La iella? Un male ereditario di Fabio Galvano

La iella? Un male ereditario Studioso inglese scopre che la sfortuna perseguita intere famiglie La iella? Un male ereditario NLONDRA ON c'è amuleto che tenga, né scongiuro che faccia al caso; perché la scalogna, a quanto pare, è genetica. C'è chi nasce con la camicia e chi invece è uno sconfìtto fin dal primo vagito: peggio, la mala sorte proprio perché genetica - colpisce interi gruppi familiari. «La verità è che certe caratteristiche caratteriali, quelle che più facilmente fanno da argine alla buona sorte, sono ereditarie», afferma Peter McGruffin. Il professor McGruffin è uno psichiatra dell'università di Cardiff, capo dell'equipe che attraverso una complessa ricerca ha stabilito l'ineluttabilità della sfortuna. Gli esperimenti sono partiti da una banale constatazione: lo stretto rapporto fra depressione e destino avverso. Furti, mancate promozioni, aggressioni sembrano favorire si fa per dire - chi è depresso. E si sa che la depressione è sovente un male comune fra gemelli. Ecco allora, all'università, un ricco studio di fratelli e sorelle, padri e madri. Per scoprire, dice McGruffin, che di genetico può esserci la propensione a un'esistenza caotica, che favorisce uno stato depressivo. Questo fa sì che di fronte a certi avvenimenti la reazione del depresso sia negativa, tanto da percepirli con la coloritura dei fatti pericolosi o sgradevoli. La sfortuna, insomma, come creatura della psiche. Ma proprio grazie a questa scoperta, se si accetta che la mala sorte è qualcosa con cui uno nasce ma soltanto in quanto è predisposto a crearsela, c'è una luce di speranza in fondo al tunnel della iella: gli estroversi, ha rivelato la ricerca, affrontano con più disinvoltura gli eventi quotidiani e non entrano nell'ingranaggio della depressione. Basta imparare ad alterare il proprio modo di pensare, cioè di reagire al mondo, e la scalogna si dissolve. Senza bisogno di cornetto. Fabio Galvano

Luoghi citati: Cardiff