Il blitz romano di Kohl di Maurizio Molinari

Il blitz romano di Kohl Si profila (col sì di Dini) un vertice italo-tedesco sul nostro ingresso nella moneta unica Il blitz romano di Kohl Domani da Prodi per parlare di Euro ROMA. Potrebbe essere un summit itale tedesco sull'Euro a sciogliere gli ultimi dubbi sulla nostra entrata nell'Unione Monetario, rilanciando la collaborazione tra Roma e Bonn oltre la nascita della moneta unica: è questa l'ipotesi che verrà discussa domani a Roma dal cancelliere tedesco, Helmut Kohl, in arrivo per una visita-lampo di neanche cinque ore L'agenda ufficiale del colloquio in programma a Palazzo Chigi fra Kohl ed il presidente del Consiglio, Romano Prodi, resta strettamente riservata ma differenti fonti diplomatiche concordano nei ritenere «necessaria pei l'Italia la convocazione in tempi stretti di un vertice bilaterale fra i rispettivi capi di governo, ministri degli Esteri e ministri del Tesoro» per far cadere ogni possibile ultimo dubbio sulla nostra ammissione nell'Urne. Anche ieri infatti le schermaglie non sono mancate II sottosegretario al Tesoro, Roberto Pinza, ha definito «fatti turbativi» che «non giovano» le dichiarazioni con cui il presidente della Bundesbank, Hans Tietmeyer, aveva indicato nel debito globale un motivo di esclusione dall'Euro, riaprendo così la questione dell'ammissione dell'Italia. «Comunque di questo - ha aggiunto Roberto Pinza - parleranno a Ro- ma Prodi e Kohl nel loro faccia a faccia». In ambienti diplomatici si apprende che l'ipotesi di un summit italo-tedesco è vista con favore dal ministro degli Esteri Lamberto Dini. Palazzo Chigi da parte sua si limita a far notare che l'incontro di domani fra i due capi di governo «rientra nella logica di due Paesi europei che vogliono essere vicini, e farsi vedere abbracciati, l'uno all'altro, nel guardare oltre l'Euro, per attrezzarsi alle sfide che l'Unione Monetaria lancia all'Europa sull'armonizzazione delle scelte, dal fisco al commercio, al mercato del lavoro». Risale al febbraio 1997 l'ultimo summit italo-tedesco, che si svolse a Bonn. Questa volta l'ospitalità dovrebbe quindi toccare ad una città italiana e febbraio torna ad essere un mese propizio, in considerazione di un'agenda già fitta di impegni ed in vista dell'incombente data del 2 maggio, che vedrà i Quindici decidere quali Paesi entreranno nell'Unione economica e monetaria. Un annuncio del vertice, nella conferenza stampa prevista a Palazzo Chigi martedì sera, potrebbe così da un lato placare le critiche giunte da Bonn e dall'Aja nelle ultime settimane sull'entrata dell'Italia nell'Euro e dall'altro confermare alla dubbiosa opinione pubblica tedesca il ruolo del cancelliere Helmut Kohl come vero garante politico dell'Unione Monetaria. Gli sforzi per convocare un summit italo-tedesco sull'Euro rientrano nel solco di una serrata opera diplomatica per l'Unione Monetaria, che accomuna i due Paesi sin dagli albori dell'intesa sui parametri di Maastricht. E su cui Prodi farà leva per convincere Kohl. L'accordo decisivo sull'Urne venne raggiunto a Roma, nell'ottobre del 1990, grazie ad un patto di ferro fra Italia, Fran- eia e Germania che isolò l'opposizione della Gran Bretagna di Margaret Thatcher. E il Consiglio Europeo di Maastricht, nel dicembre 1991, avrebbe poi preso ii via dalla formula italiana, concordata con Mitterrand e Kohl - e preparata da due sherpa doc come Tommaso Padca Schioppa e Umberto Vattani - che stabiliva l'entrata automatica nell'Urne di tutti i Paesi «in base ai dati del 1997» senza necessità di ulteriori, farraginosi, passaggi burocratici. Negli ambienti della Farnesina si aggiunge che Helmut Kohl e Romano Prodi discuteranno anche di altri temi. Primo: il processo di allargamento dell'Unione Europea verso Est, in vista della conferenza in programma a Londra a fine marzo, e quindi del nodo dei rapporti con la Turchia, complicato dall'altro tema caldo italo-tedesco: l'emergenza dei profughi curdi. Secondo: la cosiddetta «Agenda 2000» dell'Unione Europea ovvero la progressiva armonizzazione delle politiche comunitarie su argomenti delicati come l'agricoltura o l'immigrazione. Archiviata la politica, Prodi e Kohl dovrebbero riuscire ad avere tempo per una tipica cena romana. L'ospite ha fatto sapere, per tempo e con discre zione, di preferire un «locale caratteristico» e Prodi ha assegnato al fidato Enrico Letta (Ppi) il difficile incarico di as secondare i desideri del cancelliere tedesco, noto buongu staio nonché autore di libri di cucina. Maurizio Molinari * ★ ***** Il sottosegretario Pinza: i dubbi di Tietmeyer sono fatti turbativi e non giovano a nessuno A destra il Cancelliere tedesco Helmut Kohl. Sotto, il presidente del Consiglio Romano Prodi