Slitta il «rimpasto» dei vertici Rai

Slitta il «rimpasto» dei vertici Rai Il Consiglio di amministrazione chiede un rinvio dell'audizione alla Commissione di vigilanza Slitta il «rimpasto» dei vertici Rai E Tantillo potrebbe essere affiancato da due vicedirettori ROMA. Doveva essere un consiglio di amministrazione decisivo, quello di ieri a viale Mazzini. Una riunione in cui il eda ulivista annunciava drastiche misure per risollevare le sorti della rete ammiraglia Raiuno, finita nel mirino dopo il caso del dibattito Di Bella-Bindi finito a Mediaset, ma già da tempo in crisi d'ascolto e d'immagine, come la sorella Raitre. Giovedì era prevista l'audizione alla Commissione di Vigilanza dove i verdi avevano già annunciato una mozione di sfiducia contro l'intero vertice aziendale. E la maggioranza aveva convocato rapidamente una sorta di vertice per discutere del caso Rai... Invece niente. Il pentolone continua a bollire, ma lo scoppio e rinviato. Il eda ufficialmente si è limitato a cominciare la discussione su quelle che vengono eufemisticamente definite le «criticità» dell'azienda. Un dibattito «tranquillo», fanno sapere le fonti di viale Mazzini, in cui «per il momento non si sono fatti nomi», aggiunge il consigliere popolare, professor Scudiero. In realtà le soluzioni erano già state trovate: sostituire il direttore di Raiuno Giovanni Tantillo con Andrea Monti, attuale direttore di Sette, il settimanale del Corriere della Sera. Spedire il medesimo Tantillo a Raitre, dove aveva già dato ottima prova ai tempi della gloriosa rete di Angelo Guglielmi. E sollevare dall'incarico Giovanni Minoli, che sarebbe stato promosso amministratore delegato della nuova società - nome provvisorio «New Co.» - che produrrà programmi per le reti a pagamento digitali griffate Rai. Questo avrebbe dovuto proporre il direttore generale Iseppi. Ma poi ha lasciato che i discorsi vertessero sui preliminari. E dal eda è poi uscita - ufficiosamente - una linea più morbida: non un avvicendamento, ma un «affiancamento» a Tantillo non di uno solo ma di due vicedirettori: lo stesso Monti e Gregorio Paolini, brillante manager di Mediaset, inventore di Target, la più nuova rubrica televisiva del momento, nonché amico storico di Walter Veltroni. Il primo come «assistente per l'informazione» (quella di Rete, perché il Tgl nel '97 ha addirittura battuto il record del '96, e anche ieri ha superato il Tg5), il secondo addetto al varietà. Ai nuovi dirigenti della Rete 1 sarà additata come modello di canale, hanno detto i consiglieri, la Rete 2, dove l'asse Mimun-Freccero va a gonfie vele. A tarda sera poi, forse per confondere ulteriormente le acque, venivano fatti circolare per agenzia un sacco di altri nomi: da Vittorio Feltri a Gianni Riotta, da Michele Santoro a Enrico Deaglio, per un posto di assistente, o per nuovi programmi di informazione, non era ben chiaro. Intanto, il eda si è riconvocato per giovedì prossimo. E Siciliano ha scritto a Storace chiedendogli di spostare l'audizione alla Commissione di Vigilanza a dopo il 27 gennaio. Ma perché Iseppi e il eda hanno preso tempo? Per motivi politici, è la tesi più accreditata. Pare infatti che Veltroni, principale sponsor della Rai ulivista, avesse dato via libera al rimpasto che avrebbe rafforzato Siciliano e soci. Mentre il pds «dalemiano» non è altrettanto deside¬ roso di dare una mano a questo consiglio. Anzi. Propende per azzerare l'intero vertice Rai, ma non domani stesso come vogliono i verdi, con una mossa che renderebbe inevitabile farne scegliere un altro dai presidenti delle Camere (una soluzione che peraltro non dispiacerebbe ad alcuni pidiessini come Giulietti). Botteghe Oscure punta a sostituire Siciliano con l'amministratore unico previsto dalla proposta di legge della Sinistra Democratica che è all'esame alla Camera ed ha anche il favore del ppi, ma non ancora quello di tutta la maggioranza (né, tanto meno, quello dell'opposizione). Maggioranza che infatti ha riconvocato il suo incontro per mercoledì, mentre da Botteghe Oscure Giovanna Melandri insiste a «non perdere anche questa occasione per dare alla Rai un assetto di governo coerente ed efficace». lm. g. b.j Il presidente della Rai Enzo Siciliano

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