NOVE SI CONSOLA AL SUPERMARKET di Lorenzo Mondo

NOVE SI CONSOLA AL SUPERMARKET NOVE SI CONSOLA AL SUPERMARKET PUERTO PLATA MARKET Aldo Nove Einaudi pp. 208 L. 14000 ICHELE, questo personaggio che Aldo Nove ci presenta in Puerto Piata Market, ha fatto il liceo classico, evidentemente con scarso profitto, è stato per anni disoccupato e adesso lavora nelle materie plastiche. Il suo problema principale, enunciato ad apertura di libro, è l'amore che però «è sempre come un gratta e vinci. Se vinci è duemilacinquecento lire». Questa venatura di insicurezza e perfino di tenerezza si confonde e si perde in piaceri succedanei: la tv di Beautiful, i porno spinti, la Juve di Lippi, l'Ikea di Cinisello Balsamo che è quanto di più simile alla ordinata, lubrificata Svizzera dove «non sbaglia mai nessu S t l l PUERTO PLATA MARKET Aldo Nove Einaudi pp. 208 L. 14000 no». Sono queste le cose vere, la vo- yeuristica barriera che si oppone alle frustrazioni della vita amorosa. Da queste premesse, da questa testa, il romanzo fila via sicuro, coerente nella lingua e nei contenuti. Michele parla e pensa a frasi brevi e spezzate (in cui entrano automatiche associazioni di quel suo mondo sgangherato), tende a evitare l'impaccio delle virgole e dei nessi sintattici, a velocizzare, anche se è costretto a concedersi pause e stacclù bianchi (di riflessione, di afasia?) Ne viene fuori una lapidarietà, quasi la parodia di una solennità che, per essere elementare e inessenziale, diventa grottesca. Un giorno, scopre che la sua ragazza fa porcherie in macchina con un amico e decide di andarsene a Santo Domingo che, secondo voce e voga, è il paradiso delle donne. Il romanzo è il diario di questo viaggio e soggiorno a Puerto Piata. Manco a dirlo, il primo posto in cui va a cacciarsi il nostro eroe per prendere le misure al nuovo paese è un enorme supermarket. In un intero capitolo veniamo informati sui prodotti (qualità, peso, prezzo) che si allineano sugli scaffali, tutto quello che la pubblicità promette nei vari continenti. Mancano appena, con disappunto di Michele, le merendine del Mulino bianco. Sono le forze d'invasione dell'isola caraibica che di suo offre nell'«inferno» di Sosua una «marea di culi cosce turisti tedeschi italiani tette». Quest'altro supermercato, al posto di confezioni, scatole, bottiglie, flaconi esibisce ragazze di cui vengono fornite, in parallelo stringente, le caratteristiche e le prestazioni. A questo punto ne sappiamo già abbastanza, ma l'autore ci intrattiene con le esperienze di altri pica- ri, in cui l'ossessione del sesso si apre appena a qualche tratto di storia coloniale, alle condizioni della vicina pezzentissima Haiti. Ma questi affioramenti «virtuosi» hanno la stessa, sfocata estemporaneità di certi ricordi di Michele: come Tassassimo di Moro, la caduta del muro di Berlino, la politica italiana esemplificata in Craxi e Pannella che intervengono magari a «disturbare» un coito prezzolato. Sul finire della storia, Michele guarda alla tv una partita della Coppa dei Campioni, tra i commenti infuocati e delusi di un gruppo di italiani (la Juve viene seccamente sconfitta dal Borussia). E' l'ultimo schermo frapposto, per febbre calcistica e paura della donna, a Francis, una ballerina che ha mostrato di avere un debole per lui. Con Francis sembra trovare un equilibrio sessuale e sentimentale, la sposa e se la porta in Italia, la farà partecipe delle meraviglie dell'Ikea. Tutto si conclude, si fa per dire, con il lieto fine. Questo, all'ingrosso, il percorso del romanzo, e credo di avere lasciato intuire raccontandolo ciò che ne penso. Spedito il linguaggio nel registro adottato, febee l'impasto di certe situazioni (la bella, polifonica partita di calcio), efficace la rappresentazione di una mente invasa da pulsioni merceologiche e sessuali. Ma questo personaggio a encefalogramma disturbato non sopporta forse la responsabilità di un intero romanzo. Che non a caso finisce per girare a vuoto e avvitarsi su se stesso: costringendo l'autore a spendersi in continue variazioni sul tema, in soluzioni lambiccate e, insieme, di crudo oltranzismo. Ho l'impressione che, nemico delle etichette, indulga a un suo piccolo, privato market «cannibale» (Nove è uno degli autori della eponima antologia). Sbaglierò, ma la «scuola» finirà per essere presto, almeno per i più dotati, un impaccio. Quel gruppo che troviamo nella dedica di Puerto Piata Market, nei ringraziamenti dell'autore a una ventina di persone. Che esagerazione, per un solo Libro. Lorenzo Mondo Aldo Nove

Luoghi citati: Berlino, Cinisello Balsamo, Haiti, Italia, Santo Domingo, Svizzera