Controlli a vista per il pedofilo
Controlli a vista per il pedofilo Vìbo Valentia: squadre di poliziotti lo seguono tutto il giorno Controlli a vista per il pedofilo 77 questore: è un tipo contemplativo non ci sono pericoli per i ragazzi VIBO VALENTIA. Forse l'essere stato definito un «soggetto contemplativo» lo sta salvando da guai peggiori. Per lui, pedofilo riconosciuto, ma soprattutto confesso, per la prima volta nel nostro Paese è stata adottata una misura assolutamente insolita: viene controllato, da un nugolo di agenti di polizia, per tutta la sua giornata. Nella speranza che, così come ha fatto fino ad oggi, non superi quella fase «contemplativa», per arrivare a ben altro. Ma anche nella speranza che, se si dovesse decidere a farlo, si giunga in tempo per impedirglielo. La decisione, abbastanza singolare, è stata presa dal questore di Vibo Valentia, Giovanni Ferrara, che per tranquillizzare la gente, per spiegarne i motivi ed anche le finalità, ha deciso di indire, addirittura, una conferenza stampa. La vicenda, ormai da giorni, si era impadronita della città dove le segnalazioni di un uomo di mezza età, piazzato per ore davanti ai luoghi più frequentati dai ragazzi vibonesi (scuole, sale giochi, cinema, circoli sportivi per finire agli oratori e ai sagrati delle chiese), si stavano moltiplicando. In un primo momento s'era pensato alla solita leggenda metropolitana, all'«uomo nero», alimentata anche dal susseguirsi di notizie che vengono ormai quotidianamente da tutta Italia e che hanno i bambini come vittime di violenze. Ma più che di semplici voci si trattava di precise segnalazioni davanti alle quali le forze dell'ordine hanno deciso di prendere l'iniziativa. Sono bastati alcuni giorni, di appostamenti e controlli, e alla fine il «pedofilo» ha avuto un nome e un vol¬ to. Peraltro, nome e volto che non erano affatto sconosciuti agli investigatori che di quell'uomo si erano interessati in passato con il risultato che il pedofilo era stato anche preso, processato e condannato. Ma, quando è stato convocato in questura, l'uomo ha detto che sì era accaduto, ma che ormai era acqua passata e che non c'era più ricascato. E nell'ammettere il passato l'uomo ha anche ammesso il presente. Un presente fatto di strane manie, come quella appunto di fotografare, a centinaia (evidentemente non solo a Vibo Valentia), ragazzi, maschi, possibilmente nudi. «Ma adesso non faccio male a nessuno», ha detto. Può darsi, ma l'uomo non ha mai smesso di andare in cerca di ragazzi da fermare, da indurre a seguirlo in automobile, da convincere a spogliarsi e mettersi in posa. Fino ad oggi, però, nessuno ha denunziato alcunché. Allora, che fare, si sono detti gli investigatori? Se non si può reprimere, cerchiamo di prevenire. Ed ecco che è stato deciso di chiudere il «soggetto» in un bozzolo di agenti: viene seguito, passo dopo passo, ora dopo ora, da quando esce di casa la mattina fino a quando non vi fa rientro. Così, dicono in questura, non si creeranno condizioni tali per cui qualcuno abbia problemi. Un «qualcuno» che non sono soltanto i ragazzi di Vibo Valentia, ma anche lo stesso pedofilo. Perché la notizia, in città, ormai circola e non si può escludere che qualcuno, prima che prevenire, preferisca menare le mani. Come pare sia accaduto anche di recente. Diego Minuti Una veduta di Vibo Valentia
Persone citate: Diego Minuti, Giovanni Ferrara
Luoghi citati: Italia, Vibo Valentia
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