«La stalla? V in piazza Navone»

«La stalla? V in piazza Navone» «La stalla? V in piazza Navone» Ecco gli esiti dell'inchiesta sulle quote latte ROMA. Al quinto piano (attico prestigioso) di un palazzo di Piazza Navona c'è una stalla con 1500 mucche (tipico allevamento «di carta»). In Lombardia c'è un signore che con due mucche riesce a produrre 10 tonnellate di latte, mentre in Veneto un allevatore che produce migliaia di tonnellate di latte non dispone neppure di una stalla. Altri, che producevano in pianura, denunciavano allevamenti in zone disagiate di montagna per sottrarsi alla logica delle quote. Sono alcune delle oltre 10 mila «stranezze» contenute nei 2019 contratti anomali scovati dal generale della Guardia di Finanza Natalino Lecca, spulciando i 3417 fascicoli pervenuti alla commissione che presiede. Ma si tratta solo della punta affiorante dell'oscuro business delle quote latte. Il generale, con il ministro delle Risorse Agricole Michele Pinto, ha illustrato ieri i risultati dell'indagine, mentre nel Vicentino, a Bologna e a Roma continuavano le manifestazioni di protesta del Cobas. La commissione Lecca si attendeva che giungessero sul suo tavolo almeno 7 mila pratiche, ma si è trovata a doverne esaminare meno della metà (3417 per l'esattezza). Già questo dato numerico la dice lunga sul sommerso della vicenda e il generale, a ogni buon conto, ha trasmesso gli atti alla magistratura contabile. Dei 3417 contratti esaminati, 2019 presentavano forti anomalie: imprecisioni, omissioni, irregolarità o movimentazioni non corrette, per un totale di 10.075 «irregolarità». I dati si riferiscono a contratti di comodato, affitto o soccida delle quote latte, relative alle campagne '95-96 e '96-97. «Nel '95-96 - ha spiegato Lecca - gli allevatori che hanno seguito una via anomala sono stati circa 6500, e nella campagna successiva, nel '96-97, sono stati 6400. Si è lontani dunque dal numero di contratti che ci aspettavamo. Molti dei contratti che sarebbero dovuti arrivare all' Aima non sono stati inviati, e su questi si dovrà ingadare». Delle 10.175 anomalie riscon trate nei contratti oltre il 50% sono a carico di allevatori della Lom bardia, seguita da Veneto, Emilia e Sardegna, mentre la produzione di latte interessata da questo fenomeno truffaldino è di circa 60.000 tonnellate. «I risultati dell'indagine della commissione - ha riferito Pinto - saranno inviati al presidente del Consiglio, ai presidenti di Camera e Senato, al procuratore generale presso la Corte dei conti, e al procuratore della Repubblica presso il tribunale di Roma». Un quadro più definito sulla produ- zione lattiera e le relative irregolarità si avrà ad aprile, quando le Regioni dovranno ultimare le loro ricerche e - ha precisato Lecca «fare pulizia delle altre situazioni anomale. I disonesti rischiano, tra l'altro, l'accertamento fiscale della Guardia di Finanza». Ma il clamore dell'indagine non ha raffreddato granché gli animi dei Cobas in rivolta. A Vicenza, per esempio, per aggirare il divieto della prefettura di sfilare per le strade con i mezzi agricoli sono ricorsi alle normali auto - un centinaio in tutto - che dal presidio di Vancimuglio hanno raggiunto il capoluogo alla velocità di 30 chilometri l'ora. Anche gli emiliani hanno intasato le vie di accesso a Bologna con una manifestazione di trattori prima prevista lungo la via Emilia e poi «dirottata» verso carrozzabili provinciali. A Roma una loro delegazione è stata ricevuta dalla commissione Agricoltura della Camera il cui presidente, Alfonso Pecoraro Scanio, ha sollecitato il governo a porre, se necessario, la fiducia sul decreto per le quote latto, proprio mentre l'aula sta per iniziarne l'esame. Poco prima, un veterinario, Giorgio Ottogalli, infine, aveva visitato, su sollecitazione dell'assessore romano agli animali Monica Cirinnà, la mucca Ercolina, simbolo della rivolta: sta bene. Oggi, infine, una delegazione di allevatori italiani presenterà al Parlamento europeo una petizione in cui si protesta contro la gestione delle quote latte sia da parte della Commissione europea sia da parte del governo italiano. Raffaello ÌYSasci La commissione ha scovato oltre 2000 contratti irregolari Nuove proteste da parte dei Cobas Una protesta dei Cobas TRE FACCE DB UNO SCANDALO VACCHE A PIAZZA NAVONA UNA STALLA CON 1500 VACCHE IN PIENO CENTRO A ROAAA, A PIAZZA NAVONA, IN UN ATTICO AL QUINTO PIANO DI UNO STABILE DI LUSSO. COME E' POSSIBILE?. LE STALLE POSSONO AVERE LA SEDE LEGALE ANCHE IN CITTA', DOVE MAGARI RISIEDONO GLI UFFICI AMMINISTRATIVI DELL'AZIENDA AGRICOLA. LOMBARDIA MAGLIA NERA DELLE 10.175 ANOMALIE RISCONTRATE NEI CONTRATTI OLTRE LA META' SONO A CARICO DI ALLEVATORI DELLA LOMBARDIA. SEGUONO, NELLA CLASSIFICA DELLE IRREGOLARITÀ', GLI ALLEVATORI DEL PIEMONTE, DELL'EMILIA ROMAGNA, DELLA SARDEGNA E DEL VENETO. IRRISORIE LE IRREGOLARITÀ' ALTROVE. NIENTE QUOTE AD ALTA QUOTA LA NORMA CHE CONSENTE AD UNA STALLA DI TROVARSI IN CITTA1 NASCONDE UN'ALTRA PERICOLOSA "INSIDIA": UNA STALLA SITUATA IN PIANURA PADANA PUÒ' AVERE LA SEDE LEGALE IN UN PAESE DI MONTAGNA, ZONA DISAGIATA ESENTE DALLE QUOTE, E QUINDI PRODURRE LATTE SENZA LIMITI.

Persone citate: Alfonso Pecoraro Scanio, Giorgio Ottogalli, Lecca, Michele Pinto, Monica Cirinnà, Natalino Lecca