« E' la fine di un incubo »
« E' la fine di un incubo » « E' la fine di un incubo » .// professore: dovevo fare un passo indietro una decisione improvvisa ROMA IMISSIONI irrevocabili. Addio dopo diciotto mesi di tormenti in sella ad un cavallo impazzito, tormenti che adesso si sfarinano in ricordi che forse lasceranno per sempre in bocca un sapore amaro. Sono le quattro del pomeriggio di ieri, le agenzie di stampa hanno appena battuto la notizia delle sue dimissioni e Enzo Siciliano ha lasciato da poco, e per sempre, il suo elegante ufficio al settimo piano di Viale Mazzini. Prima di alzarsi dalla sua scrivania Siciliano ha telefonato ai presidenti della Camera Violante e del Senato Mancino per comunicar loro la sua decisione. La Rai è un'altra volta decapitata, o, se si vuole, ancora una volta il moloch dell'informazione pubblica ha divorato l'intellettuale che doveva farla diventare più forte e più li¬ bera dai partiti. Presidente, che cosa prova in questo momento? «Guardi, adesso cerco di rilassarmi. Sono qui, a casa con mia moglie Flaminia, ho indossato un cardigan blu e dopo questa chiacchierata con lei staccherò il telefono». Sento molta tensione nella sua voce. Si tratta di delusione o di rabbia? «Forse tutte e due le cose assieme. Ho preso questa decisione l'altra sera a Torino dove avevo assistito alla prima del mio "Galeazzo Ciano", un buon successo. Devo dire che durante la notte ho dormito davvero poco». Insomma, la Rai è stata il suo grande tormento? «Massi, a questo punto non posso nasconderlo. E' finita. Basta, basta. Credo sia davvero la fine di un incubo, per me. Un abbraccio, un abbraccio me lo devono gli amici, in questo momento». Molti, nel commentare la sua scelta, l'hanno definita un gesto nobile. Come per dire che anche l'Ulivo non ha saputo imprimere una svolta nella gestione della Rai. E' così? «Vede, preferirei non dire nulla, adesso. Mi preme soltanto affermare che in Rai non si riesce a sanare niente se non si fa un passo indietro». E così lo ha fatto lei per primo. Vuole mandare un messaggio a qualcun altro? «Diciamo che io ho cominciato a fare questo passo. Non voglio insegnare niente a nessuno. Ho deciso di dimettermi e l'ho comunicato ai miei principali collaboratori a colazione. Anche loro sono rimasti molto sorpresi per questa mia scelta. Ma doveva finire così. Ogni storia ha un suo destino segnato e neppure io potevo sfuggire a questa legge». Nella sua lettera lei parla di dimissioni irrevocabili. Ma in questo Paese, come lei sa bene, non c'è mai nulla di definitivo. Già si sussurra che stanno cercando di convincerla a cambiare idea. E' sicuro di non avere ripensamenti? «Non avrò esitazioni, glielo garantisco. Il Parlamento deve poter decidere con lealtà nei confronti di se stesso. Il Parlamento deve capire che per il futuro va data fiducia a una persona seria e competente». E a quale figura lei pensa? «Io credo che questa persona seria e competente a cui dare fiducia possa soltanto essere un amministratore unico. Ecco, ci vuole un amministratore unico e non dei piccoli parlamenti...», [d. c. d.]
Persone citate: Camera Violante, Enzo Siciliano, Galeazzo Ciano, Mancino
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