Vita: il caso Di Bella è stato dirompente
Vita: il caso Di Bella è stato dirompente Vita: il caso Di Bella è stato dirompente OROMA NOREVOLE Vincenzo Vita, sembrava che il pds puntasse a una nuova legge di nomina. Invece ha azzerato il cda. Come mai? «Le due cose sono intrecciate fra loro: o si faceva una nuova legge in tempi brevissimi, o si fa il nuovo consiglio con la vecchia legge». La richiesta esplicita di dimissioni del cda da parte del pds però è venuta dopo il vertice di maggioranza. Segno che non è stato positivo. «Mi risulta che la riunione è stata obiettivamente difficile. E' stato deciso di dar luogo a un gruppo di lavoro. E la riforma rimane l'obiettivo principale, perché il sistema della comunicazione ha bisogno di un grande ripensamento del ruolo della Rai, e del suo meccanismo di gestione». Ma ci si è accorti che ci vorrà molto più tempo del previsto. «Evidentemente ci sono state delle difficoltà. Ma la posizione della sinistra democratica è stata sempre chiarissima: meglio sarebbe la leg¬ ge. In ogni caso però, piuttosto di soluzioni finte, rattoppi, pasticci, meglio un nuovo gruppo consiliare». Questa fretta improvvisa nel dimettere il primo cda ulivista però non è chiarissima: mica sarà nata dal dibattito Bindi-Di Bella soffiato da Mediaset? «Quella è stata la causa dirompente. Ma da tempo alla Rai si era aperta una crisi profonda, di strategie, di ruoli». La Rai holding, il progetto di ristrutturazione fatto fare da Iseppi, non piaceva al pds: quanto ha pesato tutto questo? «Abbastanza. Quel progetto svelava una mancanza di chiarezza sulle strategie. Cosi come le incertezze mostrate sulla piattaforma digitale». Oggi ogni prospettiva di legge si allontana indefinitamente? «Proprio in questi giorni stiamo finendo di riscrivere il ddl 1138 in una chiave più morbida, per venire incontro alle esigenze di tutti. La speranza è l'ultima a morire. [m. g. b.]
Persone citate: Bindi, Di Bella, Iseppi, Vincenzo Vita
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