Piano Ciampi al vaglio dei colleghi di Ecofin di Francesco Manacorda
Piano Ciampi al vaglio dei colleghi di Ecofin Piano Ciampi al vaglio dei colleghi di Ecofin BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDÈNTE Conti pubblici sulla strada del risanamento, ina anche brutte sorprese da parte di qualche partner europeo. No, per il governo italiano non si annunciano facili i prossimi cento giorni, quelli che ci dividono dal fatidico primo fine settimana di maggio nel quale i capi di State e di governo dei Quindici decideranno finalmente chi è dentro a chi è fuori dalla squadra di partenza dell'euro. Cosi, stamattina a Bruxelles, il ministro del Tesoro Carle, Azeglio Ciampi si presenterà all'appuntamento con il Consiglio dei ministri finanziari che deve giudicare la congruenza della Finanziaria '98 con quanto promesso a luglio dall'Italia nel suo piano di convergenza, pronto a replicare ai dubbi che vengono avanzati sulla manovra (in particolare su residui passivi, pensioni e tasse) e armato di un piano che i suoi uomini stanno illustrando nelle principali capitali europee e che mostra come il debito pubblico possa essere abbattuto dall'attuaie 123% del Pil al 60% richiesto dal trattato di Maastricht entro dieci anni, venti nel peggiore dei casi. Un'iniezione supplementare di fiducia per i più scettici tra i partner europei, che probabilmente riscuoterà in qualche forma l'appi ovazione dell'Ecofin, ma che non dissiperà certo ì dubbi che esistono sulla reale consistenza del risanamento italiano, né farà cessare gli attacchi strumentali di chi gioca anche in chiave di politica interna la diffidenza verso il nostro Paese. Così, anche se oggi non dovrebbe essere in discussione il «sì» dell'Ecofin al giudizio «globalmente soddisfacente» che il documento della Commissione dà alla Finanziaria '98, qualche spunto polemico potrebbe facilmente uscire dalla riunione dei ministri. Del resto la settimana appena trascorsa ha offerto uno spaccato molto significativo della guerra per ora solo di nervi - che non a caso si sta scatenando proprio mentre si fa sempre più concreta la propsettiva del nostro ingresso nella prima fase deU'Uem. Prima le dichiarazioni del ministro delle Finanze dell'Aia, Gerrit Zalm, che annuncia le dimissioni se Roma dovesse essere nell'euro, seguite da smentite assai tiepide; poi lo stesso Zalm che ricorda come siano solo cùique i Paesi completamente in regola con Maa¬ stricht; infine il presidente della Bundesbank Hans Tietmeyer che rafforza l'impressione di un asse tedesco-olandese aggiungendo i suoi dubbi sull'ingresso di Paesi con un debito superiore al 100% del Pil e parla di un'unione economica e monetaria «la cui composizione potrà variare da 2 a 11 Paesi». Dichiarazioni molto pesanti, queste ultime, per l'autorevolezza della fonte, e alle quali non ha fatto riscontro alcun commento del governo. Solo ieri, ù ministro delle Finanze di Borni, Theo Waigel, ha ricordato che senza Unione monetaria l'Europa perderebbe in partenza la competizione con gli Usa, ma ha anche precisato che serve un euro «forte come il marco». Già, perché il timore degli elettori di Monaco o di Utrecht - che riecheggia nelle dichiarazioni dei loro politici e banchieri - è proprio quello di vedere annacquate le virtù del marco o di valute ad esso solidamente agganciate nella miscela di mi euro dove temono che ci sarà troppo spazio per le debolezze e i vizi di stampo italiano. Sono problemi che non si possono ridurre solo a una dimensione interna. Se i mercati internazionali che hanno sancito il calo dei tassi italiani proprio perché già scontano il nostro ingresso immediato nell'Euro - ed hanno dato così ossigeno alla spesa per gli interessi sul debito pubblico - dovessero cambiare idea sulle prospettive italiane alla luce di questa guerra di dichiarazioni gli effetti potrebbero essere pesanti anche sulla nostra finanza pubblica. Francesco Manacorda Hans Tietmeyer, presidente della Bundesbank, ha sparato nei giorni scorsi un'altra bordala contro l'ingresso dell'Italia nell'Unione monetaria europea
Persone citate: Azeglio Ciampi, Ciampi, Gerrit Zalm, Hans Tietmeyer, Theo Waigel, Zalm
Luoghi citati: Bruxelles, Europa, Italia, Monaco, Roma, Usa, Utrecht
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