«Algeria, problema europeo»

«Algeria, problema europeo» Oggi gli incontri della difficile missione Ue fra polemiche dei giornali locali e sospetti di ingerenza «Algeria, problema europeo» Sbarca la trojka. Altri 15 sgozzati ALGERI.L'arrivo della trojka europea non ferma le stragi. Proprio mentre la delegazione che vuol contribuire a trovare una soluzione della crisi in cui si dibatte il Paese, sbarcava ad Algeri, si diffondevano le notizie sull'ennesimo massacro, che risale a domenica. Sarebbero quindici gli automobilisti che, fermati da presunti integralisti a un finto posto di blocco lungo la strada che collega la capitale a Bouira, sarebbero stati sgozzati. L'eccidio non trova conferme ufficiali. La visita della «trojka» durerà solo 24 ore e prevede incontri col ministro degli Esteri algerino Ahmed Attaf, con membri dell'opposizione parlamentare e con direttori di giornale. La delegazione europea è composta dal sottosegretario agli Esteri britannico, Derek Fatchett, e dai suoi colleghi di Lussemburgo e Austria, Georges Wohlfart e Benita Ferrerò Waldner (la Gran Bretagna è l'attuale presidente di turno dell'Ue, il Lussemburgo è il precedente e l'Austria il futuro). Li accompagna il commissario europeo Manuel Mann (spagnolo). Una polemica sul livello dei rappresentanti europei che Bruxelles aveva deciso in un primo tempo di inviare, ritenuti troppo di basso livello da Algeri, aveva provocato alla missione un ritardo di qualche giorno. La visita resta comunque difficile dato l'atteggiamento guar- dingo e sospettoso del suscettibile regime algerino, rigido custode della sua sovranità e timoroso di ingerenze. Probabilmente anche ad uso interno per mantenere vivo il nazionalismo, alla vigilia della visita il governo di Liamine Zeroual ha sferrato a mezzo stampa un attacco all'Europa. Le accuse all'Ue di ospitare terroristi musulmani sono il ritornello comune a tutta la stampa e «Le Matin» cita apertamente i Paesi «incriminati»: in testa la Gran Bretagna, presidente di turno dell'Unione europea, poi Belgio, Francia, Usa, Svezia, Svizzera, Gennania e Italia. Questa è stata indicata peraltro come «il primo Paese che ab¬ bia dichiarato guerra alle reti del Già (il più radicale dei gruppi armati algerini, ndr) arrestando uno degli strateghi del traffico d'armi, Djamel Lounici». Mentre il capomissione Derek Fatchett, ministro di Stato al Foreign Office, dichiarava forse imprudentemente ai microfoni della Bbc che la trojka si reca in Algeria «per tentare di capire chi è responsabile dei massacri», l'agenzia ufficiale algerina Aps scriveva che «l'Europa deve cessare il gioco ipocrita sul terrorismo». Il quotidiano governativo «al Mujahid» titolava «Ma che viene a fare?», sottolineando che Fatchett «è nativo di un Paese dove gli integralisti agiscono in totale impunità». E ancora «Le Matin» si interrogava sulle intenzioni reali della missione affermando che «l'Europa vuole far pressione su Algeri per costringerla ad un dialogo con il disciolto Fronte islamico di salvezza». «E' tutta un'operazione politica-mediatica ad uso e consumo europeo, e la visita è troppo breve per delle discussioni serie sul modo di aiutare il governo nella lotta contro i terroristi», ha scritto «el Watan» in un editoriale intitolato «Dubbi», accanto alla notizia di altri nove morti e decine di feriti dai terroristi (una vittima anche nella Casbah di Algeri). In queste 24 ore si scontrano ad Algeri due modi diversi di fare diplomazia, afferma un osservatore occidentale, e la trojka «dovrà fare molta attenzione perché il passaggio dal consiglio all'ingerenza può essere breve per chi sta tanto sul chi vive». «Ai dirigenti algerini intendiamo far capire chiaramente che la crisi nel loro Paese va vista come un problema europeo», ha detto prima di partire l'austriaca Benita Ferrero-Waldner, per la quale «si rischia un'ondata di profughi verso l'Europa». «E' dai fatti che si giudicherà se l'Europa vuole realmente aiutarci a chiudere con il terrorismo, o se continuerà ad arroccarsi in un comportamento che coltiva il malinteso e l'equivoco», ammonisce «el Mujahid», mentre l'Aps sale di tono affermando che comunque «l'Algeria ha capito che dovrà anche lei fare i suoi conti nelle sue relazioni con i partner europei». E' in questo clima dunque che si svolgerà stamattina il colloquio con il ministro degli Esteri Ahmed Attaf. Non è esclusa, ha detto lo spagnolo Marin prima di partire da Madrid, una visita a Sidi Hammad, il borgo alle porte di Algeri dove nove giorni fa sono state trucidate 103 persone, secondo le autorità, 428 secondo il quotidiano «Liberté». Ieri la notizia di un nuovo eccidio: uomini' armati hanno sgozzato 16 persone a un finto posto di blocco nella provincia orientale di Bouira. [Ansai «S L'ambasciatore Usa Cameron Hume sul luogo di un massacro a Algeri