TORNA CHESTERTON, IL PRIMO TUTTOLOGO AMATO DAI MEDIA

TORNA CHESTERTON, IL PRIMO TUTTOLOGO AMATO DAI MEDIA TORNA CHESTERTON, IL PRIMO TUTTOLOGO AMATO DAI MEDIA L'«Autobiografia» avvia Vopera completa del grande cattolico inglese ORNA Chesterton? La Piemme ne è convinta, a giudicare dai tre volumi che pubblica contemporaneamente, resi attraenti da una azzeccata soluzione grafica, giocose illustrazioni di Vincenzo Gioanola su fondo totalmente nero, con allusione subliminale alle due componenti fondamentali dell'ispirazione del creatore di Padre Brown, quella solare e quella notturna (indicata fra i primi dal suo grande ammiratore Borges), con fantasie perfino morbose nascoste sotto l'ostentazione della bonomia. Ma riprendendo la domanda di cui sopra, cos'ha l'eloquente, spiritoso polemista inglese di religione cattolica per piacere anche alla nostra epoca? Be', innanzitutto, direi, proprio il personaggio che recitò in pubblico, un tuttologo molto a suo agio coi media, nato scrittore ma poi diventato soprattutto giornalista e protagonista di dibattiti pubblici anche alla radio. Furono famosi i suoi duelli verbali con G.B.Shaw, ateo e puritano quanto lui era credente e godereccio. Una voi ta Chesterton disse con disprezzo al rivale: «Magro come siete, a guardarvi si penserebbe che in Inghilterra c'è la carestia» - e l'altro rispose: «E grasso come siete voi, a guardarvi si penserebbe che ne siate la causa». HeWAutobiografia Chesterton spiega, anticipando Ceronetti, il segreto del suo successo giornalistico: si tratta di dare al lettore non quello che si aspetta, ma il contrario. Scrivete un articolo per un periodico sportivo, consiglia, e un altro per una rivista ecclesiastica: e poi scambiate le buste. Gli habitués del primo gradiranno un invito alla riflessione, e quelli della seconda saranno contenti di un pezzo divertente. Forse seguendo questa teoria, la cosiddetta Autobiografia, uscita nel 1937, l'anno dopo la morte, tutto è meno che una narrazione dei fatti della vita dell'autore. Saltando volentieri di palo in frasca, dopo un inizio che contiene più che una narrazione, una descrizione dell'ambiente in cui nacque, Chesterton chiacchiera a braccio di questioni e momenti che lo hanno appassionato nei tempi, di persone interessanti che ha incontrato, di luoghi significativi che gli è capitato di vedere; molto spesso allude in fretta a fatti o a figure molto familiari al pubblico inglese del momento, e le note della versione italiana fanno il possibile per chiarire. Reticente su se stesso, specie quando allude ai lati oscuri, repressi, della sua personalità, e a un non meglio specificato periodo giovanile in cui questi la avrebbero dominata, il magistrale causeur prima ci la sorridere con l'ironia di cui lealmente fa le spese per primo (per esempio: quando descrive il proprio abbandono della accademia di belle arti per darsi all'esegesi: «E' superfluo dire che, non essendo assolutamente riuscito a imparare a disegnare o a dipingere, non mi fu troppo difficile buttar giù qualche critica sui punti deboli di Rubens e sui mal guidati talenti del Tintoretto. Avevo scoperto la più facile delle professioni, che da allora non ho più abbandonato»), poi ci provoca alla riflessione sfidando i luoghi comuni con la confezione di paradossi che a differenza di quelli cinici fine secolo alla Oscar Wilde, hanno un risvolto positivo. Chesterton è un vittoriano che per entrare nel nuovo secolo vuole smantellare il disordine romantico; la grande avventura, osserva, è che un treno, partito in orario, arrivi poi a destinazione («tenetevi il vostro Byron che celebra le sconfitte degli uomini, e lasciatemi versare lacrime di orgoglio sull'orario delle ferrovie»). Il paradosso ultimo è la schiettezza di¬ sannata. Quando mi chiedono perché ho aderito alla Chiesa di Roma, dice, la prima risposta è «Per liberarmi dai miei peccati, poiché non v'è nessun altro sistema religioso che dichiari "veramente" di liberare la gente dai peccati». Chesterton è al suo meglio nei pezzi brevi, la ricerca continua di effetti del tipo suddescritto in un libro lunghetto come l'Autobiografia può risultare monotona. Questo non esclude che due o tre romanzi scritti ai primi del Novecento rimangano fra le sue riuscite memorabili, L'uomo che fu Giovedì, naturalmente, ma anche l'odierno Uomo vivo, riproposto nella classica traduzione di Emilio Cecchi nata per la Ronda. Il protagonista Innocenzo Smith difende la banalità della sua esistenza con delle iniziative che la movimentano (rincasa dalla finestra, come un ladro; o un giorno, per cambiare, volta a sinistra invece che a destra, e fa tutto il giro del mondo), e porta una rivoltella che punta contro i filosofi pessimisti, veneratori del nulla. Magnifici, poi, come si sa, i racconti di Padre Brown, ingegnosi rompicapo polizieschi risolti da un piccolo prete di campagna armato solo della sua profonda conoscenza della vita (vedi 1 Autobiografia per la descrizione del religioso irlandese che li ispirò). Chesterton li scriveva in fretta, in un'epoca in cui questa non veniva considerata letteratura, e allungò la serie quasi all'infinito, rispolverando il suo eroe ogni volta che aveva bisogno di denaro. La prima raccolta, quella intitolata all'innocenza, ovvero al candore dell'investigatore involontario, è quindi la migliore, a renderla immortale basterebbe «Gli strani passi», una della più grandi «short stories» mai scritte. Il calendario d'uscita delle «opere complete», affidate alla cura di Sergio Ferrerò, prevede a febbraio altri tre titoli [L'incredulità di padre Brown, Il Napoleone di Notting Hill, Eretici) e continuerà, sempre a gruppi di tre ogni due mesi, fino al gennaio '99. Masolino d'Amico G. K. Chesterton AUTOBIOGRAFIA trad. Alberto Castelli pp.360. L. 28.000 IL CANDORE DI PADRE BROWN trad. Nicoletta Neri pp. 262. L. 28.000 LE AVVENTURE DI UN UOMO VIVO trad. Emilio Cecchi "pp. 228. L. 24.000 Edizioni Piemme // creatore di Padre Brown nato scrittore, diventato giornalista, protagonista anche alla radio: famosi i suoi duelli verbali con George Bernard Shaw PRIMO MEDIA de cattolico inglese

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