De Silguy

De Silguy De Silguy «Una partita ancora aperta» BRUXELLES , a ù a i. e DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «L'Italia ha guadagnato dei punti, ma solo a marzo potremo dire se ha vinto la partita». Ecco le parole che, al di là delle caute e fumose circonlocuzioni comunitarie, fotografano al meglio il bilancio della giornata di ieri. A pronunciarle è Yves-Thibaul de Silguy, il commissario bretone per gli affari monetari dell'Unione, il capotreno che ha il compito difficile di mettere insieme tutti i vagoni del convoglio euro. E il 25 marzo sarà proprio la data in cui la Commissione farà le sue raccomandazioni al Consiglio su quali Stati membri possano essere ammessi alla moneta unica. E' stato de Silguy a presentare ai ministri delle Finanze il rapporto sulla Finanziaria italiana e adesso è lui che in una conferenza stampa «solo sull'Italia» sviscera opinioni e sentimenti dei partner europei sulle nostro prospettive. «E' importante - fa notare - che ci siano state delle conclusioni scritte che serviranno nei mesi a venira». Il Consiglio avrebbe potuto infatti limitarsi a prendere atto del rapporto della Commissione. Il fatto che abbia voluto rendere note le sue conclusioni, sostanzialmente positive, si può leggere come un segnale di attenzione verso l'Italia. De Silguy parla dei «successi», dei risultati «migliori del previsto» su inflazione, deficit, di «risultati interessanti» sui tassi d'interesse, ormai a un soffio da quelli tedeschi, della riforma fiscale e di quella di bilancio che «vanno nella giusta direzione ed avranno effetti strutturali». Ma per l'Italia non ci sono solo complimenti. I punti dolenti che il commissario evidenzia sono il rapporto tra nuove entrate (salite al 47% della manovra rispetto al 40% indicato nel piano di convergenza) e minori spese (scese viceversa dal 60 al 53%), la riforma delle pensioni che stabilizza la spesa su un livello un po' più alto di quanto annunciato («una variabile da tenere sotto stretto controllo», la riduzione di trasferimenti a Poste e Ferrovie che non ha carattere strutturale. Non si è parlato, assicura invece de Silguy, del debito pubblico, l'ostacolo maggiore sulla strada per Maastricht, dato che la riunione dell'Ecofin era destinata solo al giudizio sulla Finanziaria. Impossibile però strappare al commissario una parola in più sulle nostre possibilità di entrare nell'euro. «Se mi chiedete oggi se l'Italia ha raggiunto un elevato grado di convergenza sostenibile non vi rispondo - dice citando la formula canonica di Maastricht, quella appunto della "convergenza sostenibile" ma se la domanda è se la riduzione del deficit italiano è caratterizzata dalla sostenibilità vi risponderò di sì pur con le riserve espresse dal Consiglio». Insomma se formalmente l'Italia - come del resto nessuno degli Stati membri - non ha ancora un posto assicurato nell'euro, il suo risanamento è comunque considerato valido e duraturo a patto che, naturalmente, vengano messe in atto tutte le misure previste nella Finanziaria. Comunque «la sensazione sull'evoluzione della situazione italiana nel Consiglio è positiva - dice ancora de Silguy e per questo in un periodo così delicato gli sforzi dell'Italia non devono indebolirsi». Anche per questo il comunicato finale dell'Ecofin, oltre a prendere atto che il govero italiano adotterà «misure correttive» in caso di slittamenti, invita come di prammatica il governo Prodi e la Commissione «a continuare a sorvegliare l'esecuzione del programma di convergenza. Poi, da marzo, parleranno i numeri. lf. man.]

Persone citate: De Silguy

Luoghi citati: Bruxelles, Italia