Ciampi: già in oprile la Finanziaria '99 di Stefano Lepri

Ciampi: già in oprile la Finanziaria '99 Sarà anticipata per battere sul tempo la scelta (ai primi di maggio) sulla moneta unica Ciampi: già in oprile la Finanziaria '99 «E quest'anno non ci sarà nessuna manovra aggiuntiva» ROMA. Non sarà presentato al Consiglio dei ministri di venerdì 17 aprile, per evidenti (in Italia) motivi di scaramanzia; ma i giorni sono quelli. Al più tardi si arriverà al 24. Ormai al Tesoro c'è certezza sull'anticipo del «documento di programmazione» triennale, in pratica dell'abbozzo della manovra '99. «Quattro o cinque settimane» annuncia per l'appunto Carlo Azeglio Ciampi: per dimostrare la sostenibilità in futuro del risanamento italiano proprio alla vigilia della grande decisione dell'1-3 maggio, su quaU Paesi entreranno nella moneta unica. Fare più presto ancora, spiegano i collaboratori del mmistro, non è possibile: si rischierebbe di farlo male. Di fronte ai dubbi rimasti nei tedeschi, Ciampi ha deciso di moltiplicare le apparizioni pubbliche, di fornire quanti più dati e spiegazioni possibili. Ieri, invitato dal collega Vmcenzo Visco, ha tenuto il discorso inaugurale dell'almo accademico nella Scuola della Guardia di Finanza; era presente il Capo dello Stato. «Risponderemo ai dubbi spiegando le riforme strutturali che abbiamo varato» dicono i due ministri. Tuttavia un accemio di Visco a «surplus primari decrescenti» (al fine di ridurre il carico tributario) potrebbe essere in contraddizione con i piani di Ciampi per un'accelerata riduzione del debito pubblico nei prossimi anni. Secondo alcuni calcoli preliminari degli uffici ministeriali, in caso di crescita accelerata dell'economia il bilancio dello Stato italiano potrebbe addirittura andare in attivo (chissà la meraviglia dei tedeschi) verso il 2002. Ma non si avverte molta voglia di ripetere davvero la performance di Quintino Sella centoventi anni fa. Tutti i politici ita- liani sanno che, dopo aver portato il bilancio in attivo, la Destra storica di Sella perse le elezioni. In mia prospettiva più ravvicinata e più realistica, si sta pure discutendo se rendere più ambizioso l'obiettivo già annunciato per il deficit di quest'anno, 2,8% del prodotto interno lordo; per ora, prevale il no. «Non ci sarà nessi ma manovra aggiuntiva nel '98» ripetono per l'ennesima volta Ciampi e Visco. Frattanto, continuerà l'offensiva di spiegazioni e dichiarazioni, visto che in Germania e in Olanda continuano a circolare informazioni imprecise. Ciampi ha già fatto rispondere seccamente, con una lettera, alle inesattezze scritte da un commentatore della Sueddeutsche Zeitung di Monaco. Più insidioso appariva ieri il commento del quotidiano economico Handelsblatt, in cui si sosteneva che tener fuori l'Italia è ormai impossibile ma che gli altri Paesi lo pagheranno con tassi di interesse più alti «di un punto» perché l'euro sarà ritenuto una moneta debole. In sé, la stima dello Handelsblatt è ritenuta inesatta e grossolana dalla maggior parte degli analisti finanziari. I mercati danno per scontato che la lira si fonderà nell'euro e se esiste mi «effetto Italia» incorporato negli attuali tassi è questione di assai meno di un punto. Fonti tede¬ sche sostengono però che proprio per evitare che effetti di questo tipo si manifestino nei prossimi mesi è bene continuare a ostentare severità verso l'Italia. Sono i piccoli risparmiatori tedeschi l'incognita, non certo la grande finanza che all'ingresso italiano è già preparata. Per l'appunto in Italia «i tassi a breve possono ancora scendere» ripete Ciampi, poiché sono ancora di due punti e mezzo (sui 3 mesi) più alti dei tedeschi. Saranno i nostri a scendere, non i loro a salire. I tassi a lungo termine si sono già quasi unificati, sul livello tedesco. Contribuirà alle buone aspettative la conferma delie nuove privatizzazioni per il futu¬ ro: «Anche la Banca nazionale del lavoro sarà privatizzata» ha detto ieri Ciampi; e «non ha senso parlare di una Iri-2». Con l'Italia che si avvicina all'euro, prende sempre più forza la possibilità che su uno dei sei posti nel direttorio della futura Banca centrale europea sieda un italiano, e precisamente l'ex direttore generale della Banca d'Italia c attuale presidente della Consob Tommaso Padoa-Schioppa. Il candidato è lui. PadoaSchioppa è stato ricevuto ieri a palazzo Chigi; ma già qualche giorno fa Prodi lo aveva visto riservatamente a cena. Stefano Lepri Il ministro del Tesoro: i tassi a breve possono ancora scendere. Anche la Bnl sarà privatizzata. No a una Iri-2» *** * ★ * ★ ***** ministri delle Finanze Vincenzo Visco e dell'Economia Carlo Azeglio Ciampi ieri all'inaugurazione dell'anno accademico della scuola di polizia tributaria

Luoghi citati: Germania, Italia, Monaco, Olanda, Roma