Helmut e Romano, intesa davanti all'amatriciana di Fabio Martini

Helmut e Romano, intesa davanti all'amatriciana LA PASSEGGIATA PEI LEADER Helmut e Romano, intesa davanti all'amatriciana F ROMA INALMENTE il Cancelliere e il Professore possono parlare d'altro: lontani dai sofà diplomatici e dai cronisti, i due chiacchierano e passeggiano nei vicoletti rinascimentali attorno al Pantheon, prima di infilarsi al ristorante. L'incontro ufficiale è finito da un'ora, sono le sette e mezzo di sera, fa freddino e il Cancelliere (senza cappotto) chiede a Prodi: «Gli appartamenti in questa zona sono in affitto o sono di proprietà?». Tutto sommato mica una domanda facile, quasi quasi meglio quelle sul debito... Ma Prodi risponde subito: «In gran parte sono di proprietà, anche se non sempre in buone condizioni». Ma la domanda del Cancelliere apparentemente «innocente» apre la strada alla successiva: «Scusa Romano, ma se io mi volessi comprare un appartamento da queste parti, quanto lo pagherei?». In questo «Rischiatutto» serale Prodi tiene botta: «Circa 4 milioni e mezzo al metro qua- dro...». Kohl annota mentalmente e intanto i due, passo dopo passo, sono sempre più vicini al ristorante «Fortunato» dove mangeranno insieme. Sulla strada viene incontro il padrone del ristorante e Prodi: «Si chiama... Fortunato». Appena il tempo di far tradurre il doppio senso e Kohl sorride: «Ja, Ja». Certo, le quattro chiacchiere a spasso per Roma sono soltanto il momento informale della visita lampo di Helmut Kohl, ma il tono disteso di quella chiacchierata ricalca lo stesso clima del colloquio ufficiale. La «controprova» la forniva, sia pure involontariamente, il sottosegretario alla presidenza Enrico Micheli. Erano le 21,20, la cena da «Fortunato» era appena finita, il Cancelliere di Germania sulla sua Mercedes bianca era in marcia verso Ciampino e Romano Prodi, piano piano, rientrava a piedi a Palazzo Chigi. Sotto braccio Enrico Micheli (presente all'incontro) e il portavoce di Palazzo Chigi Ricardo Franco Levi. I tre parlano sottovoce, ma a un certo punto Micheli sussurra a Prodi: «In conferenza stampa Kohl è stato prudente, ma durante l'incontro c stato di un calore tale!». E prima di rientrare a Palazzo Chigi, Prodi incrociava il suo amico Pierluigi Castagnetti, che gli chiedeva: «Allora come è andata, Romano?». E Prodi: «Benissimo e anche Kohl era soddisfatto. Per consolidare l'intesa dovremmo vederci a fine marzo per un nuovo bilaterale». E allora ecco la doppia lettu¬ ra. Quella conferenza stampa, nel corso della quale sia Prodi che Kohl hanno evitato di sbottonarsi, di far trapelare ottimismi o pessimismi, al punto che qualche osservatore ha interpretato la prudenza del Cancelliere come la spia di un incontro in grigio. E un'altra «spia» sul clima dell'incontro era il viso di Romano Prodi: durante la conferenza stampa congiunta, durante la chiacchierata, durante la cena da «Fortunato» e poi nella passeggiata che lo ha riportato a Palazzo Chigi, il Professore aveva stampato un sorriso costante. Un sorriso che sarebbe difficile attribuire soltanto al consiglio che diede Clinton a Prodi pochi minuti prima di affrontare la conferenza stampa alla Casa Bianca: «Prodi, ricordati di non far mai mancare il sorriso». L'incontro a porte chiuse è stato breve. La bianca Mercedes del Cancelliere è arrivata nel cortile di Palazzo Chigi pochi minuti prima delle 18. Soliti convenevoli e pochi minuti dopo le 6 del pomeriggio l'incontro può cominciare: da una palle Prodi, Roberto Nigido, consigliere diplomatico del presidente, ed Enrico Micheli, sottosegretario alla Presidenza; dall'altra il Cancelliere con il capo di gabinetto e il consi gliere diplomatico. Kohl è il primo capo di governo straniero ad (Mitrare nel nuovo studio di Prodi. Appena Kohl entra, vede un computer e chiede: «Romano, tu scrivi col compii ter'». Tre quarti d'ora fitti fitti di colloquio, che con l'inter¬ mezzo dei li allunai no in realta a 20 reali Euro lui di temi del colloquio ferenza stampa c< 25 iauco minuti 1 i uulieie i Pùi lu colili LUÌ l.Hh celliere straripante t finalmente alle 19,35 tutti a cena il menù scelto da Fortunate per un buongustaio come il Cancelliere prevedeva tre assaggi di pasta travioli alla salvia, gnocehetu alia fontina rigatoni all'amatriciana) i a seguire agnello, stinco di vitello carciofi alla romana asparagi, frutta mista di buse, tiramisù e torta di ricotta 11 tutto innaffiato da bianco Gavi Chianti classico e Malvasia Sui più bello. Kob) ha chiesto a l'iodi: «Che fine hanno fatto f anfani e Forlani?» Fabio Martini

Luoghi citati: Ciampino, Germania, Roma