«Non facciamo genocidi»

«Non facciamo genocidi» «Non facciamo genocidi» Usa e Spagna polemici con Castro WASHINGTON. Gli Stati Uniti respingono le accuse di «genocidio del popolo cubano» mosse l'altro ieri dal presidente Fidel Castro, che ha attaccato l'embargo americano nel corso del suo messaggio di benvenuto a papa Giovanni Paolo II. «Ovviamente, respingiamo questa accusa - ha detto ieri il portavoce del dipartimento di Stato James Rubin -. C'è un grosso framtendimento. Ci sono miliardi di dollari in alimenti donati da americani a Cuba, che giungono a Cuba. Le medicine sono permesse. Centinaia di milioni di dollari in medicine sono permessi. Questa accusa è una frottola. Naturalmente, noi riteniamo che la nostra pressione economica sia parte di ciò che ha fatto muovere il nostro emisfero verso la democrazia, con l'eccezione di Cuba». Anche la Spagna non accetta le critiche di Fidel Castro sul suo passato coloniale. La Spagna e il Portogallo, ha detto oggi il ministro degli Esteri Abel Matunes, meritano un giudizio storico migliore. Nel discorso di benvenuto pronunciato l'altro ieri all'arrivo del Papa, ha notato il capo della diplomazia spagnola, il presidente cubano ha dimenticato «l'importante opera» svolta dai colonizzatori a favore della evangelizzazione e della istruzione. Il Lider Màximo ha imputato ai con¬ quistadores spagnoli lo sterminio di 70 milioni di indigeni e di 12 milioni di africani in America. Durante una conferenza stampa, Matunes non ha negato che furono commessi dei crimini, ma ha affermato che i responsabili non furono gli antenati degli spagnoli attuali, ma gli antenati «di alcuni che oggi sono in America». Bill Clinton si augura che la visita di Giovanni Paolo II a Cuba produca risultati tali da favorire un disgelo con l'Avana. «Spero che questa visita determini dei ripensamenti nel governo cubano che ci consentano di avvicinarci in molti modi», ha detto il Presidente Usa prima del colloquio con Yasser Arafat, in risposta alla domanda di un giornalista riguardante la presa di posizione del Pontefice sulle sanzioni americane in vigore nei con¬ fronti di Cuba. Clinton ha detto anche di es sere «felice» per il fatto che il Papa abbia accettato di compiere la visita a Cuba e che il regime di Fidel Castro abbia consentito alla gente di celebrare l'ultimo Natale. Il portavoce Rubin ha dichiarato anchs che l'amministrazione americana accoglie «con rispetto» le critiche papali alle sanzioni. «Gli Stati Uniti hanno ricevuto con rispetto il messaggio del Papa al riguardo e continueremo a dialogare con il Vaticano su questo come su altri temi perché ci interessa il punto di vista del Pontefice e della Chiesa, con i quali condividiamo degli obiettivi». «Speriamo - ha aggiunto Rubin - che la visita di Giovanni Paolo II produca un cambiamento nel comportamento del governo cubano riguardo alla libertà religiosa». [e. st.) La folla a Santa Clara per la Messa del Papa