«Un patto per Riinq»y è guerra tra Brusca e Arma

«Un patto per Riinq»y è guerra tra Brusca e Arma I carabinieri replicano al boss: «Racconta panzane». La Corte dei conti: Tangentopoli non è finita «Un patto per Riinq»y è guerra tra Brusca e Arma Caso Previti, oggi la Camera vota sull'arresto: la Lega è decisiva ROMA. Un'altra rivelazione choc di Giovanni Brusca al processo per le autobombe: l'aspirante pentito si è detto convinto dell'esistenza di un «patto sottobanco» con i carabinieri perché il boss fosse catturato per strada, quasi casualmente, e lontano dalla propria abitazione. Tutto ciò per permettere alla moglie del «capo», Antonietta Bagarella, e ai quattro figli di lasciare il covo. E per permettere a due squadre di «bravi ragazzi» di bonificare il luogo di latitanza della famiglia reale di Cosa Nostra. Immediata la replica dell'Arma: «Colossali panzane». Sempre ieri è iniziato a Montecitorio il dibattito sulla richiesta di arresto contro Cesare Previti. Incertezza sul responso e sulle modalità di voto, palese o segreto. Intanto la Corte dei conti denuncia il permanere della corruzione nel Paese e avverte: Tangentopoli non è finita e il malgoverno neppure. Ceccarelli, Grignetti, La Licata Mondo e Rampino ALLE PAG. 5, 6 E11

Persone citate: Antonietta Bagarella, Arma Caso Previti, Brusca, Ceccarelli, Cesare Previti, Giovanni Brusca, Grignetti, La Licata Mondo

Luoghi citati: Roma