«Ora avete le carte in regola»

«Ora avete le carte in regola» «Ora avete le carte in regola» Laschet: Bonn non intende creare ostacoli L'ESPERTO DEL CANCELLIERE ABONN trentotto anni Armin Laschet ò il relatore per l'Italia dell'Unione Cristiano Democratica, il partito del cancelliere Helmut Kohl. Giornalista, oltreché deputato al Parlamento, è un accreditato conoscitore dei problemi italiani. Signor Laschet, cosa dirà oggi a Roma il cancelliere Kohl a Romano Prodi? «E' una domanda alla quale preferisco non rispondere. Mi è difficile parlare per il Cancelliere. Ma possiamo ben immaginare quali saranno gli argomenti al centro del colloquio, l'euro e i profughi curdi e devo dire che, a mio parere, l'Italia ha le carte in regola in entrambe le questioni». Andiamo per ordine. Da più parti, dall'Olanda e dalla Germania, negli ultimi tempi la partecipazione italiana all'Uem è stata messa in discussione... «Gli esponenti politici tedeschi e il Bundestag hanno seguito con grande interesse, e ricono- scendoli, i notevoli sforzi fatti dall'Italia per centrare i criteri. L'Italia ha conseguito grandi successi: in particolare contro l'inflazione, nell'evoluzione dei tassi e anche nel contenimento del deficit segnalando così che è sulla strada migliore per centrare i criteri. Adesso bisogna aspettare il rapporto dell'Istituto Monetario Europeo, l'Ime, che non può essere sostituito dalle discussioni, le illazioni e le voci». Alcuni sottolineano però che il criterio del debito rimane lontano per l'Italia. «Per anni si è detto che il criterio decisivo è quello del deficit. E secondo i dati italiani delle ultime ore l'Italia è attorno al 2,8%. Se l'Italia rimane sotto il 3% (del prodotto interno lordo) sarà nel gruppo dei partenti. Non è bene che adesso si creino nuovi ostacoli: non è questo il desiderio della politica tedesca». Ma il presidente di Bun¬ desbank, Tietmeyer, ha ammonito contro i debiti pubblici troppo elevati. «I criteri contenuti nel trattato di Maastricht servono a verificare se lo sviluppo "virtuoso" è sostenibile. Su questa base verranno le raccomandazioni dell'Ime che saranno seguite dalle decisioni del Consiglio Europeo. E' vero che in alcuni Paesi l'indebitamento complessivo è molto elevato, ma ciò vale non solo per l'Italia, vale anche per il Belgio, ad esempio. E nessuno rimette in discussione la partecipazione del Belgio e quindi sono certo, e con me lo sono anche esponenti politici della coalizione di governo, che l'Italia sarà fra i primi». Altro punto al centro nei giorni scorsi di controversie è stato la questione dei profughi curdi e il loro temuto afflusso alle frontiere tedesche. «L'Italia non ha lezioni da ricevere in materia di difesa dei propri confini esterni. In conseguenza dell'accordo di Schengen si è impegnata ad attuare alcune leggi e ordinanze: questi provvedimenti sono all'esame del Parlamento e possiamo ben vedere che l'Italia sta compiendo tutto il dovuto per adempiere ai suoi obblighi». Lei è quindi ottimista? «L'Italia ha una frontiera ma¬ rina lunga 8 mila chilometri e quindi ha anche particolari problemi per difenderla. Sarebbe logico che in questo compito intervenissero tutti gli altri europei insieme: l'Italia non deve essere lasciata sola». E' un punto di vista non condiviso da tutti in Germania. «Noi tedeschi dovremmo considerare che abbiamo non poche difficoltà ai nostri confini orientali. Anche noi abbiamo i nostri "compiti a casa" da fare. Ma più in generale vi è bisogno di una politica comune in materia di asilo. Posso capire il nostro ministro dell'Interno Manfred Kanther quando dice che con oltre 500 mila profughi già in casa sua la Germania non può accettare tutti i nuovi arrivi in Europa. Bisogna trovare soluzioni europee ma anche addivenire ad una suddivisione dei carichi a livello europeo. E' un compito questo ancora da assolvere». Alberto Gini

Persone citate: Alberto Gini, Armin Laschet, Helmut Kohl, Kohl, Laschet, Manfred Kanther, Romano Prodi, Tietmeyer