«Non mi fido dei centri »

«Non mi fido dei centri » «Non mi fido dei centri » //professore: prudente attesa \ per abbandonare la ebemio MODENA. Dice di essere entusiasta del suo incontro con il ministro Rosy Biadi. Ma ribadisce di non avere la minima fiducia nei centri di ri- ; cerca che in passato non hanno manifestato | simpatie per il suo metodo e, tanto meno, nei i medici elio porteranno avanti la sperimentazio- j ne. E ai malati che pensano di lasciare le cure : tradizionali consiglia una «molto prudente attesa». Parla così, l'anziano fisiologo modenese Luigi Di Bella, nel filo diretto con i pazienti or- , ganizzalo dal Giornale: Radio Rai. Un'ora di collegamento por rispondere ad una ventina di domande provenienti da tutta Italia. Non regala false speranze. Di Bella. E non si ] stanca di ripetere che «l'efficacia della cura dipende da molti fattori». In un caso non esita a dare «parere negativo», ma a un'altra donna dice: «La praticherei senza pensarci mezza volta». Dai pazienti che abbandonano le cure tradizionali, Di Bella prende le disianze: «Non ho mai espresso pubblicamente pareri su vari metodi, quindi gli individui devono essere liberi di scegliere il metodo che credono». Nonostante ii via libera alla sperimentazione, continua ad avvertire «occlusioni e prevenzioni giustificate dalla mia età troppo avanzata e dal fatto che vengo dalla fisiologia, una disciplina che non Via nessun contatto con la medicina pratica». A una paziente che gli chiede se «la sua cura è apI plicabile in tutte le forme di tumore», risponde j che «i risultati ci sono pei' qualunque tipo di tui more, bisogna vedere come si pratica la cura». Di Bella continua invece ad essere scettico sulla I sperimentazione. «Che cosa vado a sperimenta! re - dice - se i farmaci sono più che noti? Io non lo so. Se debbo curare un individuo solo dopo che un decreto ministeriale mi autorizza, io non sono proprio d'accordo». iJn concotto sul quale si soffermerà qualche ora dopo, durante un incontro a Modena in municipio col sindaco e l'assessore regionale alla Sanità. «Non ho nessuna fiducia nei centri di ricerca, e infatti ho parlato col ministro Bindi in questo senso. Ma la verità scientifica è una solo, le basi scientifiche non si muovono». Nessuna fiducia neppure nei medici che dovranno applicare il protocollo Di Bella, «ma siccome il metodo non è trascendentale, tutti sono in grado di applicarlo. Non è chemioterapia, non è dannoso. Qualunque medico, se non è congenitamente somaro, in un giorno lo impara». Dei medici che seguono il suo metodo, il professore dice di non poter dare indicazioni per riconoscere eventuali profittatori. «Io - dice ho denunciato il pericolo pubblicamente, ma ciò non significa che abbia i mozzi per poterli eliminare. Il metodo stosso è di una facilita tale che non implica una particolare intelligenza. E' invece diverso rendersi conto dei suoi princìpi ispiratori». Ad ogni modo, lo staff del professore sta mettendo a punto un elenco con i nomi dei medici che in questi anni hanno studiato il protocollo Di Bella. Raffaella Quaquaro

Persone citate: Bindi, Di Bella, Luigi Di Bella, Raffaella Quaquaro, Rosy Biadi

Luoghi citati: Italia, Modena