«Orgogliosi di quest'Italia»

«Orgogliosi di quest'Italia» «Orgogliosi di quest'Italia» ROMA. «Lo scoglio più grande, per il '98, rimane sempre la sfida più grande, cioè l'ingresso in Europa nei modi e nei tempi prefissati. Non ho mai abbassato la guardia, perché avete visto benissimo che qualsiasi indecisione sarebbe utilizzata per mettere l'Italia in seconda categoria». Lo ha detto ai giornalisti il presidente del Consiglio, Romano Prodi, rispondendo alla domanda su quale sia lo «scoglio» più difficile che prevede di dover superare nel 1998. Per Prodi, il secondo «ostacolo» da superare è «l'attuazione delle singole riforme, una ad una». Ma il Presidente del Consiglio ha anche aggiunto che «la sfida più complessa e più difficile e che più mi sta a cuore è quella dell'occupazione e quindi del Mezzogiorno». A proposito dell'Euro e dell'incontro con Kohl, Prodi ha aggiunto: «Kohl non è il mio professore né io sono il suo. Non doveva dire una sillaba di più di quanto ha detto. Non sarebbe stato politicamente producente. L'Italia non chiede sconti. Poi andremo all'esame, che è collettivo, e io sarò studente, ma anche professore, in quel momento, e allora ce la vediamo...». All'osservazione che, quindi, «l'Italia non si è presentaI ta con il cappello in mano», I Prodi ha replicato che quella j che si è presentata a Kohl «è una Italia con dei dati che mostriamo a tutti di cui andiamo orgogliosi perché sono stati faticosi da raggiungere e per questo risultato, ancora una volta, ringrazio gli italiani perché sono stati loro a permettercelo». Prodi ha aggiunto che l'Italia vuole «semplicemente che quando escono i dati non vengano discussi nella metodologia e nella loro serietà». «Presidente, il "Times" ha parlato dell'ipotesi che una decisione di non ammettere l'Italia nel primo gruppo dei Paesi che creeranno la moneta unica potrebbe essere compensata con la presidenza della commissione dell'Unione europea. Accetterebbe?». «Questo - ha replicato Prodi - è un titolo di quello che un tempo si chiamava l'autorevole "Times". Io, in questo caso, toglierei l'aggettivo». Ma il cambio lo accetterebbe? «No, sarebbe vendere il mio Paese. Io penso che l'Italia fuori dall'Europa non potrebbe più recuperare il distacco dagli altri Paesi». [Ansa]

Persone citate: Kohl, Prodi, Romano Prodi