUina al largo della costa orientale del Queensland, in AustraUa, 2000 chilometri di un habitat umico che ospita più di 1500 specie di pesci e circa 400 specie di corani; dai Los Glaciares, il più grande insieme di terre ghiacciate tutelate dalla legge argentina per oltre 600.000 ettari, daUe calotte glaciaU della CordigUera deUe Ande alle 47 lingue ghiacciate che da esse si dipartono verso il Pacifico e l'Atlantico, aUe foreste che vedono presenti gU ultimi goriUa deUo Zaire, o a queUe del parco di Manu, nel Sud-Est del Perù, con i suoi bradipi, i giaguari, i pappagalU, le bellezze geologiche scavate in secoU di attività deUe acque e oggi minacciati daUo sfruttamento del gas del sottosuolo. Per questi territori, come per molti altri, l'Unesco è l'ultima speranza. Insieme alla consapevolezza e al senso di responsabilità che dovrebbero guidare l'uomo del nuovo miUennio verso una convivenza pacifica con la natura. Walter Giuliano La convenzione fu ratificata nel 75 dopo la conferenza a Stoccolma nel 72 Le prime aree sotto tutela furono Yellowstone e le Rocky Mountains

Persone citate: Capo Girolata, Capo Porto, Coto, Messel, Monte Athos, Siti, Walter Giuliano, Wood Buffalo