QUELLE DUE MANI di Gabriele Romagnoli

QUELLE DUE MANI QUELLE DUE MANI UL'AVANA NO di fianco all'altro, di fronte agli occhi del mondo e al registro della storia, su un tappeto rosso, sotto una tenda bianca che li ripara dalle offese del sole, del tempo e del disincanto popolare, Fidel Castro e Giovanni Paolo II conficcano i loro pronunciamenti di fede nel cuore di un luminoso pomeriggio all'Avana. Il Papa biancovestito invoca libertà per Cuba e per la Chiesa in Cuba. Il comandante irrigidito nell'abito scuro inneggia alla rivoluzione e invoca la morte piuttosto che la rinuncia ai suoi principi. L'uno e l'altro rivendicano secoli di storia alla base del convincimento di cui sono profeti e si propongono una volta di più come icone di fine millennio, ultime vestali di fedi lontane che si vorrebbero riavvicinate nella lotta al comune nemico. Ma questa volta lo fanno fuori dall'album di iconografìe dove giacciono le loro immagini e si trasferiscono sul terreno della realtà, sul suolo di un'isola che per la prima volta, alle quattro e sei minuti di un pomeriggio di sole, il piede di un Pontefice calpesta, quale primo atto di una missione sponsorizzata da un sovrano comunista. Gabriele Romagnoli CONTINUA A PAG. 3 PRIMA COLONNA

Persone citate: Fidel Castro, Giovanni Paolo Ii

Luoghi citati: Avana, Cuba