PER UNA TRISTE PATRICIA CORNWELL LA VITA E' SOLTANTO UN OBITORIO di Piero Soria

PER UNA TRISTE PATRICIA CORNWELL LA VITA E' SOLTANTO UN OBITORIO PER UNA TRISTE PATRICIA CORNWELL LA VITA E' SOLTANTO UN OBITORIO CAUSA DI MORTE Patricia Cornwell Mondadori pp. 347 L. 32.000 A tempesta (psicologica ed ormonale) sembra sia passata. Il sole è tornato a far capolino. Ma che da un pallido raggio, che fora rabbioso la nebbia, si possa presagire il definitivo ritorno del bel tempo ce ne passa. Causa di morte di Patricia Cornwell ha infatti la stanchezza e l'umidità di una giornata di fine inverno: si sente - lontano - lo scoppiettare di un fuoco nel camino, segno che l'antica fiamma non si è del tutto spenta, come invece aveva fatto presagire lo sconclusionato Nido dei calabroni. Tuttavia la lucida mano che aveva disegnato Oggetti di reato (e poi, con buona perseveranza, Quel che rimane e La fabbrica dei morti) ha ancora frequenti tratti di opacità, prova che l'umana tensione che la vedeva coinvol¬ ta nella «scandalosa» vicenda giudiziaria dei suoi amori era superiore a quella letteraria e in qualche modo - in essa traboccante. La trama. E' La vigilia di Capodanno e Kay Scarpetta - la detective patologa che un po' mascolinamente scopre assassini sezionando cadaveri - abbandona Richmond per coprire il distretto di Tidewater lasciato scoperto da un suo sottoposto costretto a Londra dal funerale della madre. E' in attesa di Lucy, nipotina genio in forza all'Fbi - con perenni turbe informatiche ed omosex - quando un'ambigua telefonata le annuncia il ritrovamento di un cadavere nelle acque gelide dell'Elizabeth River, tra i sottomarini e le fregate in disuso del vecchio arsenale della Marina militare. Forzando l'incomprensibile ostacolo frapposto da militari e civili, Kay si appropria dell'indagine: indossa pinne, muta e bombole. Si tuffa nel gorgo ghiacciato. E scopre che la vittima è un giornalista suo amico, gran cacciatore di scoop. Incidente, suicidio o delitto? Il fatto che tutti cerchino di metterle i bastoni tra le ruote - e un inconfondibile profumo di mandorle amare - la fanno subito propendere per l'ultima ipotesi. Ma, nel momento stesso in cui la formula, incomincia un'incredibile serie di oscure minacce. Un suo assistente viene ucciso. Ed i guai sembrano pioverle addosso da ogni parte, prefigurando un complotto di immense dimensioni viste la quantità - e la qualità - delle persone che via via risultano coinvolte. La chiave di volta - naturalmente - è l'indagine a cui si stava dedicando il giornalista giustiziato: il movimento dei Nuovi Sionisti, folle setta razzista depositaria del Libro (una sorta di Bibbia sanguinaria, vademecum di torture, allucinazioni e violenze di ogni genere). Inevitabilmente Scarpetta sventerà il Piano, ma cortesia vuole non svelarne il come. Più interessante è invece sottolineare il livello emozionale dell'autrice che, presa com'era - al momento della scrittura dalla sua vicenda personale, ha infarcito la narrazione di abbandoni: Kay viene lasciata da Benton Wesley (il consueto ed un po' ansiogeno amante dell'Fbi che nel frattempo ha anche deciso di lasciare la moglie); il fido e subornato Pete Marino viene scaricato da Doris dopo che il medesimo destino gli era toccato in sorte per colpa della legittima consorte; la bulimica ed alcolica Lucy viene abbandonata da una Janet incapace di sopportare la condanna di famiglia per le sue tendenze poco ortodosse. Poco importa che gran parte di questi amori finiscano per risistemarsi. E' il modo in cui riprendono che fa tristezza. La stessa stanca tristezza, poi, che è l'umore di fondo di tutto il romanzo e che coincide con quello di un'autrice che si lascia prendere più dai sentimenti che dai fatti, spezzettando ancor di più il filo, esile fino all'invero¬ simile, della storia. La loro prevalenza finisce così per cancellare quello che era uno dei meriti più grandi della Cronwell: la capacità di ambientare i suoi racconti, l'abilità cioè nel descrivere - attraverso i canoni del thriller - squarci profondi di società. Quell'America che con una mano liberal offre grandi possibilità di lavoro, carriera e successo alle donne, ma che con la mano conservatrice tende a livellarne i meriti. Quella Virginia, a cavallo tra Richmond e Charleston, che ancora oggi pare la roccaforte confederata del Rett Butler di «Via col Vento», fatta di colline, orgoglio e ricordi. E' come se, d'improvviso, alla scrittura della Cornwell fossero venuti meno i panorami, i luoghi, le persone. Tutto è uguale, indistinguibile, lattiginoso. Chiuso dentro quattro mura. Persino una rapida corsa a Londra finisce per esaurirsi tra le celle frigorifere di un ennesimo obitorio. Piero Soria

Persone citate: Benton Wesley, Butler, Cornwell, Elizabeth River, Patricia Cornwell, Pete Marino, Vento

Luoghi citati: America, Charleston, Londra, Richmond, Virginia