Sì al federalismo dei sindaci
Sì al federalismo dei sindaci L'accordo D'Alema-Comuni-Regioni sulla riforma delle autonomie scatena la reazione degli «esclusi» Sì al federalismo dei sindaci Ma scoppia la rivolta delle Province ROMA. Orinai è guerra aperta tra Comuni e Regioni, da una parte, e le Province. I malumori, i sospetti e le diffidenze che per mesi erano rimasti allo stato latente sono esplosi ieri con raffiche di insulti e con scambi di accuse. La scintilla del conflitto è scaturita da un incontro tra i rappesentanti di Comuni e Regioni e il presidente della Bicamerale, Massimo D'Alema. Il leader del pds, al termine della riunione, ha annunciato l'approdo ad un «patto di collaborazione» e ha fatto sapere che la Bicamerale farà da tramite, attraverso il relatore D'Onofrio, per la presentazione sotto forma di emendamenti per l'aula del pacchetto di proposte di sindaci e Regioni. Sono tre le linee caratterizzanti di quello che è stato definito come un «vero e proprio accordo politico»: Senato federale delle autonomie, riduzione dei poteri statali, istituzione di nuovi soggetti delle autonomie. Le proposte di emendamento presentate alla Bicamerale (il testo degli articolati veri e propri sarà consegnato definitivamente entro oggi) prevedono la riduzione del numero di competenze dello Stato centrale, una struttura federale per il Senato, una ridefinizione delle attuali Regioni (che dovrebbero dotarsi di nuovi statuti elaborati con i rappresentanti delle autonomie), il riconoscimento della specificità delle città metropolitane (e un ruolo a parte per Roma, in quanto Capitale), la applicazione differenziata nel tempo dei principi federali, a seconda del grado di preparazione dimostrato dalle singole regioni. Soddisfatto D'Alema: «Oggi abbiamo fatto un bel passo avanti. Questo modello istituzionale più avanzato dello Stato risponde maggiormente ai bisogni ed alle istanze dei cittadini che potranno così avere un potere istituzionale più controllabile ed efficace». Soddisfatto anche Bassolino: «E' un accordo che caratterizza un nuovo federalismo forte». Soddisfatti Rutelli, Formigoni e Ghigo. Ma sulla soddisfazione generale arriva subito la doccia gelata che annuncia la «guerra degli esclusi». Le Province, infatti, rivendicano «pari dignità costituzionale» e organizzano la rivolta. La protesta parte da Bologna, dove si è consumato anche il «divorzio» fra il presidente della Provincia Vittorio Prodi, fratello del presidente del Consiglio, e il sindaco Walter Vitali. «Abbiamo saputo di questa iniziativa dai giornali - ha detto visibilmente amareggiato Vittorio Prodi durante una con¬ ferenza stampa tenuta nella sede della Provincia di Bologna -. Non solo è stata calpestata la prassi consolidata della consultazione, ma si pretende che il federalismo sia un'alleanza fra Regioni e grandi Comuni. E' inaccettabile». E ha annunciato battaglia contro la «sindrome di onnipotenza» di Regioni e grandi Comuni che di fatto vogliono cancellare le province. «E' un tradimento dello spirito unitario delle autonomie» ha detto Marcello Panettoni, presidente dell'Unione delle province italiane. «Non vorremmo che qualcuno pensasse di poter raggirare il Paese e le Province italiane, perché queste sono enti locali elettivi al pari di Comuni e Regioni ed i cittadini che hanno eletto i loro rappresentanti sono gli stessi». Il presidente dell' Upi ha poi ricordato che nelle grandi città vive solo un sesto della popolazione nazionale: «Come si pensa quindi di governare efficacemente un territorio complesso senza un' istituzione forte, autonoma, garantita dalla Costituzione ed eletta direttamente dai cittadini?». Per decidere le iniziative da prendere, si incontreranno giovedì a Roma i presidenti di tutte le Province, che hanno già chiesto un incontro a D'Alema. [r. i.] In calo anche la fiducia nella magistratura «Resiste» la Chiesa Extracomunitari: verso di loro sempre più diffusa la diffidenza la nducia mt nord-est IHP '««ioni NELLA, CHIÈSA «I iiiiiiiiiiiiiiii NELLE ASSOCIAZIONI DEGLI ARTIGIANI 40,3 iiiiiiiiiiiii NELL'UNIONE EUROPEA 40,2% ,>>, iiiiiiiiiiiii ■NELLE ASSOCIAZIONI DEGLI INDUSTRIAI! 3§i iiiiiiiiiiiii sLLE ASSOCIAZIONI DEGLI AGRICOLTORI 3 I iiiiiiiiii ASTRAZIONE COMUNALE 38,3% iiiiiiiii IONI DEI COMA iiiii .LE ASSOCIAZIONI DEI COMMERCIANTI 32,8% NELL'AMMINISTRAZIONE REGIONALE 30,9% 24,2% NEI SINDACATI CONFEDERALI 22,8% ittAUTONOMI-COB* 16,3%
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