«Ma non è un voto immorale» di Paolo Colonnello

«Ma non è un voto immorale» E la Svizzera sospende le rogatorie per una scorrettezza della nostra Finanza «Ma non è un voto immorale» Bonelli frena: «Prove inquinate? Vedremo» MILANO. L'inizio è soft: «Avevo detto che attendevo con serenità la decisione del Pai-lamento su Proviti e adesso che è arrivata l'accolgo con rispetto». Ma poi, col passare dei minuti e l'arrivo dei giornalisti, il procuratore Francesco Saverio Bonelli si scalda. Perché in realtà quello che preme davvero al capo del pool di Mani pulite non è tanto il voto sull'arresto di Previti, che ormai in procura tutti consideravano scontato, quanto la nuova tegola arrivata dalla Svizzera che ha deciso «temporaneamente» di bloccare l'assistenza rogatoriale ai colleglli milanesi. Un fatto ben più clamoroso e preoccupante dell'impossiniùta di trasferire in carcere il deputato di Forza Italia sulla base ai una richiesta di arresto ormai vecchia eli cinque mesi. Lei pero aveva dichiarato che accogliere questa richiesta sarebbe stato un segnale morale per il Paese... «Mai detta una cosa del genere: le une parole sono state volutamente travisate. Ho solo detto che, al moment o in cui l'abbiamo presentata, mi si alla richiesta di arresto sareoiv stato un segnale forte. Ma non aignitica che votare "no" sarenne. stato immorale». V e lo aspettavate? «lo non mi aspettavo nulla. C'è da dire, in generale, che il meccanismo dell'articolo 68 della Costituzione (che regola le prerogative dei parlamentari, n.d.r.l, per come è formulato è intimamente contraddittorio. Con questo non è che io lo critichi o che dica che si possano arrestare parlamentari a man salva. Però questo tipo di norme frappongono un lasso temporale nel quale chi voleva fare telefonate cambia telefono, chi aveva documenti compromettenti se ne libera, chi voleva rifugiarsi all'estero lo fa. In sostanza si vanificano esigenze cautelari che di per sé richiederebbero azioni a sorpresa. E se non c'è appunto la sorpresa, il meccanismo è contraddittorio, in qualche misura anche per l'arresto». Ma allora perché presentare una richiesta di arresto per Previti? «Intanto bisogna considerare che c'è stata una dilatazione dei tempi e poi nel momento in cui è stato chiesto esistevano i presupposti». E ora, tecnicamente, Previti potrà inquinare ancora le prove? «Questo lo vedremo soltanto alla fine. Come posso dirlo adesso?». Borrelli freme, il vero problema per lui ormai è un altro: con la decisione comunicata via fax dalla Procura generale federale elvetica infatti, Mani pulite si trova improvvisamente a dover fare a meno della linfa vitale delle rogatorie. Colpa di un'improvvida iniziativa del Secit, il servizio dei superispettori del Fisco che nei giorni scorsi ha notificato all'ex gip Renato Squillante, già agli arresti domiciliari, una multa per evasione fisca¬ le di oltre 562 milioni, accertata utilizzando, contrariamente a quanto previsto dagli accordi internazionali, i dati contenuti nelle carte inviate dalla Svizzera per l'indagine sulla corruzione dei magistrati romani. Un pasticcio che, con impressionante coincidenza, si sovrappone alla decisione del Parlamento di respingere l'arresto per Cesare Previti. «Quanto è accaduto, oggettivamente, è di notevole gravità. E' universalmente noto che la cooperazione giudiziaria prestata dalla Svizzera porta con sé sempre una clausola limitativa circa la non utilizzabilità dei dati così ottenuti per finalità fiscali, vuoi in sede penale che ainministrativa». Il Secit però ha precisato di aver attinto le informazioni sull'evasione fiscale di Squillante dalle notizie pubblicate dai giornali e dagli atti che voi avete inviato in Parlamento. «E allora aggiungo che agli ispettori Secit, Rossi e Greco, i quali ne avevano fatto richiesta nel novembre scorso, era stato espressamente negato, con mia lettera del 21 novembre, l'utilizzo degli atti provenienti dalla Svizzera. E' pertanto difficilmente spiegabile come possa essersi prodotto questo atto di grave scorrettezza internazionale». Che prowedimenti ha preso? «Ho scritto oggi una lettera al ministro di Grazia e Giustizia e al mi- nistro delle Finanze segnalando l'accaduto e accennando alla possibilità di annullare d'ufficio l'atto di accertamento tributario, sottolineando le gravi conseguenze che l'episodio può riverberare sulla futura disponibilità della Svizzera, e forse non solo della Svizzera, a collaborare con le autorità giudiziarie italiane. Ma nel frattempo la Procura generale elvetica ci ha comunicato la sospensione dell'assistenza fino a quando non ci sarà un chiarimento. E tengo a precisare che le rogatorie in corso per il procedimento contro Squillante, Previti, Acampora e Pacifico sono circa duecento». Paolo Colonnello Il Fisco ha multato Squillante usando indebitamente le carte inviate da Berna per l'indagine sulla corruzione dei giudici romani A sinistra il procuratore capo di Milano Borrelli Il procuratore aggiunto di Milano Gerardo D'Ambrosio