Industria, ripresa a tutto gas nel '97

Industria, ripresa a tutto gas nel '97 Volano a ottobre ordini (7,1%) e fatturato (13,1%). Torna a tirare anche il tessile-abbigliamento Industria, ripresa a tutto gas nel '97 E il toro riparte in Piazza Affari ROMA. Non solo auto: la ripresa dell'industria consolidata alla fine del '97 poggia anche su altri settori. Ad esempio il tessile, considerato in agonia per anni, segnala un risveglio improvviso, con crescita di vendite, ordini e prezzi. E' un segno eh benessere che coincide con un nuovo balzo di Piazza Affari. Una congiuntura favorevole riconosciuta anche dal segretario di An Gianfranco Fini, convinto che il '98 sia l'anno dell'Ulivo: «Si entrerà nella moneta unica, la Borsa volerà e c'è un minimo di ripresa economica e quindi al Polo non resta che lavorare sul futuro». Ma sull'interpretazione della ripresa, Cgil, Cisl e Uil attaccano: è consistente, ma ha scarsi riflessi sull'occupazione. 1 dati di ottobre per il segretario generale della Cgil Sergio Cofferati «sono fra gli effetti positivi del risanamento che c'è stato: una condizione per dare una risposta positiva ai problemi occupazionali dell'Italia è che l'economia cresca e l'industria si espanda». Fanno testo i dati Istat di ottobre: il fatturato dell'industria è cresciuto del 7,1%, gli ordinativi del 13,1% rispetto all'ottobre '96. Da gennaio, in 10 mesi, la crescita del fatturato si assesta sul 3,3% di aumento, quella degli ordinativi sul 6,2%. Gli mcrementi maggiori del fatturato, in ottobre (6,7% sul mercato interno, 8,1% sull'estero), arrivano dall'industria dei metalli (+17,4%), dalla costruzione dei mezzi di trasporto (+16,9%), dai minerali non metalliferi ( + 12,5%) e dalla fabbricazione di macchine elettriche (+10,7%). In discesa le raffinerie petrolifere (-6,2%) e le industrie conciarie, di pelle e cuoio (-0,1%). Quanto agli ordini, cresciuti ad ottobre del 14,1% sul mercato nazionale e dell'11,8% sull'estero, arriva il boom dei mezzi di trasporto (+37,5%), dei metalli (+18,5%) e delle macchine ed apparecchi meccanici (+14,6%). In calo gli ordini nell'industria con¬ ciaria, pelle e cuoio (-7,1%). Considerando la destinazione economica dei beni prodotti, l'indice del fatturato segna aumenti del 10,7% per i beni di investimento, dell'8,1% per i beni intermedi e del 3% per i beni di consumo. Nel periodo gennaio-ottobre, gli mcrementi tendenziali sono del 4% per i beni di investimento, del 3,5% per i beni intermedi e del 2,7% per i beni di consumo. Nel settore tessile-abbigliamento, l'indagine FedertessileSnia che confronta i dati settembre-aprile segnala vendite al dettaglio in crescita dell'1,5% circa. I prezzi sono mediamente saliti del 2,5%, valore per la prima volta superiore al tasso d'inflazione. Con gli ordini interni in aumento del 4% e quelli dall'estero del 3,1%, con una riduzione delle scorte di materie prime (-2,6%) e di prodotti finiti (-1,9%). Secondo l'Octa, che ha raccolto e ordinato i dati, gli scambi con l'estero del tessile-abbigliamento nei primi otto mesi del '97 confermano l'andamento positivo delle esportazioni, con un incremento del 9,2% in quantità e del 4,3% in valore. Più lenta la crescita dell'export di abbigliamento, salito del 2% in quantità e dell'1,5% in valore. Cauto l'ottimismo degli industriali: Emma Marcegaglia, presidente dei giovani di Confindustria, apprezza il miglioramento economico che si sta estendendo dall'auto agli altri settori, ma ricorda i problemi ancora aperti «dalla pressione fiscale che resterà forte nel '98, al costo del lavoro che sta aumentando del 5,7% a fronte di un'inflazione all'I,7%, al problema delle 35 ore». Ma Paolo Pirani, segretario confederale Uil, richiama l'attenzione sul Mezzogiorno che rischia di rimanere escluso dalla ripresa: «Esistono tutte le condizioni per contrastare il rischio di un ulteriore arretramento e occorre concentrare l'impegno sul rafforzamento delle politiche per la creazione di nuova occupazione», [b. g.] RIFORMA IN DUE FASI I PUNTI SU CUI LAVORANO I TECNICI DEL LAVORO DATA. Il primo gennaio 2001 dovrebbe indicare solo' il tèrmine della fase di sperimentazione, la riduzione dell'orario verrà incentivata con agevolazióni contributive, e gli straordinari verranno invece disincentivati. La messa a regime delle 35 ore legali slitterebbe a dopo il 2001, previa verifica con le parti. SPAZIO ALLA CONTRATTAZIONE. Una legge di sostegno che fissa l'obiettivo delle 35 ore legali (su media plurisettimanale), ma lascia alla contrattazione il compito di ridurre gradualmente l'orario di lavoro. FASCE ORARIE E PART-TIME. Gli incentivi dovrebbero funzionare in base a tre fasce orarie, cui corrisponderanno treppiedi pari timo. Sopra le 35 ore scatterebbero maggiorazioni contributive. PUBBLICO IMPIEGO. Potrebbe essere escluso. PICCOLE IMPRESE. Secondo l'accordo Governo-Prc dovrebbero essere escluse le aziende con meno di 15 dipendenti. * ■ Il ministro delle Finanze Vincenzo Visco

Persone citate: Emma Marcegaglia, Gianfranco Fini, Paolo Pirani, Part, Sergio Cofferati, Vincenzo Visco

Luoghi citati: Italia, Roma