E Prodi affronta l'Assolombarda di Zeni
E Prodi affronta l'Assolombarda Nel giorno del verdetto va a parlare di 35 ore MILANO. E bravo Predi, sbotta imbucando l'ascensore per l'ultimo piano dell'Assolombarda, destinazione foresteria, il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri che di tv se ne intende e che di tv, davanti al palazzone tutto vetri di via Pantano, ne ha contate sei o sette. Bel colpo (d'immagine, s'intende) questa colazione di lavoro tra Romano Prodi e il gotha dell'imprenditoria milanese al momento giusto, nel giorno del sì dell'Ecofin al piano di convergenza dell'Italia, all'indomani della mossa a sorpresa della liberalizzazione del commercio e alla vigilia di una discussione calda, quella sulle 35 ore, tanto contestata dalla Confindustria. «Non aspettatevi che il nodo 35 ore sia sciolto oggi», prevede saggiamente il presidente della Pirelli Marco Tronchetti Provera. Ma tant'è. Tutti ad aspettare Prodi sotto l'occhio attento di telecamere e fotografi pronti alla raffica, Be¬ nedilli e Tronchetti, Leopoldo Pirelli e Gianmarco Moratti, Conialonieri e Alberto Falck, Umberto Di Capua e Alberto Meomartini, Tomaso Quattrin, Riccardo Perissich e Guido Artom. E figuratevi la sorpresa quando Prodi arriva, abito grigio e cravatta blu, non in auto blindata ma a piedi. Sorridente e rilassato, cinquecento metri di passeggiata da San Babila all'Assolombarda sotto braccio al portavoce e con codazzo di scorta, compresi prefetto e questore, tra la gente che non se l'aspetta e vedendo l'uomo con gli occhiali si chiede: «Ma quello lì non è Prodi?». Dura due orette l'incontro in Assolombarda, preceduto da un veloce faccia a faccia con l'amico Artom, candidato per la Fiera. Più che una colazione, una raffica di domande. Tante domande, riferisce chi c'era, molte risposte, qualcuna soporifera. Le 35 ore, per cominciare. «Ci sono punti di vista diversi con interessi e problematiche che non coincidono», è la sintesi dello stesso Prodi che sa bene che a trattare è la Confindustria ma che a premere può essere questo o quell'imprenditore: «Non ci sono teologie, né prò né contro, ma una discussione continua su problemi reali». Insomma, il dado è tratto. Anche se gli industriali milanesi, nelle loro richieste, non si sono smossi di un centimetro e hanno ribadito, con garbo ma con forza, il loro no a una legge sulla riduzione dell'orario. «Abbiamo ribadito che non siamo favorevoU a una riduzione per legge ma che vediamo la possibilità di continuare la concertazione tra le parti», scandisce davanti alle telecamere scatenate il padrone di casa Benedirli che, pure, con quella sua idea di riduzione su base annua dell'orario si è attirato, dicono, qualche ira in Confindustria e molte attenzione nel sindacato. Si vedrà, caro pre- sidente, ma intanto non si dimentichi i problemi veri dell'industria: altro che 35 ore, piovono le domandine a Prodi tra un risottino e un bicchiere di rosso, cosa succederà nell'unione monetaria? Reggeremo la concorrenza di sistemi paese più forti del nostro? E ancora: scuola, politica industriale, semplificazione amministrativa. E le riforme istituzionab? E le privatizzazioni? Problemi veri, annuisce Prodi. Qualcosa si sta facendo: la liberalizzazione del commercio, dice, è il primo segnale di nuova concorrenza. Armando Zeni E Prodi affronta l'Assolombarda Romano Prodi a Milano ha incontrato gli industriali dell'Assolombarda
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